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Cronache

Ragazzina tenta suicidio nel Ticino, salvata da polizia

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Sono in corso le indagini per chiarire esattamente cosa sia successo a una ragazzina di quindici anni che la sera di Santo Stefano a Pavia si è tuffata nelle acque del Ticino cercando di uccidersi. Poco prima ha chiamato il 112, una chiamata inondata di lacrime in cui ha chiesto di mandare un messaggio alla mamma che ha permesso agli agenti della polizia di localizzarla e, una volta arrivati sul posto, di tuffarsi in acqua in un punto dove la corrente è particolarmente forte per salvarle la vita. La ragazza, che vive nel Nord della Lombardia, ha riferito una storia terribile di violenza. Ha raccontato che due giorni prima aveva conosciuto sui social un 25enne, di origini nordafricane come lei, residente a Pavia, che ora le forze dell’ordine stanno rintracciando. I due, ha detto la quindicenne, si sono dati appuntamento nel pomeriggio di Santo Stefano alla stazione di Porta Garibaldi a Milano, Da lì hanno poi raggiunto Pavia in treno.

Sono arrivati nel parco dell’area Vul dove sono cominciate le molestie poi, quando lei si è rifiutata, l’avrebbe violentata. Dal racconto della ragazza, lui si è anche offerto di accompagnarla in stazione e visto che lei non ha voluto, se ne è andato. È a questo punto che la ragazzina ha chiamato il 112 per lasciare un messaggio di addio alla madre, ma forse anche per lanciare un sos. E’ stata localizzata e due pattuglie sono arrivate sul posto e sono riuscite a salvarla quando ormai era in acqua. È stata portata in ospedale in ipotermia ma sta bene.

Di “eroico salvataggio” ha parlato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Senza la minima esitazione gli agenti si sono tuffati nelle gelide acque del fiume, riuscendo a trarla in salvo. Ai poliziotti – ha aggiunto – va la mia stima e la mia riconoscenza per questo nobile gesto” ha sottolineato il titolare del Viminale. “Le indagini già in corso della Questura – ha commentato Gian Marco Centinaio (Lega), vicepresidente del Senato – consentiranno di fare luce sulla vicenda, ma intanto una giovane vita potrà proseguire il proprio cammino. E questa è la cosa più importante”. Alessandro Cattaneo, deputato pavese di Forza Italia, ha sentito il questore di Pavia, Nicola Falvella, per ringraziare “i due agenti delle volanti che hanno salvato la vita alla ragazza di 15 anni. A loro va la nostra più profonda gratitudine, così come a tutti gli uomini e le donne delle nostre forze dell’ordine che ogni giorno lavorano per garantire la sicurezza e l’incolumità dei nostri cittadini”.

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Cronache

Anziana investita e uccisa a Napoli, caccia a pirata strada

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Una donna anziana e’ morta a Napoli, vittima di un pirata della strada. Alle 18.15 circa di ieri, in via Labriola, sulla carreggiata in direzione via E. Ciccotti, R.R., 80 anni, e’ stata investita mentre attraversava la strada. Secondo prime ricostruzioni, un’auto si era fermata per consentire il passaggio alla signora, ma una Citroen di colore blu scuro, nel tentativo di sorpassare questa vettura, ha investito la donna e poi e’ fuggita. La Polizia Locale e’ impegnata nelle indagini per identificare il conducente e il veicolo coinvolto. La vittima era stata trasportata all’ospedale Cardarelli in stato di incoscienza e dopo poche ore e’ deceduta.

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Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta premeditò il delitto: rischia ergastolo

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E’ un carico accusatorio molto pesante quello che la procura di Venezia contesta nell’avviso di chiusura delle indagini a Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Mentre il ‘rumore’ esploso nelle piazze e nelle coscienze in nome di Giulia non si e’ mai spento, a sei mesi dalla notte dell’11 novembre quando venne ammazzata tra le fabbriche e le strade vuote di Fosso’, pochi chilometri lontano dalla sua casa di Vigonovo, gli inquirenti tirano una linea e sciolgono alcuni nodi giuridici. E decidono che si’, Turetta aveva premeditato di ucciderla come dimostrerebbero, spiega il procuratore Bruno Cherchi, “la ricerca dei luoghi tramite internet, l’acquisto del materiale necessario per immobilizzare la vittima, la cartina geografica, l’atto di silenziare la persona offesa mettendole del nastro adesivo per non farla urlare, serrare i polsi e le gambe della ragazza”.

Aggiungono l’aggravante della crudelta’, da intendersi come la giurisprudenza la intende: aver inflitto “sofferenze gratuite e non collegabili al normale processo di causazione della morte”. In questo caso con venti coltellate, le prime nel parcheggio davanti alla villetta dove viveva quando Turetta l’aggredi’ a bordo della sua Fiat Punto nera. Qui per diverse ore sono rimaste sull’asfalto le tracce di sangue della ragazza ed e’ stato trovato un coltello da cucina. Poi, dopo averla immobilizzata con lo scotch, questa e’ la ricostruzione della Procura, l’ha spinta in auto, superando la sua resistenza, ha raggiunto in pochi minuti Fosso’ e l’ha assalita di nuovo, finendola. Da li’ e’ iniziata la fuga che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso per una settimana. Dopo il delitto Turetta era scappato verso il Friuli e, abbandonato il corpo in un dirupo vicino al lago di Barcis, era fuggito verso l’Austria e poi in direzione Germania, dov’e’ stato fermato dalla polizia tedesca, vicino a Lipsia, nella mattinata del 19 novembre. “L’ho uccisa io” ha detto subito Filippo a chi l’ha fermato, una confessione non utilizzabile nel processo mentre lo e’ quella messa a verbale nel carcere Montorio di Verona, dov’e’ detenuto.

Il contesto in cui il delitto e’ maturato sarebbe stato quello dello stalking, come suggerito alla Procura da chat e testimonianze che riferiscono delle insistenze morbose del giovane nei confronti dell’ex compagna dopo che la loro storia era finita. Omicidio aggravato da premeditazione, crudelta’, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere, e’ il robusto capo d’imputazione da cui dovra’ difendersi davanti alla Corte d’Assise. Non c’e’ spazio per il rito abbreviato, che avrebbe comportato uno sconto di un terzo della pena, perche’ i reati sono cosi’ gravi da ipotizzare l’ergastolo. Si chiude cosi’ la prima parte ‘giudiziaria’ di quella che nel frattempo e’ diventata la storia di Giulia e non, come spesso accade nella narrazione mediatica, quella del suo presunto omicida, sul quale si sono spente le luci. La storia di Giulia, di suo padre Gino e della sorella Elena che mai come prima hanno portato l’attenzione sul tema dei femminicidi con i loro appelli a un cambiamento culturale profondo.

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Adr lancia ‘Airport in the City’: a Termini check-in di Ita

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All’inaugurazione di “Airport in the City” sono intervenuti, tra gli altri , la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente di Ita, Antonino Turicchi, il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, il Presidente di Unindustria, Angelo Camilli. “È con grande soddisfazione che oggi ci uniamo ad Aeroporti di Roma per celebrare l’inaugurazione di Airport in the City, un servizio che rende l’esperienza di viaggio sempre più agile e confortevole – ha detto Turicchi – Questo progetto riflette la stretta collaborazione tra ITA Airways e Aeroporti di Roma, evidenziando il comune impegno per l’innovazione e la sostenibilità nel settore dei trasporti”.

“Il progetto di Adr si inscrive appieno nel processo di innovazione e interconnessione del trasporto aereo che l’Enac persegue da tempo” – ha aggiunto il presidente Enac Pierluigi Di Palma. “L’hub di Fiumicino, prima porta d’accesso all’Italia più volte premiato come migliore scalo d’Europa, sviluppa l’integrazione con la stazione Termini, primo snodo ferroviario nazionale, rafforzando l’intermodalità aria-ferro. Con il check-in off-airport Termini Fiumicino, il comparto aereo italiano si riconferma una realtà innovativa, sostenibile e, soprattutto, attenta ai diritti dei passeggeri con l’offerta di servizi di qualità che, oggi, rappresentano l’elemento più importante per le scelte dei consumatori”.

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