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Salute

Pioggia di premi sulla Falanghina e Guardia Sanframondi con il Sannio diventa “Città europea del vino”

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Il Gambero Rosso premia l’eccellenza dei vini campani, in una regione che almeno in questo comparto torna sicuramente ad essere Felix. Ed il futuro è ancora in crescita. Nuove etichette che avanzano ma soprattutto vini che confermano anno dopo anno la loro bontà con Irpinia e Beneventano in prima linea in questa regione dove vengono coltivati antichi vitigni in condizioni climatiche diverse, con risultati diversi ma sempre interessanti. Taurasi, Greco, Falanghina, vitigni che trattati con amore e professionalità danno risultati eccellenti. È il caso de La Guardiense che con la sua Senete, falanghina del Sannio Dop, ha conquistato 3 bicchieri Gambero Rosso ancora una volta, premio fresco fresco ritirato a Roma da Titina Pigna, vicepresidente de la Guardiense con l’ enologo Marco Giulioli. Un vino pluripremiato tanto che nel 2018 ha portato a casa anche Cinque grappoli Bibenda, la Medaglia d’Oro al Berliner Wein Trophy e l’Asia Gold all’Asia Wine Trophy. Un’annata eccezionale per la Guardiense a riprova della grande qualità espressa dai suoi vini: oltre ai 3 bicchieri per Senete, “intasca” anche 2 Bicchieri Rossi per la Falanghina del Sannio Janare (vino ottimo che ha partecipato alle selezioni finali per i 3 bicchieri); “2 Bicchieri Neri” (vino ottimo) per il Lucchero e Cantari Janare; da aggiungere che Gambero Rosso ha attribuito all’Aglianico Sannio dop Janare, anche l’Oscar qualità-prezzo. Un percorso importante quello della cooperativa la Guardiense che con la Presidenza di Domizio Pigna e la vicepresidenza della vulcanica Titina Pigna ha fatto pendere la bilancia verso il Sannio nella decisione di assegnare il riconoscimento di “Città europea del Vino”, una città diffusa, da parte di Recevin, la Rete comunitaria delle 800 città del vino, scelta annunciata al Parlamento europeo a Bruxelles. E questo nei borghi legati al vino come Guardia Sanframondi, Castelvenere, Solopaca, Torrecusi, Sant’Agata dei Goti porterà eventi, manifestazioni culturali ed enogastronomiche che animeranno questo autunno. Primo appuntamento importante l’11 novembre e 12 novembre, una due giorni predisposta da La Guardiense che prenderà il via sabato 11 nel Salone delle Assemblee con un convegno dal tema “Storia del Sannio vitivinicolo: dalla vigna alla bottiglia”. Subito dopo l’inaugurazione del nuovo punto vendita, una struttura su due livelli dove sarà possibile anche organizzare meeting ed eventi.

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Neuromed, scoperto nuovo algoritmo per distinguere i parkinsonismi atipici: guida internazionale firmata da Antonio Suppa

Il neurologo Antonio Suppa guida un team internazionale nella definizione di un nuovo algoritmo diagnostico per distinguere PSP e MSA, pubblicato su “Movement Disorders Journal”.

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Il professor Antonio Suppa, docente di neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze Umane della Sapienza Università di Roma e ricercatore dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, ha coordinato un importante lavoro internazionale culminato nella pubblicazione del “position paper” ufficiale della International Parkinson and Movement Disorder Society (MDS). L’articolo è stato pubblicato sulla rivista “Movement Disorders Journal” e definisce un nuovo algoritmo diagnostico basato su esami neurofisiologici per distinguere con maggiore accuratezza tra le diverse forme di parkinsonismo atipico, in particolare tra paralisi sopranucleare progressiva (PSP) e atrofia multisistemica (MSA).

professor Suppa

Un algoritmo per diagnosi più precise

L’obiettivo della ricerca è fornire agli specialisti una guida diagnostica step-by-step, costruita con metodiche accessibili, già disponibili nella maggior parte dei laboratori di neurofisiologia clinica. “Non si tratta di tecnologie complesse o riservate a centri ultra-specialistici – spiega Suppa – ma di strumenti ampiamente diffusi che, impiegati in modo sistematico, possono fare la differenza nei casi più difficili.”

Una guida fondamentale nelle fasi iniziali

Il nuovo algoritmo è pensato per essere di aiuto soprattutto nelle prime fasi della malattia, quando i sintomi sono sfumati e la diagnosi incerta. “I parkinsonismi atipici – sottolinea Suppa – si manifestano inizialmente con segni simili alla Malattia di Parkinson, ma hanno un decorso più rapido, una risposta ridotta alla L-Dopa, e spesso sono accompagnati da gravi disturbi cognitivi e dell’equilibrio”.

Il ruolo del Neuromed e il prestigio internazionale

Il coinvolgimento del Neuromed di Pozzilli in questo progetto internazionale rappresenta un riconoscimento della qualità della ricerca italiana nel campo dei disturbi del movimento. “È la conferma del ruolo strategico del nostro Istituto e delle competenze sviluppate in anni di lavoro – conclude il professor Suppa – nella neurofisiologia applicata alle malattie neurodegenerative.”

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Salute

A Cona installato uno dei primi “orecchi bionici” d’Italia: intervento innovativo per combattere la sordità

Impiantato un dispositivo cocleare di nuova generazione: è aggiornabile, compatibile con la risonanza magnetica e dotato di memoria interna personalizzata.

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All’ospedale di Cona (Ferrara) è stato eseguito uno dei primi impianti di orecchio bionico smart in Italia. L’intervento, altamente innovativo, ha visto protagonista una donna di 50 anni residente in provincia di Ferrara, affetta da sordità, ed è stato condotto con successo dall’équipe di Otorinolaringoiatria diretta dal professor Stefano Pelucchi. A eseguire l’operazione è stata la dottoressa Michela Borin.

Un dispositivo “intelligente” che memorizza i dati del paziente

Il nuovo impianto cocleare è un passo avanti nella tecnologia medica: è il primo in Italia a disporre di una memoria interna capace di archiviare le mappature personalizzate di ciascun paziente. In caso di necessità, i dati possono essere recuperati rapidamente, permettendo un ritorno più veloce all’udito.

L’impianto cocleare, comunemente detto “orecchio bionico”, trasforma i suoni in impulsi elettrici che stimolano direttamente il nervo acustico. È composto da una parte interna, impiantata sotto la cute del cranio con elettrodi che raggiungono l’orecchio interno, e una parte esterna, dotata di microfoni e processore per la digitalizzazione del suono ambientale.

Tecnologia avanzata e aggiornabile nel tempo

Il dispositivo presenta caratteristiche all’avanguardia:

  • Spessore ridotto a soli 3,9 millimetri, per un maggiore comfort;

  • Firmware aggiornabile, che consente al paziente di accedere a future innovazioni senza ulteriori interventi chirurgici;

  • Compatibilità con la risonanza magnetica, fondamentale per una gestione sanitaria efficace nel lungo termine.

Una rivoluzione per i pazienti

“La capacità di essere aggiornabile – spiega la dottoressa Borin – significa che non stiamo solo fornendo un aiuto oggi, ma garantiamo un accesso continuo alle innovazioni del futuro. Inoltre, la compatibilità con la risonanza magnetica offre tranquillità e semplicità nella gestione medica nel tempo”.

Questo intervento segna una tappa importante per la sanità italiana e in particolare per il sistema sanitario ferrarese, sempre più orientato verso l’adozione di tecnologie di ultima generazione nel trattamento delle disabilità sensoriali.

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Politica

Emergenze affollate da codici verdi e bianchi, Gemmato: “Il 65% dei pazienti al Pronto soccorso non dovrebbe esserci”

Il sottosegretario alla Salute: “Stiamo costruendo 1.050 Case di comunità con i medici di base. Obiettivo: tutte operative entro giugno 2026”.

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Il 65% delle persone che oggi affollano i Pronto soccorso in Italia potrebbero essere curate altrove. Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, intervenendo al Forum in Masseria durante il dibattito “Le nuove frontiere della salute: innovazione, prevenzione e sostenibilità”.

“Mediamente i codici verdi e bianchi sfiorano il 60-65%. In sostanza, 65 persone su 100 al Pronto soccorso non dovrebbero esserci, perché manca purtroppo un filtro territoriale per la bassa complessità”, ha affermato Gemmato.

Secondo il sottosegretario, questa situazione alimenta tensioni e disservizi, contribuendo alla percezione negativa del sistema sanitario da parte dei cittadini.

La risposta: 1.050 Case di comunità con i medici di base

Per rispondere a questa emergenza organizzativa, il Ministero della Salute ha avviato la creazione di 1.050 Case di comunità distribuite uniformemente sul territorio nazionale, che saranno gestite in collaborazione con i medici di Medicina Generale.

“Chiediamo ai medici di operare anche all’interno delle Case di comunità, per un monte orario settimanale di 15-18 ore, in modo da garantirne l’apertura almeno dalle 8 alle 22”, ha aggiunto Gemmato.

Entro giugno 2026 tutte le strutture operative

L’obiettivo, secondo quanto precisato, è che entro giugno 2026 tutte le Case di comunità siano pienamente operative, dotate di strumentazioni adeguate e personale sanitario. Il Ministero, ha concluso il sottosegretario, eserciterà funzioni di indirizzo e controllo per accompagnare le Regioni nel completamento di questa rete territoriale.

L’iniziativa è destinata a colmare il vuoto di assistenza primaria, alleggerendo i Pronto soccorso e garantendo una presa in carico più efficiente dei pazienti con patologie a bassa complessità.

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