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Cronache

Poliziotti uccisi a Trieste, l’assassino Alejandro Meran: leggo la Bibbia

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“Leggo la Bibbia, amo mia madre tantissimo”. Sono le poche parole che Alejandro ‘Tito’ Stephan Meran ha riferito al suo difensore, Francesco Zacheo, che stamani e’ andato a trovarlo in carcere a Trieste. Da stamani Zacheo, avvocato leccese ma che lavora anche al foro di Roma e’ il suo legale, a sostituzione dell’avvocato d’ufficio Brizzi. “Non ricordo nulla”, ha aggiunto il giovane parlando con il legale, che ha riferito di averlo trovato in uno stato di “grande confusione”. Insomma, Zacheo e’ convinto che Alejandro non stia bene: “Andava e va curato”. Dal punto di vista delle indagini, prosegue l’attivita’ per ricostruire la dinamica della sparatoria: ieri il procuratore, Carlo Mastelloni, ha nuovamente interrogato Alejandro Meran; nei giorni scorsi e’ stato ascoltato l’agente del corpo di guardia rimasto ferito alla mano sinistra nell’atrio dell’ edificio. Nulla e’ trapelato in merito. Stamani e’ stato conferito l’ incarico ai consulenti medico legali per l’autopsia sui corpi degli agenti uccisi. Inizialmente era stato annunciato che il conferimento sarebbe avvenuto nel pomeriggio, invece i tempi sono stati anticipati a stamani. Nel pomeriggio sono invece stati effettuati sulle salme soltanto esami preparatori. La vera autopsia comincera’ solo sabato mattina. Si conferma l’ipotesi che i funerali saranno celebrati la settimana prossima. Le indagini proseguono in una doppia direzione: la dinamica precisa di quanto accaduto in Questura e la raccolta di informazioni sul passato di Alejandro, cioe’ il periodo trascorso in Germania, dove vive il compagno di Alejandro, per comprendere se questi abbia precedenti penali, sia mai stato in terapia psichiatrica e altro. Sia la Procura, attraverso la polizia, sia il difensore di Alejandro sono alla ricerca di atti, documenti e quant’altro della Baviera, da ottenere, eventualmente attraverso una rogatoria. L’avvocato Zacheo ha parlato di una “auto A6 che si dice Alejandro abbia rubato a un amico e con la quale forse sarebbe andato a sbattere”, una vicenda “ancora tutta da verificare”. Cosi’ come un presunto uso di droghe leggere. Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, intervenendo a San Patrignano si e’ soffermato sul ricordo dei due agenti, un “ricordo che non riguarda solo la Polizia, ma i Carabinieri, la Guardia di Finanza, tutte le persone che in divisa servono il Paese e’ il migliore dei riconoscimenti possibili”. Specificando: “L’unica nostra ragione di esistere e’ quella di essere al servizio delle nostre comunita’”. Infine, a Roma sono comparse scritte contro i poliziotti uccisi a Trieste, un gesto che la deputata Debora Serracchiani ha definito “odioso”, che “va condannato in maniera ferma e decisa. Un’azione molto grave e che infanga non solo la memoria di Rotta e Demenego ma che offende tutte le cittadine e tutti i cittadini italiani”.

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Cronache

Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Cronache

Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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