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Politica

Renzi-Calenda con Bardi, centro torna ago bilancia

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Quanto peserà sull’esito delle Regionali in Basilicata la decisione di Iv e Azione di schierarsi a fianco di Bardi? A domandarselo sono non solo i partiti in corsa ma anche i sondaggisti che tuttavia sottolineano la difficoltà di fare un pronostico, viste le peculiarità della Regione. “Non c’è tantissimo sulla carta come termine di confronto – osserva Lorenzo Pregliasco, direttore di Youtrend – si può tuttavia partire dalle politiche del settembre 2022 per capire il potenziale”.

Ebbene, in quella circostanza, i due partiti di Calenda e Renzi allora alleati nel Terzo Polo ottennero una prestazione migliore di quella nazionale dove si fermarono al 7,78%; in Basilicata fecero segnare il 9,76% alla Camera e il 12,27 al Senato, trainati dalla candidatura dell’ex governatore Marcello Pittella, oggi in Azione. Alle politiche del settembre 2022 il centrodestra fu scelto dal 38,31% degli elettori, il M5s dal 25,00% e il centrosinistra dal 21,59%. Quindi se si dovessero replicare meccanicamente quei risultati, la coalizione M5s-Pd avrebbe più voti del centrodestra, il quale però a sua volta sopravanzerebbe i primi proprio grazie al supporto di Azione e Iv. “Da ascrivere a quel risultato – osserva Pregliasco – non c’è solo il voto politico di opinione, ma anche elementi territoriali e di preferenza personale per Pittella”. E in tal senso Lorenzo De Sio, direttore del Cise-Luis (Centro italiano studi elettorali), segnala le differenze: “Al netto del fatto che è passato un anno e mezzo, alle regionali c’è un astensionismo asimmetrico rispetto alle politiche. L’esito è imprevedibile”. “E’ per lo meno prematuro fare pronostici”, concorda Pregliasco.

Se si va indietro alle precedenti elezioni Regionali del 2019 il dato più importante fu che per la prima volta il centrodestra vinceva le Regionali. Il Centrodestra guidato da Bardi ottenne il 42,20%, grazie ad un exploit della Lega che prese il 19,15%, mentre cinque anni prima nemmeno si era presentata. Viceversa il centrosinistra incassò solo il 33,11% dei voti rispetto al 62,7% del novembre 2013. Il crollo fu dovuto in parte alle vicende giudiziarie dell’ex presidente Marcello Pittella e in parte all’ascesa di M5s, che ottenne la fiducia del 20,32% degli elettori. Rispetto a quelle Regionali è difficile misurare sia Iv che Azione, dato che entrambe i partiti non erano stati fondati. Tuttavia con Azione milita ormai dall’agosto 2022 l’ex governatore Marcello Pittella, ex Pd. Alle Regionali del novembre 2013, in cui la coalizione vinse a valanga con il 62,7%, la sua lista civica fu scelta 16%.

Ed oggi? “Per Renzi può funzionare – osserva De Sio – perché lui da tempo dice di essere vicino alla destra. Per Calenda c’è un rischio: dopo aver detto “mai con la destra sovranista” ora si schiera da quella parte, col rischio di perdere il voto d’opinione sia in Basilicata che poi alle Europee; sempre che non abbia candidati forti nelle preferenze”. “Azione alle elezioni Regionali – ricorda ancora Pregliasco – ha sempre preso meno che alle politiche, tuttavia il peso alle prossime regionali dipenderà anche dai candidati al Consiglio, visto che il voto di preferenza è molto importante. In ogni caso la scelta di Azione e Iv di schierarsi con Bardi alcuni punti li sposta. Un po’ per il radicamento di Pittella, ma almeno un paio di punti li sposta agilmente”. C’è inoltre un’altra incognita: l’eventuale candidatura autonoma di Chiorazzo, che pesca nell’elettorato moderato-riformista: altro motivo che spinge Pregliasco a definire “prematura” ogni previsione.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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