L’Unione Europea, con i suoi 27 Paesi membri, rappresenta sulla carta una superpotenza capace di competere con Stati Uniti, Cina e Russia. Tuttavia, a ostacolare questa ambizione sono divisioni interne, una debole industria bellica e una strategia militare frammentata ancora legata ai singoli interessi nazionali. In questo contesto, la dipendenza dagli Stati Uniti nella guerra in Ucraina evidenzia le carenze strutturali dell’Europa nel settore della difesa.
La produzione di armi in Ucraina
A tre anni dall’inizio dell’invasione russa, l’Ucraina è riuscita ad aumentare significativamente la propria capacità produttiva bellica. Se prima del 2022 la produzione interna copriva meno del 10% del fabbisogno militare, oggi è salita al 33-34%, grazie agli aiuti internazionali, soprattutto europei. Il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che circa il 30% delle forniture militari proviene dall’Europa, mentre il restante 40% dagli Stati Uniti.
L’ipotesi di un’interruzione degli aiuti militari americani preoccupa fortemente le autorità ucraine. Secondo stime diffuse dagli analisti, senza il supporto degli Stati Uniti, l’Ucraina potrebbe resistere con la stessa intensità per circa sei mesi.
Un ufficiale dello Stato maggiore ucraino ha sottolineato che entro la fine dell’estate le scorte di munizioni e armi potrebbero esaurirsi, in particolare per la difesa aerea contro missili e droni russi. Gli Stati Uniti garantiscono non solo forniture di armi, ma anche supporto tecnologico con sistemi avanzati come i missili Patriot e le comunicazioni satellitari Starlink, elementi fondamentali per le operazioni militari ucraine. L’Europa, per il momento, non è ancora in grado di sostituire questi aiuti.
Il ruolo degli Stati Uniti nel conflitto
Joe Biden, prima di terminare il suo mandato, ha incrementato gli aiuti militari a Kiev, garantendo la continuità delle forniture almeno fino alla fine del 2025. Tuttavia, il possibile ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump apre scenari incerti. Il tycoon potrebbe decidere di bloccare l’invio di armi, lasciando l’Europa a colmare il vuoto.
Le forze ucraine dipendono da alcuni armamenti essenziali di produzione americana, come:
- Ricambi e munizioni per i corazzati Bradley, fondamentali nel Donbass.
- Missili Himars e Atacms, cruciali per colpire obiettivi strategici russi.
- Proiettili per artiglieria da 155mm, richiesti dagli ucraini in volumi superiori a 1,5 milioni di unità all’anno.
L’industria bellica europea sta cercando di aumentare la propria capacità produttiva, ma il processo richiederà tempo.
Le debolezze europee nel settore della difesa
Uno dei problemi più gravi dell’Europa è la scarsa capacità industriale nel settore della difesa. Armin Papperger, presidente del colosso bellico tedesco Rheinmetall, ha evidenziato che gli arsenali europei restano semivuoti, poiché le industrie non sono ancora riuscite a rimpiazzare le armi inviate in Ucraina.
Questa situazione è il risultato di decenni di tagli ai bilanci della difesa, attuati dai governi europei dopo la fine della Guerra Fredda. Secondo l’esperto militare ucraino Oleg Katkov, un’opzione percorribile per l’UE sarebbe quella di acquistare direttamente dagli Stati Uniti le armi che Trump potrebbe negare all’Ucraina.
Nel Donbass, l’impiego massiccio di droni, artiglierie e corazzati sta compensando la carenza di soldati nelle trincee. Secondo Politico, l’Europa ha le risorse finanziarie per rimpiazzare gli Stati Uniti, ma solo gradualmente. Bruxelles sta preparando un pacchetto di aiuti da oltre 20 miliardi di euro, mentre il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merzsembra determinato a costruire una piena indipendenza militare europea.
I prossimi sei mesi saranno decisivi per testare la reale capacità dell’Europa di affrancarsi dalla dipendenza militare dagli Stati Uniti e garantire una difesa autonoma e coordinata.