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Economia

“Pochi soldi per gli aiuti”, i comuni chiedono di più ma per ora si accontentano

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I comuni chiedono di più per fronteggiare l’altra emergenza del coronavirus, quella dell’aumento della poverta’. Sono favorevoli al pacchetto di misure predisposto dal governo per fronteggiare i bisogni dei meno abbienti ma anche dubbiosi sull’esiguita’ delle risorse messe in campo. Nelle file dell’Anci c’e’ apprezzamento per la centralita’ assegnata ai sindaci, ma anche tanta preoccupazione per la gestione concreta dell’erogazione delle risorse sui territori. Il vicepresidente Roberto Pella giudica appena sufficienti i 400 milioni stanziati per cibo e buoni spesa e chiede di stanziare un miliardo. Sul disagio economico poi insiste anche l’allarme della Commissione Antimafia, che parla di un combinato disposto “su cui le mafie sono pronte ad approfittare”. “Quattrocento milioni possano bastare soltanto fino alla prima meta’ di aprile, bisogna pensare invece ai mesi che verranno, e la cifra di 1 miliardo puo’ essere una prima risposta efficace per gli 8mila comuni italiani”, spiega Pella. Questo perche’ “le famiglie sono molto provate e il numero delle richieste e’ destinato ad essere molto alto”. I dubbi dei Sindaci riguardano anche l’utilizzo degli attuali 4,3 miliardi del Fondo di Solidarieta’ Comunale (Fsc), destinato finora alle necessita’ sui territori e che per forza di cose “dovra’ essere rifinanziato”. Unanime poi la richiesta affinche’ le misure del governo possano consentire “di poter operare ‘su misura’ per soddisfare le esigenze dei territori, soprattutto a sud, tenendo conto degli indici di poverta’ locali”. Mugugni arrivano da Nord a Sud, da amministratori che temono di passare dal dramma coronavirus a quello sociale in una interminabile continuita’ emergenziale. Tranchant il sindaco di Treviso Mario Conte, che e’ anche presidente di Anci Veneto, che parla di “elemosina ai Comuni” e chiede di stanziare almeno 5 miliardi di euro. I dubbi sulla capacita’ di rimediare a quella che giudica “un’emergenza sociale” li esprime anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, secondo il quale 400 milioni per le derrate alimentari potranno bastare “solo per qualche settimana”. Ci sono poi i sindaci della Lega dell’Emilia Romagna, per i quali “non un euro di nuove risorse il premier ha fatto arrivare”, in piu’ annunciando fondi “che sono gia’ dei Comuni (Fsc), che proprio questo governo aveva tagliato”. Sulla stessa linea i primi cittadini lombardi del Carroccio: “non c’e’ limite al peggio” commenta il sindaco di Lodi Sara Casanova che parla di “una presa in giro per i Sindaci che in questi giorni sono in prima linea ad affrontare l’emergenza”. Non e’ convinto neanche il sindaco di Potenza Mario Guarente (Lega): “i 400 milioni sono la sola cifra aggiuntiva reale, mentre i 4,3 miliardi di euro sono un anticipo sul fondo di solidarieta’ comunale, divisi per ottomila Comuni italiani daranno una cifra pro capite compresa fra 14 e 28 euro per le famiglie in difficolta’ in una citta’ come Potenza”. Qualche giudizio non favorevole arriva anche dalle Regioni. La governatrice della Calabria, Jole Santelli, parla di “una messa in scena umiliante per i cittadini”. “Rispetto all’annuncio roboante di 4,3 miliardi che rischia di ingenerare aspettative dei cittadini nei confronti degli amministratori locali, l’unico trasferimento destinato ai comuni per il sostegno alle fasce piu’ deboli – osserva – e’ rappresentato dai 400 milioni che la protezione civile suddividera’ per gli 8100 comuni presenti sul territorio”. Di “bomba sociale” parla il presidente della regione siciliana Nello Musumeci, ricordando lo stanziamento da parte della sua giunta di “ben 100 milioni destinati esclusivamente all’assistenza alimentare”, quindi “sono ben contendo che su questo esempio il governo nazionale ha adottato altri provvedimenti”. Soddisfatto a meta’ il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini (nella foto in evidenza): “qualcosa e’ meglio di niente, ma non sono 4 miliardi, ma 400 milioni in piu’. Non sono per tutta la popolazione, molti cittadini non avranno bisogno del buono spesa, saranno ripartiti per quelle persone che hanno bisogno di avere una mano e i sindaci sapranno come utilizzarli”.

Di seguito la lista completa degli ottomila comuni con relative risorse da distribuire.

 

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Economia

Cresce il Pil italiano, ma vola anche l’inflazione: carrello della spesa a +2,6%, allarme dei consumatori

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L’economia italiana accelera nel primo trimestre del 2025, ma a pagarne il prezzo sono le famiglie, colpite da una nuova impennata dell’inflazione. Secondo i dati diffusi dall’Istat, il Pil è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% su base annua, portando la crescita acquisita per l’anno a +0,4%.

Un dato che soddisfa il governo: il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di «segnale importante che dimostra la correttezza delle nostre previsioni e l’efficacia delle politiche economiche». Sulla stessa linea anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che ha sottolineato come «l’Italia cresca più degli altri grandi Paesi europei». Infatti, l’Italia fa meglio di Germania (+0,2%) e Francia (+0,1%), ma è superata dalla Spagna (+0,6%).

Cresce il Pil ma volano i prezzi

Parallelamente, però, l’Istat ha certificato anche una risalita dell’inflazione, che ad aprile è salita al 2% (dall’1,9% di marzo). A preoccupare di più è il carrello della spesa, che registra un +2,6% su base annua, mentre l’inflazione di fondo (al netto di energetici e alimentari freschi) cresce da +1,7% a +2,1%.

Tra i principali fattori dell’aumento dei prezzi:

  • Alimentari: +3%

  • Servizi di trasporto: +4,4%

  • Voli internazionali: +31,6%

  • Voli nazionali: +26,3%

  • Alberghi e pensioni: +11,7%

L’allarme dei consumatori

Per il Codacons, questa inflazione significa un aggravio di +657 euro l’anno per una famiglia media, che sale a +895 euro per un nucleo con due figli. Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, ha definito la crescita del Pil «una magra consolazione», giudicando «preoccupante» l’accelerazione dell’inflazione. Secondo Dona, il rischio recessione è concreto, soprattutto in caso di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti.

Fiducia dei consumatori in calo

Federdistribuzione segnala un calo di oltre due punti della fiducia dei consumatori, il livello più basso da marzo 2021. Confesercenti invita alla cautela, ricordando che rispetto al 2021 i prezzi degli energetici sono saliti del 70% e quelli degli alimentari del 20%. Confcommercio, pur confermando che «la crescita non è brillante», invita a un «moderato ottimismo», stimando una possibile discesa dei prezzi nei prossimi mesi, passato l’effetto pasquale.

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Economia

I sindacati in piazza, ‘basta morti sul lavoro’

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Oltre mezzo milione di incidenti sul lavoro e più di mille morti l’anno. Tre al giorno: tragedie in cantieri, fabbriche, campi, a cui bisogna mettere fine. Cgil, Cisl e Uil (foto Imagoeconomica in evidenza) scendono in piazza per il Primo maggio all’insegna della sicurezza sul lavoro, ricordando le tante vittime e dicendo basta. Al governo, che mette sul tavolo altri 650 milioni per la sicurezza, chiedono misure più incisive in vista dell’incontro dell’8 maggio a Palazzo Chigi.

Servono risposte ‘adeguate’ o sarà mobilitazione, avverte il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. In attesa del confronto, la premier Giorgia Meloni rivendica l’azione dell’esecutivo in questi due anni e mezzo: oltre un milione di posti di lavoro in più e il numero degli occupati al massimo storico, più di 24 milioni e 300mila. Un impegno che, assicura, continua anche sul fronte della sicurezza. Ma sulle sue parole si riaccende lo scontro con la segretaria del Pd, Elly Schlein: ‘Continua a mentire sui numeri’, attacca la segretaria dem, rilanciando la necessità di una legge sul salario minimo. Nelle piazze riecheggiano anche i referendum dell’8 e 9 giugno. Schlein al corteo a Roma sfila accanto a Landini, che rilancia l’invito ad andare a votare, e conferma che il Pd sostiene tutti i 5 sì al referendum.

VIA SPARANO PRIMO MAGGIO FESTA DEI LAVORATORI CGIL CISL E UIL UNITI PER UN LAVORO SICURO BANDIERE CGIL UIL CISL (foto Imagoeconomica)

Mentre il leader M5s, Giuseppe Conte, su Fb scrive che il movimento ‘dirà 4 sì’ ai quesiti sul lavoro (resta fuori quello sulla cittadinanza che non aveva firmato). Il tema unitario resta quello della sicurezza e del contrasto agli incidenti sul lavoro. ‘Questa vergogna deve finire’, dice la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, dal palco a Casteldaccia (Palermo), dove il 6 maggio dell’anno scorso cinque operai persero la vita, guardando alla convocazione dell’8 maggio per costruire una strategia nazionale e ‘un’alleanza’.

Da Montemurlo (Prato), il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ricorda invece Luana D’Orazio, morta lì quattro anni fa in una ditta tessile. E da lì torna a chiedere di istituire il reato di omicidio sul lavoro e una procura speciale. Alla giovane nel pomeriggio viene intitolata una strada, su iniziativa del comune. E alla mamma, Emma Marrazzo, arriva l’abbraccio anche della ministra del Lavoro, Marina Calderone, presente alla cerimonia: ‘Quello che le è accaduto è il peggior incubo’, le dice assicurando l’impegno a fare di più. Nel pomeriggio il concertone del Primo maggio a Roma – aperto da Leo Gassmann sulle note di ‘Bella Ciao’ – omaggia Papa Francesco: ‘La sicurezza sul lavoro è come l’aria che respiriamo, ci accorgiamo della sua importanza quando viene tragicamente a mancare ed è sempre troppo tardi’, le parole di Bergoglio che riecheggiano in una piazza San Giovanni stracolma.

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Economia

Effetto Trump, bruciati in Borsa 6.500 miliardi in 100 giorni

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Nei primi cento giorni di presidenza Trump ci sono stati 70 giorni di scambi a singhiozzo sui mercati finanziari e 32 giorni di perdite, con oltre 6.500 miliardi di dollari cancellati dal valore delle società quotate. Lo scrive il New York Times, secondo cui per i mercati finanziari il calo del 7% dell’indice S&P 500 rappresenta il peggior inizio di mandato presidenziale da quando Gerald R. Ford subentrò a Richard M. Nixon nell’agosto del 1974, dopo lo scandalo Watergate. La crisi, sottolinea il quotidiano, è persino peggiore di quando scoppiò la bolla tecnologica all’inizio del secolo, e George W. Bush ereditò un mercato già in caduta libera. Al contrario, Trump ha ereditato un’economia solida e un mercato azionario in ascesa da un massimo storico all’altro. La situazione è cambiata rapidamente quando Trump ha annunciato i suoi dazi il 2 aprile, facendo esplodere la volatilita’ nei mercati finanziari.

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