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Cronache

Processo fondi Santa Sede, il 16 dicembre la sentenza

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Si concluderà sabato prossimo, 16 dicembre, il processo al Tribunale vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e la compravendita del Palazzo di Londra. Lo ha annunciato questa sera il presidente Giuseppe Pignatone, nel corso della 85/a udienza dibattimentale, dedicata alle controrepliche delle difese, indicando quella data per la formulazione della sentenza. Il processo con dieci imputati, tra cui il più noto è il cardinale Angelo Becciu, è iniziato nell’aula vaticana, ricavata nella Sala polifunzionale dei Musei, quasi due anni e mezzo fa, il 27 luglio del 2021. Sabato l’udienza è stata convocata alle 11.00. Ci sarà all’inizio una breve replica di uno dei legali, l’avvocato Filippo Dinacci, quindi il Tribunale si ritirerà in camera di consiglio. La lettura della sentenza è prevista nel pomeriggio, intorno alle 16.00 o 17.00.

Oggi le difese hanno ribattuto a quanto detto ieri dai rappresentanti dell’accusa e delle parti civili, e tutte hanno ribadito le richieste di piena assoluzione per i loro assistiti. L’avvocato Fabio Viglione, difensore di Becciu ha detto di non aver sentito dal promotore di giustizia Alessandro Diddi vere repliche o argomenti, mentre “alcuni elementi sono stati sintetizzati a mo’ di caricatura”. Viglione ha parlato di “pochezza delle argomentazioni avversarie”. Ha contestato che da parte di Becciu ci sia mai stata una campagna di stampa contro il processo, mentre è lui ad essere stato aggredito mediaticamente “a livello planetario”. Se il memoriale di Perlasca non è la pietra angolare dell’accusa, come ha detto Diddi, è però “la pietra miliare da cui sono partite le linee di accusa a Becciu”.

Inoltre, ha domandato Viglione, “come si fa a dire che noi dovevamo chiedere alle testimoni Ciferri o Chaouqui i contenuti delle chat coperte da omissis se è stato proprio il Pg a opporre il segreto istruttorio?”. Il legale ha sottolineato che in tutti i documenti, le chat, i messaggi, le mail prodotti dall’accusa “nessuno parla mai del cardinale Becciu”, laddove è lui che viene indicato dall’accusa come “il promotore, il regista degli investimenti”. Per quanto riguarda poi la “vicenda Sardegna”, Viglione ha ribattuto al rilievo del Pg di doversi confrontare con l’ex vescovo di Ozieri, morto nel 2020, Sergio Pintor, “che fece una denuncia contro la famiglia Becciu”. “Una denuncia che non esiste”, ha replicato invece il legale. “E’ privo di ogni logica richiamarci al vescovo Pintor – ha detto ancora – quando i contributi fatti mandare dal card. Becciu alla Caritas, tramite la cooperativa Spes, sono negli anni dei successivi vescovi, Sebastiano Sanguinetti e Corrado Melis.

Noi questo abbiamo documentato, comprese tutte le spese fatte, proprie della gestione di un luogo dove si fa del bene. Del resto non ci può interessare nulla”. L’altro difensore di Becciu, l’avv. Maria Concetta Marzo, sul caso di Cecilia Marogna ha evidenziato nuovamente che “se il cardinale voleva davvero distrarre delle somme a favore della donna, perché l’ha fatto quando già non era più sostituto e quindi doveva per forza ricorrere a permessi e autorizzazioni?”.

Altri legali intervenuti, Luigi Panella per Enrico Crasso, Ugo Dinacci per René Bruelhart, Angela Valente per Tommaso Di Ruzza, Cataldo Intrieri per Fabrizio Tirabassi, Lorenzo Bertacco per Nicola Squillace, Marco Franco per Gianluigi Torzi, Savino Mondello per mons. Mauro Carlino, Gian Domenico Caiazza e Andrea Zappalà per Raffele Mincione. Molto rilevante, comunque, proprio oggi, anche quello che dice papa Francesco in una lettera al personale della Segreteria per l’Economia sul cammino delle riforme, anche per prevenire “i rischi di ricadere negli errori del passato che tutti conosciamo”.

Il Papa chiede ai dipendenti della Spe “la lealtà di dire di no quando quello che vi viene rappresentato o che trovate nei controlli tradisce la missione, quando l’interesse individuale di alcuni prevarica su quello collettivo, quando le regole sono violate o artificiosamente aggirate per perseguire finalità estranee a quelle della Santa Sede e della Chiesa, e le scelte hanno poco o nulla a che vedere con la missione o le fanno un danno”. “La lealtà significa non diventare mai complici, anche solo facendo finta di non vedere, anche solo non volendo deludere quelle amicizie che in una comunità di lavoro come la Santa Sede si instaurano ed è bello che si instaurino”, sottolinea il Pontefice.

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Aereo Ryanair dirottato in Lussemburgo per un incendio a bordo

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Mancava poco all’arrivo all’aeroporto di Bruxelles Sud Charleroi, quando a bordo del volo Ryanair FR3938, partito alle 10.15 da Bologna, una nuvola di fumo ha cominciato a riempire i corridoi. “Stavo dormendo e poi quando ho aperto gli occhi improvvisamente ho visto tutte le hostess correre verso il fondo dell’aereo. A quel punto ho capito che c’era qualcosa che non andava. Poi abbiamo iniziato a sentire un odore acre e ci hanno detto che avremmo fatto un atterraggio di emergenza. Non c’è stato panico, ma è calato un silenzio totale a bordo”.

A raccontare ciò che è successo questa mattina sul volo della compagnia low cost, costretto ad un atterraggio d’emergenza in Lussemburgo, è una delle passeggere, Valentina Rebaudengo, musicista che vive e lavora a Bologna. La causa dell’atterraggio forzato, secondo le poche informazioni a disposizione dei testimoni, è dovuta a un principio d’incendio. “Quando siamo atterrati sono arrivati i vigili del fuoco, che hanno spento l’incendio che proveniva dalle cucine”, spiega ancora la testimone. Una situazione delicata, che poteva portare a conseguenze decisamente peggiori.

“Non abbiamo capito bene cosa sia bruciato, ci hanno detto che nemmeno le hostess inizialmente lo hanno capito. Si vedeva solo il fumo e c’era puzza”, racconta la ragazza, diretta in Belgio per un weekend di vacanza. Nonostante il problema a bordo, i passeggeri del volo non hanno perso la calma. “Solo quando sono arrivati i pompieri c’è venuto un po’ il panico, perché abbiamo capito che avevamo rischiato. In aeroporto ci hanno detto che erano problemi tecnici, ma nessuno ci ha spiegato bene cosa fosse successo”. Una volta a terra, poco dopo le 11.30, gli assistenti dell’aeroporto hanno comunicato che la compagnia aerea avrebbe messo a disposizione un bus per raggiungere Charleroi.

“Ma non si conoscevano bene i tempi, continuavano a spostare l’orario d’arrivo sempre più tardi, perché probabilmente il bus sarebbe dovuto arrivare dal Belgio e avremmo dovuto attendere ore”. Così molti passeggeri sono andati in stazione per prendere un treno direttamente per Bruxelles. In seguito, attorno alle 13.30, tramite un messaggio Ryanair ha comunicato che 4 pullman sarebbero arrivati in aeroporto alle 13.45 per portare i passeggeri allo scalo di Charleroi che dista circa un’ora di auto dalla capitale belga. “Alla fine è andato tutto bene, solo un po’ di paura, ricorderò questo volo come una disavventura a lieto fine”.

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Giù da finestra durante controllo, 3 rischiano processo

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Durante un controllo di polizia, in un appartamento nel quartiere Primavalle a Roma, Hasib Omerovic si lanciò dalla finestra procurandosi gravi ferite. Per quell’episodio, avvenuto nel luglio del 2022, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tre agenti in una indagine in cui si contesta anche il reato di tortura. Nei confronti degli indagati i pm di piazzale Clodio procedono per il reato di falso. Un quarto indagato, che ha collaborato alle indagini, ha chiesto di potere patteggiare la pena. In particolare, il reato di tortura viene contestato all’assistente capo della polizia Andrea Pellegrini, all’epoca dei fatti in servizio nel distretto di Primavalle. Secondo l’impianto accusatorio l’agente durante l’attività di identificazione in casa di Omerovic “con il compimento di plurime e gravi condotte di violenza e minaccia, cagionava al 36enne un verificabile trauma psichico, in virtù del quale lo stesso precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto nei suoi confronti”.

L’indagato è accusato, inoltre, di avere colpito l’uomo con due schiaffi e ha impugnato “un coltello da cucina” che “brandiva all’indirizzo del 36enne” e dopo avere trovato la porta della stanza da letto di Omerovic chiusa a chiave “la sfondava con un calcio, sebbene l’uomo si fosse prontamente attivato per consegnare le chiavi”. A Pellegrini è contestato anche il reato di falso in concorso con altri due colleghi per avere attestato che l’intervento nell’appartamento fosse “dipeso dall’essersi incrociati per strada lungo il tragitto e non, come realmente accaduto, da accordi telefonici previamente intercorsi”.

Secondo il capo di imputazione i tre avrebbero attestato il falso affermando che l’intervento in via Girolamo Aleandro fosse “dipeso dall’essersi incrociati per strada lungo il tragitto e non, come realmente accaduto, da accordi telefonici previamente intercorsi”. Gli indagati, inoltre, hanno affermato il falso sostenendo di “aver ricevuto dai condomini dello stabile, una volta giunti sul posto, informazioni secondo cui all’interno dell’appartamento degli Omerovic vivevano più persone che danno spesso problemi al condominio, in quanto vivono in uno stato di scarsa igiene e riferivano inoltre che durante alcune litigate all’interno dell’abitazione si sentivano spesso urla e lanci di oggetti come bicchieri e coltelli dalla finestra’, laddove tali informazioni erano state, in realtà, acquisite soltanto dopo che il 36enne era precipitato nel vuoto”. Infine i poliziotti avrebbero omesso “di indicare tutte le condotte poste in essere da Pellegrini all’interno dell’appartamento”.

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Google Maps chiude l’A22 un giorno, poi la riapre

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Una volta, prima dell’arrivo degli smartphone, quando un locale dava al forestiero un’indicazione stradale sbagliata, non si faceva caso. Errare humanum est. Il discorso evidentemente cambia per l’intelligenza artificiale, come dimostra il clamore suscitato dalla chiusura fantasma su Google Maps dell’autostrada del Brennero a Vipiteno, durata quasi un giorno. Ieri mattina, verso le 10.30, la sala operativa dell’Autobrennero ha notato un improvviso assalto degli automobilisti all’uscita di Vipiteno, di solito non molto frequentata.

In poco tempo è stato chiarito il rebus: secondo Google Maps, l’autostrada era interrotta nei pressi di Raminges, poco oltre l’attraversamento della funivia di Montecavallo sopra l’A22, e per questo motivo invitava gli automobilisti ad uscire proprio a Vipiteno e proseguire verso il valico lungo la strada statale del Brennero. Il risultato sono stati intasamenti sulla strade della cittadina della alta valle Isarco.

Inoltre la coda davanti al piccolo casello autostradale in poco tempo è arrivata in autostrada, bloccando i viaggiatori ‘diversamente smart’ che, ignari del blocco fantasma, volevano invece tirare dritto. L’Autobrennero – spiega il suo direttore tecnico generale Carlo Costa – si è subito attivata per risolvere il problema, la ‘riapertura’ è arrivata però solo questa mattina. Non sono mancati i commenti ironici sul web e sulla stampa (“Quando l’app va in papp”, ha titolato Massimo Gramellini il suo Caffè).

Un portavoce di Google ha fatto sapere: “Siamo stati informati del problema e il team competente ha lavorato rapidamente per implementare una soluzione”. Restano da chiarire le cause di questo clamoroso errore che – così Autobrennero in una nota – “a partire da ieri mattina, ha ‘dematerializzato’ un tratto di autostrada e indotto un gran numero di utenti dell’autostrada diretti a nord ad uscire alla stazione autostradale di Vipiteno e a proseguire il viaggio lungo la viabilità ordinaria fino in territorio austriaco”. Il problema si è verificato nel giorno del Corpus Domini, festivo in Austria, e per questo caratterizzato da traffico intenso, “producendo rilevanti disagi alla viabilità”.

Nel frattempo, sui panelli luminosi lungo l’arteria transalpina si informava che l’autostrada non era bloccata. A seguito della segnalazione di A22, i tecnici di Google Maps hanno eliminato il ‘bug’ e ripristinato le corrette indicazioni. In questo fine settimana da bollino nero per il rientro dei turisti tedeschi, Autobrennero invita gli utenti “a consultare le previsioni traffico sui canali della Società prima di mettersi in viaggio”.

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