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Esteri

Putin alle manovre militari con la Cina (e l’India)

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Giaccone militare e binocolo in mano, il presidente russo Vladimir Putin ha assistito vicino a Vladivostok alle fasi cruciali di manovre militari che hanno impegnato 50.000 uomini, di cui 2.000 di altri Paesi, compresa la Cina. Esercitazioni volte a testare le difese delle estreme regioni orientali dell’immenso territorio russo, dalle isole c, in parte ancora rivendicate dal Giappone, ai confini con la stessa Cina e la Corea del Nord. E proprio da Pyongyang, affermano fonti di intelligence Usa riprese dai media americani e dal Guardian, Mosca avrebbe avviato l’acquisto di missili per potenziare il suo arsenale necessario per la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina. Una mossa che secondo le stesse fonti dimostrerebbe come la Russia “continua a soffrire per la grave carenza di rifornimenti in Ucraina, anche a causa dei controlli e delle sanzioni sulle esportazioni”. In passato analoghe affermazioni erano state fatte dagli Usa in merito a presunte importazioni russe di armamenti da altri Paesi quali la Cina e l’Iran, incontrando le nette smentite di Mosca. Sotto gli occhi di Putin un migliaio di paracadutisti della divisione Ivanovo si sono lanciati da aerei Ilyushin sul poligono di Sergeyevsky, dove era allestito il quartier generale delle manovre Vostok 2022 (Oriente 2022). Seduti al tavolo di comando, ai due lati del presidente, erano il ministro della Difesa Serghei Shoigu e il capo di Stato maggiore delle forze armate, generale Valery Gerasimov. Attraverso una vetrata i tre osservavano quello che avveniva sul campo. Putin ha utilizzato un binocolo per vedere in lontananza, mentre Gerasimov gli dava spiegazioni. Nelle manovre strategiche sono stati impiegati 140 aerei, 60 navi da combattimento e imbarcazioni di scorta e una grande varieta’ di missili, quali gli Iskander-M, gli Oniks anti-nave e quelli da crociera Kalibr lanciati da unita’ navali da guerra. Impiegati anche i bombardieri strategici Tupolev Tu-95MS, che per otto ore hanno sorvolato vaste regioni, compresa l’isola di Sakhalin, a nord del Giappone. Le esercitazioni si sono estese anche a zone marittime e aree costiere del Mare di Okhotsk e del Mar del Giappone. Presenti contingenti di Stati membri dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Csto), guidato da Mosca, e dell’Organizzazione della cooperazione di Shanghai (Sco). Tra gli altri, oltre alla Cina, l’India, la Mongolia, il Kazakhstan, l’Armenia, ma anche da aree del mondo lontane, come Algeria, Siria e persino il Nicaragua. Tutti Paesi, insomma, che non aderiscono alle sanzioni occidentali contro la Russia e con Mosca vogliono mantenere buoni rapporti, anche economici. E dopo le manovre diversi tra loro – la Cina in testa con una delegazione di oltre cento persone – saranno rappresentati al Forum economico orientale di Vladivostok che vedra’ domani la partecipazione dello stesso Putin. Altra occasione che riunira’ molti di questi Stati sara’ un vertice del Sco in programma a Samarcanda, in Uzbekistan, il 15 e 16 settembre, con la partecipazione in presenza ancora di Putin.

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Esteri

Chico Forti lascia il carcere di Miami: presto in Italia?

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Chico Forti, il 65enne trentino condannato all’ergastolo in Florida per l’omicidio di Dale Pike avvenuto il 15 febbraio 1998, ha lasciato il carcere di Miami. Attualmente, è sotto la custodia dell’Agenzia statunitense per l’immigrazione in attesa del trasferimento in Italia.

Secondo una fonte vicina a Forti, il trasferimento potrebbe avvenire entro due o tre settimane. Tuttavia, altre fonti che seguono attentamente il caso suggeriscono maggiore cautela, stimando un’attesa media di 4-5 mesi per la consegna. Questo periodo di attesa è tipico dopo la sentenza italiana di riconoscimento di quella straniera, un processo di conversione recentemente deciso dalla corte d’Appello di Trento.

La comunità italiana segue con grande interesse e trepidazione gli sviluppi del caso Forti, sperando che il ritorno in patria possa avvenire nel più breve tempo possibile.

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Fico operato: è vigile e in condizioni stabili

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Il premier slovacco Robert Fico è “vigile” ed “in condizioni stabili” dopo l’operazione subita per gli spari che lo hanno colpito nel pomeriggio. Lo riferisce la tv slovacca TA3 che parla di “intervento riuscito”.

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Il premier Robert Fico colpito da più proiettili in un attentato è in fin di vita

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Un responsabile del partito Smer del premier slovacco Robert Fico ha confermato al Guardian che il primo ministro è stato colpito da più proiettili  all’addome ed è ora sottoposto ad un intervento chirurgico. Quali siano le sue condizioni cliniche è difficile da dire. C’è molta confusione ancora su dinamica e su identità dell’uomo arrestato.

In un aggiornamento postato sulla pagina Facebook del premier slovacco Robert Fico e rilanciato dai media slovacchi, c’è scritto che “Fico è stato vittima di un attentato. Gli hanno sparato più volte ed è attualmente in pericolo di vita. E’ stato trasportato in elicottero a Banská Bystrica, perché il trasporto a Bratislava richiederebbe troppo tempo a causa della necessità di un intervento urgente. A decidere saranno le prossime ore”.

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