Collegati con noi

Politica

Riforma della giustizia al Cdm, un ‘tributo’ al Cav

Pubblicato

del

Un unico disegno di legge composto da 8 articoli. E dentro interventi su intercettazioni, custodia cautelare, informazione di garanzia, reati contro la pubblica amministrazione, a partire dall’ abuso d’ufficio e dal traffico di influenze illecite. Dopo mesi di annunci giovedì approderà al Consiglio dei ministri il primo consistente pacchetto della riforma della giustizia, che domani avrà un primo vaglio nel preconsiglio, la riunione tecnica preparatoria del Cdm . Una scelta con cui il governo intenderebbe anche rendere un tributo a Silvio Berlusconi, ricordato ieri dal ministro Nordio anche per il suo ruolo di protagonista del dibattito sulla giustizia che voleva “orientare in senso garantista e liberale”. I riflettori sono puntati soprattutto sulla riforma dell’abuso d’ufficio, il tema su cui si è più discusso dentro e fuori dalla maggioranza.

Da sempre favorevole alla cancellazione di questo reato, ritenuto la causa principale della “paura della firma” da parte degli amministratori locali, Nordio sembra essere riuscito a superare i dissensi interni alla maggioranza su una scelta così radicale. Le maggiori riserve venivano dalla Lega ma l’impegno del ministro a rimodulare l’insieme dei reati contro la pubblica amministrazione ha convinto anche il partito di Salvini a dare il via libera. “Sulla riforma dell’abuso di ufficio c’è l’accordo politico” ha annunciato qualche giorno fa il ministro, ricordando che su 1000 fascicoli aperti per abuso d’ufficio 995 si concludono con un nulla di fatto. Pochissime anche le condanne: soltanto 18 in tutto il 2021 Altro tema caldo è quello delle intercettazioni. L’intervento previsto nel ddl costituisce solo un primo step ed è mirato alla tutela dei terzi estranei alle indagini. L’obiettivo è evitare che le loro conversazioni finiscano in atti di indagine destinati alla divulgazione.

Sarà dunque il primo passaggio di una riforma più ampia. “In un tempo successivo faremo una radicale revisione del sistema delle intercettazioni che tuteli anche la correttezza delle indagini e combatta la strumentalizzazione che viene fatta con la diffusione pilotata” di intercettazioni “che dovrebbero rimanere segrete”, ha spiegato a un question time il ministro. In prospettiva c’è dunque una stretta perchè “non si possono spendere 200 milioni all’anno per intercettazioni che si rivelano nella maggioranza dei casi inutili”. Sulla custodia cautelare invece si interviene in una duplice direzione: a decidere sulla richiesta avanzata dal pm dovrà essere un organo collegiale e non un solo giudice. E l’indagato prima della richiesta di carcere preventivo dovrà essere interrogato. Cambia anche l’ informazione di garanzia per una maggiore tutela dell’indagato perchè, come ha spiegato Nordio, nel momento in cui una persona riceve l’ ‘avviso’ “e il suo nome esce sui giornali, la condanna è già anticipata”. Dall’opposizione Azione invita il ministro a tenere il punto sulla riforma: se lo farà, noi ci saremo”, assicura Enrico Costa.

Advertisement
Continua a leggere

Politica

Campania: De Luca, Meloni non può parlare di lotta alla camorra

Pubblicato

del

“Io amo molto i tanti esponenti del mondo cattolico che in questo momento per esempio stanno utilizzando le risorse stanziate alla Regione Campania per gli oratori. Ci sono decine di parroci che stanno creando cose bellissime per aggregare i giovani nelle loro parrocchie. È un lavoro prezioso di aggregazione delle giovane generazioni. E soprattutto sono convinto che la lotta alla camorra la si fa creando il lavoro, aprendo i cantieri, e quindi chi non può parlare di lotta alla camorra è il governo Meloni, che tiene bloccate le risorse da più di un anno, altro che camorra”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, a margine della presentazione dei lavori allo stadio Collana di Napoli, rispondendo a una domanda sulle polemiche seguite alle sue parole sul parroco di Caivano don Maurizio Patriciello.

“La lotta alla camorra – ha aggiunto De Luca – si fa creando lavoro, non facendo demagogia. La lotta alla camorra si fa difendendo l’unità d’Italia, non spaccando l’Italia e calpestando le ragioni del Sud. Non solo i fondi sviluppo e coesione che sono bloccati, ma i fondi per la sanità, i fondi per il trasporto. Non c’è ancora molta gente che nel Sud ha capito bene il pericolo che corriamo. Noi dobbiamo combattere con molta serenità e soprattutto superando questo clima di subalternità, di sottomissione, di vassallaggio. Siamo di fronte ad una prova di burocratismo che sta dando questo Governo che non si è mai vista. Questi sono i problemi reali. Tutto il resto sono strumentalizzazioni, assolutamente inutili e improprie”, ha concluso De Luca.

Continua a leggere

Politica

Graziano (Pd), grave uso foto don Patriciello in campagna Fdi

Pubblicato

del

“La lotta alla camorra non può essere né irrisa, né strumentalizzata. La seconda cosa non è meno grave della prima” così il deputato democratico, Stefano Graziano, commenta l’utilizzo dell’immagine di don Patriciello nella campagna elettorale di un candidato di Fdi. Il riferimento è alla vicenda di cui riferisce la Repubblica Napoli.

Il deputato Marco Cerreto, in lizza per le Europee, solidarizza con don Maurizio Patriciello dopo la polemica innescata dal governatore De Luca. “Non avevo intenzione di strumentalizzare nessuno – dice interpellato dal quotidiano – non c’è scritto di votare per me. E’ una manchette che uso sempre sui social e su quella faccio la mia comunicazione”.

Continua a leggere

Politica

Burlando, ho incontrato Spinelli per dargli un’opinione

Pubblicato

del

“Questo è uno scandalo che riguarda tutta l’Italia”. Lo ha detto l’ex presidente della Liguria ed ex sindaco di Genova Claudio Burlando, intervistato dal Corriere della sera. Secondo Burlando, il suo successore Giovanni Toti “dava l’impressione di trattare per sé, non per il bene pubblico”.

Anche l’ex governatore ha incontrato di recente l’imprenditore Aldo Spinelli: “Quarant’anni che mi occupo di queste cose. Molto complesse. Non mi sono mai negato quando qualcuno mi ha chiesto un confronto. Ribadisco: oggi io non ho alcun potere decisionale. In quel momento, Spinelli stava litigando con l’uomo genovese di Psa. Ogni volta che si libera un’area, in porto c’è una zuffa. Mi ha chiesto la mia opinione.

Credo che lui abbia reso pubblico l’incontro per fare ingelosire Toti. Tutto qui”, sostiene Burlando. E sulle parole del dirigente Pd Andrea Orlando, che ha definito ‘crepuscolare’ la fine del suo mandato, replica: “L’ho trovato un giudizio ingeneroso e poco informato. Andrea afferma anche di avere indicato Ferruccio Sansa, vicino ai Cinque Stelle, alle Regionali del 2020. Dove il centrosinistra ha avuto il peggior risultato della sua storia. Non so se faccia bene a rivendicare quella scelta. E non sono sicuro che sia questa la strada per vincere”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto