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Economia

Prezzo del gas non si ferma. Anche l’Europa si muove

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Non si ferma il prezzo del Gas. Sembra inarrestabile. Vola oltre 340 euro e si attesta un soffio sotto 339 euro. E si trasferisce velocemente sui prezzi dell’elettricita’. Sfonda nuovi record in Gran Bretagna, Germania e Francia. In Italia tocca il massimo di 870 euro a megawattora, anche se segna un prezzo medio di 713 euro, oltre 200 euro in piu’ rispetto a sette giorni prima, con un balzo di oltre il 25%. Sono andamenti da allarme rosso. Preoccupano le imprese e i lavoratori. Ma anche le istituzioni. Il governo e’ al lavoro: da una parte per il piano di emergenza, dall’altra per valutare nuovi sostegni, mentre dalle parti sociali arriva un forte pressing con la richiesta di un decreto. Anche l’Europa si muove. L’Ue presto convochera’ una riunione urgente dei ministri dell’energia ”per discutere le misure di emergenza specifiche per affrontare la situazione energetica”, ha assicurato Petr Fiala, presidente della Repubblica Ceca, che guida il turno del semestre europeo. La data sara’ fissata la prossima settimana, ma si terra’ entro la meta’ di settembre: l’andamento dei mercati rende chiaro che non puo’ attendere il consiglio informare dell’energia programmato per l’11-12 ottobre a Praga. Sul tavolo non potra’ che esserci il nodo del tetto al prezzo del gas, ma soprattutto la valutazione sulla possibilita’ di svincolare il prezzo dell’energia elettrica dal prezzo massimo del gas, un tema che ha iniziato a prendere spazio nel dibattito sul caro energia. Il premier Mario Draghi lo ha spiegato bene parlando al Meeting di Rimini: ora l’elettricita’ arriva anche da altre fonti – come il vento, il sole, l’acqua – e non si puo’ non tenerne conto. Anche il ministro dell’Ambiente tedesco Robert Habeck vuole recidere questo legame. E una richiesta analoga arriva in Italia dal segretario della Cisl, Luigi Sbarra e dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Quello che si preannuncia appare ora un autunno di fuoco, che la coda avvelenata di agosto fa presagire. Gia’ perche’ la miccia che parte dal gas si sta trasferendo velocissimamente all’elettricita’, e poi sui prezzi degli altri beni. Brucia i redditi delle famiglie e pesa sui conti delle aziende. Gli analisti di Nomura, uno dei colossi finanziari di investimento giapponesi, stima una contrazione del Pil europeo per 4 trimestri consecutivi, con una decrescita complessiva dell’1,5%. Il governo Draghi e’ al lavoro. Se da una parte il piano per la sicurezza delle forniture e’ praticamente pronto, con interventi progressivi che partono dallo stop di pochi giorni per le imprese che possono interrompere la produzione, dall’altro si stanno valutando le risorse disponibili. Servono in primis per ‘sterilizzare’ i prezzi della benzina, visto che lo sconto di 30 cent finisce il 20 settembre, ma anche per studiare altri possibili aiuti in grado di alleviare, purtroppo solo in parte, le difficolta’ che si scaricano sui redditi delle famiglie e sui conti delle imprese. L’ipotesi piu’ probabile e’ quella di riservare quote di elettricita’ a basso costo provenienti dalle rinnovabili a specifici settori strategici. Dal mondo produttivo e del lavoro dati preoccupanti e richieste si susseguono. Ai timori dei giorni scorsi si aggiungono oggi quelli del sistema moda, del tessile di Prato e dell’associazione industriale mugnai d’Italia, due punti forti della produzione italiana. Confesercenti parla poi di 8.000 imprese a rischio. Confcommercio di Milano calcola che i rincari delle bollette per gli esercenti e’ stata dal 1000% – si proprio del mille per cento – rispetto a sei anni fa. Scende in campo anche il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, da sempre su posizioni prudenti. Chiede al governo un decreto che tuteli i lavoratori e le imprese. Servono – dice – “compensazioni immediate e soluzioni nuove, con controlli rigorosi sugli speculatori, limiti al costo europeo di importazione del gas ma anche un tetto sociale al costo nazionale dell’elettricita’”.

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Economia

Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

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Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

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Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

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Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

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