La pioggia di missili su Kiev e le altre citta’ ucraine non era ancora finita, il fumo dai crateri non si era ancora dissipato, la conta delle vittime nemmeno iniziata, che Volodymyr Zelensky si e’ attaccato al telefono per chiedere la condanna della Russia, il sostegno militare e l’intervento politico ai suoi alleati: per fermare “il terrorismo” di Vladimir Putin servono piu’ armi, piu’ sistemi di difesa aerea, ma soprattutto quei missili terra-terra Atacms che gli Stati Uniti tentennano a inviare. La prima telefonata e’ stata con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, con il quale ha concordato una riunione urgente del G7 che si terra’ domani. Poi Emmanuel Macron, Liz Truss, Antonio Guterres, e cosi’ via. E, dopo aver ricevuto di persona l’ambasciatrice Usa a Kiev Bridget Brink, sono arrivate anche le rassicurazioni del presidente Joe Biden: “Resteremo al fianco degli ucraini finche’ servira’ e forniremo alle forze di Kiev il supporto necessario a difendere il loro Paese e la loro liberta’”. Non e’ ancora chiaro come le parole di condanna della Russia e di sostegno all’Ucraina da parte dell’inquilino della Casa Bianca si tradurranno nell’immediato, viste anche le imminenti elezioni di midterm. Ma, anche secondo il Washngton Post, gli ultimi attacchi russi alle citta’ e alle infrastrutture ucraine, con le conseguenti vittime civili, potrebbero dare una nuova spinta alla richiesta di Kiev di sistemi missilistici piu’ sofisticati e armi a piu’ lungo raggio. Un appello fin qui caduto nel vuoto, con l’amministrazione Biden che si e’ opposta a consegnare i tanto richiesti Atacms, Army Tactical Missile System, progettati per colpire fino a 300 km di distanza, quattro volte la gittata degli Himars, gia’ forniti dagli Usa alle forze ucraine. Il rifiuto della Casa Bianca era stato motivato finora dalla necessita’ di evitare un’escalation della guerra, mentre Mitch McConnell, che guida la minoranza repubblicana al Senato, aveva chiesto all’amministrazione di consegnare anche gli Atacms. Mosca ha gia’ messo in guardia di ritenerli una “linea rossa” con la quale Washington entrerebbe di fatto in guerra. Ma alla luce degli attacchi sferrati nelle ultime ore da Putin non e’ chiaro se la Casa Bianca rivedra’ la sua posizione, sottolinea ancora il Wp. E mentre all’Assemblea generale dell’Onu si cerca di capire il grado di isolamento internazionale della Russia con un voto su una risoluzione Usa-Ue sui territori ucraini che Mosca ha annesso unilateralmente, la Cina si mostra sempre piu’ insofferente nei confronti degli azzardi dell’alleato, tornando a invocare una de-escalation nel conflitto e il dialogo tra le parti. “Speriamo che la situazione possa allentarsi il prima possibile”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, commentando gli ultimi attacchi russi. E sottolineando l’importanza per Pechino “del rispetto della sovranita’ e dell’integrita’ territoriale di tutti i Paesi e delle legittime preoccupazioni in materia di sicurezza”. La Germania, che ne detiene la presidenza di turno, ha intanto annunciato per domani una riunione del G7in video conferenza alla quale interverra’ anche Zelensky, che a tutti i suoi interlocutori ha ribadito la necessita’ di “una dura risposta europea ed internazionale, nonche’ della necessita’ di aumentare la pressione sulla Russia”. La premier britannica Truss ha garantito di voler continuare sulle orme del suo predecessore fornendo a Kiev le armi di cui ha bisogno e ha definito Putin “disperato per i successi ucraini”. Il presidente ucraino parlera’ giovedi’ anche all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, dal quale Mosca e’ stata espulsa a marzo subito dopo l’invasione dell’Ucraina.