Collegati con noi

Cultura

“Quel campione di papà” di Salvatore Esposito è un libro d’amore e rispetto per i papà e le mamme

Pubblicato

del

Un papà è sempre un eroe, un campione per i figli. Vogliamo essere come papà dal giorno in cui emettiamo il primo vagito. Non perchè lo decidiamo noi ma perchè è lui che quando ci vede venire al mondo già nota somiglianze (fisiche) che non ci sono, persino similitudini caratteriali dopo pochi giorni che non c’azzeccano nulla ma che lui, il papà, però, le intravede già. I figli in ogni caso un eroe ce l’hanno sempre: è il papà. Questo libro di Salvatore Esposito*, “commercialista nella vita, scrittore nei sogni”  è un atto di amore per il suo papà, Gennaro Esposito. “Quel Campione di papà”, questo il titolo, è un progetto nato nel 2011,  tenuto nel cassetto fino al 2015. Tre anni  per scriverlo a singhiozzo (prevalentemente in estate) e per correggerlo. “Il libro è un omaggio a mio padre, a tutti i papà” dice il commercialista scrittore. Non è però la biografia edulcorata o idealizzata di un papà, Gennaro Esposito. No, è la storia e il vissuto di un papà visto come marito. Dunque è in fondo anche l’amore immenso che un uomo promette, predica e pratica per la madre del figlio. Occorre leggerlo questo libro per capire quale crogiolo inestricabile di amore e sentimenti è capace di dipanare attraverso le 110 pagine di racconti. La storia che Salvatore Esposito ci offre è quella del suo papà impegnato ad aiutare nella lotta al tumore la moglie, ovvero la mamma dello scrittore. Una lotta durata sette anni. Anni in cui lui, “Quel campione di papà” non è mai mai stato assente, “è sempre stato al fianco della mamma fino alla fine… nel bene e nel male” spiega Salvatore Esposito.

L’idea di scrivere un libro nasce un sabato mattina. E nasce quando “ho visto papà a casa nostra accudire mamma, lavandola, vestendola,  mettendola in ordine. Mamma era quasi un vegetale, ma mio padre – continua Salvatore Esposito – conosceva la sua propensione a stare in ordine in casa, non mancando di soddisfarla sempre e comunque in questa esigenza. Da tenere presente che aveva 70 anni”. Come è venuto alla luce questo libro? Lo spiega sempre lo scrittore-commercialista. “Per uno scherzo del destino – spiega Salvatore Esposito -, quegli scherzi assurdi, inspiegabili, imponderabili, era una domenica di aprile del 2018,  io ho battuto l’ultima parola del libro e la sera mio padre è morto. Lui sapeva del libro, anche se non abbiamo mai approfondito il discorso. Credo fosse imbarazzato. Non ha avuto il tempo di vederlo pubblicato il libro, non è stato possibile farglielo leggere” conclude.  Chissà, magari nell’aldilà Gennaro Esposito potrà finalmente leggere tutti i sentimenti che suo figlio commercialista-scrittore, per quello strano senso del pudore che contraddistingue le famiglie semplici, ha tenuto nascosti per una intera vita.

Per chi volesse leggere “Quel campione di papà” (L’Erudita editore, 110 pagine), può trovarlo in molte librerie o richiederlo direttamente alla casa editrice.

Il libro narra di 10 interviste di fantasia a dieci personaggi importanti, visti come eroi, miti, modelli da seguire ed emulare. Interviste che ognuno di noi potrà classificare, a seconda degli stati d’animo rielaborati, ironiche, toccanti, commoventi, e perchè no banali in certi aspetti. L’ultima intervista invece è con lui, Gennaro Esposito. Parla della semplicità nel vivere la vita, la sua grandezza nel prendersi cura della famiglia. “Quando penso al libro o lo tengo tra le mani, mi piace ascoltare la canzone di Fiorella Mannoia “io non ho paura”. Perche ha un significato troppo forte per il mio eroe papà” dice Salvatore Esposito, il commercialista scrittore.

*Biografia Salvatore Esposito

È nato a Napoli il 15 febbraio del 1971, da padre operaio e madre casalinga. Il carattere impertinente si manifesta fin da subito, così come la passione sfrenata per il gioco del calcio. Dopo il diploma, decide di frequentare la facoltà di Economia e Commercio, conseguendo la laurea all’età di venticinque anni. Una buona propensione al ragionamento e una grande fantasia gli permettono di cimentarsi nella nuova passione della scrittura. Oggi porta avanti uno studio professionale consolidato nella città di Napoli e si dichiara sempre “alla ricerca di nuovi stimoli”. Quel campione di papà è il primo risultato della sua attività di autore. 

Advertisement

Cultura

Maurizio Landini, esce “Un’altra storia” per parlare ai giovani

Pubblicato

del

Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini si racconta per la prima volta nel libro ‘Un’altra storia’ con l’intento di parlare soprattutto ai giovani. “Uno dei motivi che mi ha spinto a raccontare la mia esperienza di vita e di lotta, è che vedo tra le giovani generazioni una straordinaria domanda di libertà. Una domanda di libertà e di realizzazione che non può essere delegata ad altri o rinviata a un futuro lontano, ma che si costruisce giorno per giorno a partire dalla lotta per cambiare le condizioni di lavoro e superare la precarietà. Se riuscirò ad accendere nei giovani la speranza e la voglia di lottare per la loro libertà nel lavoro e per un futuro migliore, potrò dire di aver raggiunto uno degli obiettivi che mi ero prefisso. Questo libro, con umiltà, vuole parlare soprattutto a loro” dice Landini.

In libreria proprio a ridosso dei referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza, ‘Un’altra storia’ è una narrazione intima tra ricordi, aneddoti e svolte professionali ed esistenziali, che si intreccia alla storia degli ultimi quarant’anni di questo paese, con un focus su alcune grandi ferite sociali di ieri e di oggi che ancora sanguinano e che devono essere rimarginate. Dagli anni Settanta ai giorni nostri, dall’infanzia e l’adolescenza a San Polo d’Enza, fino alle esperienze sindacali degli inizi a Reggio Emilia e Bologna, al salto nazionale in Fiom prima e in Cgil poi, nel libro di Landini non mancano le analisi sulle grandi questioni legate al mondo del lavoro e a quello delle grandi vertenze, tra cui Stellantis, il rapporto con i governi Berlusconi, Prodi, Renzi, Conte, Draghi e Meloni, nella declinazione dell’idea-manifesto del “sindacato di strada”, in cui democrazia e autonomia sono il grande orizzonte.

Questa narrazione personale e intima, ricca di spunti e riflessioni, si tiene insieme a quelle che sono le battaglie storiche del segretario e della sua azione “politica”: la dignità del lavoro, affermata nel dopoguerra e nella seconda metà del Novecento e “negata nell’ultimo ventennio a colpi di leggi sbagliate, che le iniziative referendarie propongono, infatti, di correggere e riformare profondamente” sottolinea la nota di presentazione. ‘Un’altra storia’ è un libro che ci parla di diritti da difendere, battaglie ancora da fare e del futuro.

Eletto segretario generale della Cgil nel 2019, Landini ha cominciato a lavorare come apprendista saldatore in un’azienda artigiana e poi in un’azienda cooperativa attiva nel settore metalmeccanico, prima di diventare funzionario e poi segretario generale della Fiom di Reggio Emilia. Successivamente, è stato segretario generale della Fiom dell’Emilia-Romagna e, quindi, di quella di Bologna. All’inizio del 2005 è entrato a far parte dell’apparato politico della Fiom nazionale. Il 30 marzo dello stesso anno, è stato eletto nella segreteria nazionale del sindacato dei metalmeccanici Cgil. Il primo giugno del 2010 è diventato segretario generale della Fiom-Cgil. Nel luglio del 2017 ha lasciato la segreteria generale della Fiom per entrare a far parte della segreteria nazionale della Cgil.

MAURIZIO LANDINI, UN’ALTRA STORIA (PIEMME, PP 224, EURO 18.90)

Continua a leggere

Cultura

Consulta: niente automatismo sulla sospensione dei genitori, decide il giudice

Pubblicato

del

Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.

Una norma rigida che non tutela sempre i figli

L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.

Il caso sollevato dal Tribunale di Siena

A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.

Il principio: al centro l’interesse del minore

La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.

La continuità con la giurisprudenza

La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.

Continua a leggere

Cultura

Addio a Mario Vargas Llosa, Nobel per la Letteratura: è morto a Lima a 89 anni

Pubblicato

del

Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.

«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».

Una vita tra letteratura e impegno

Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.

Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.

I capolavori che hanno segnato la sua carriera

Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.

Un addio in forma privata

Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto