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Cronache

Per i 13mila obbligazionisti Deiulemar qualche speranza di recuperare parte dei loro investimenti

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Una nuova luce si accende per gli obbligazionisti della Deiulemar Compagnia di Navigazione, che da oltre undici anni lottano per recuperare i loro investimenti. Con oltre 720 milioni di euro sottratti a causa del fallimento, circa tredicimila investitori hanno atteso a lungo una soluzione. Ora, grazie a sviluppi legali e investigativi, sembra esserci un barlume di speranza.

Tutto ha avuto inizio prima del collasso finanziario, annunciato nel maggio 2012 dal tribunale di Torre Annunziata. La storia risale ai giorni in cui la Deiulemar Holding, che gestiva la compagnia di navigazione, è stata ceduta alla lussemburghese Lamain. Quest’ultima società era a sua volta controllata dalla portoghese Taggia. Un’intrecciata rete di movimenti finanziari e cessioni societarie è emersa, portando i curatori fallimentari (Giuseppe Castellano, Massimo Di Pietro e Antonio De Notaristefani di Vastogirardi) a scoprire trust che coinvolgevano la Bank of Valletta.

Una recente transazione con l’istituto di credito maltese ha permesso ai creditori di recuperare oltre il 20% delle somme attese. Questo risultato ha spinto ulteriormente gli obbligazionisti a non perdere la speranza. La lente ora si focalizza sull’operazione che ha portato la cessione della Deiulemar Holding alla Lamain nel 2008. Questa mossa, avvenuta poco prima della dichiarazione di insolvenza e del fallimento, è ora al centro dell’attenzione della curatela fallimentare.

Gli obbligazionisti hanno intrapreso la via legale, presentando un’istanza alla sezione fallimentare del tribunale di Torre Annunziata. Chiedono la revoca della procedura che ha portato alla cessione della società. L’accusa non riguarda truffa o bancarotta, ma l’intento di contestare l’operazione stessa. Al momento, la causa non specifica una quantificazione precisa del danno economico, che potrà essere valutato in seguito.

Nonostante i tempi possano risultare lunghi, si parla di una potenziale istanza “valore” alcune centinaia di milioni. Questo nuovo sviluppo ha risvegliato l’attenzione degli obbligazionisti, che finora sono tornati in possesso di appena il 25% del loro investimento.

Parallelamente, l’attenzione è anche su cinque trust esteri, che includono beni mobili e immobili per 49 milioni di euro. Le trattative con i legali dei fratelli Della Gatta sono in corso, con una proposta di versare il 70% del valore dei beni ai creditori. Nonostante una momentanea stagnazione delle trattative, i curatori fallimentari continuano a perseguire l’obiettivo di recuperare l’intero ammontare delle proprietà contenute nei trust.

In definitiva, dopo anni di incertezza e lotta, gli obbligazionisti della Deiulemar Compagnia di Navigazione vedono finalmente una nuova speranza nell’orizzonte. Con sviluppi legali e negoziazioni in corso, il percorso per il recupero dei fondi sembra più chiaro, anche se ancora complesso.

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Cronache

Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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Cronache

Campione di poker non dichiara vincite, recuperati 1,5 milioni

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Considerato uno dei migliori giocatori al mondo di poker live , non avrebbe mai dichiarato le proprie vincite. Enrico Camosci, 31 anni, bolognese, è stato sottoposto ad una verifica fiscale dalla Guardia di Finanza, nucleo operativo metropolitano di Bologna. La ricostruzione della sua posizione, preventivamente condivisa con la locale Agenzia delle Entrate e da cui è successivamente scaturita la denuncia per omessa dichiarazione, è stata fatta anche attraverso la ricerca di informazioni sui siti specializzati e sui social, consentendo di recuperare a tassazione oltre 1,5 milioni di euro di redditi da lavoro autonomo, derivanti dall’attività sportiva svolta in forma abituale e professionale al di fuori dell’Unione Europea. Se da un lato, spiega infatti la Gdf, i premi corrisposti da case da gioco autorizzate all’interno dell’Unione Europea non vanno dichiarati, in quanto soggetti a ritenuta alla fonte, quelli conseguiti al di fuori del territorio comunitario costituiscono reddito per l’intero ammontare percepito.

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Arrestato giovane a Bolzano per propaganda razzista e addestramento al terrorismo

Operazione dei Carabinieri a Bolzano: arrestato un giovane per propaganda razzista e attività con finalità di terrorismo. Indagini coordinate dalla Procura di Trento.

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In data odierna, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Trento, i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Bolzano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino italiano. Il giovane è sottoposto a indagini per attività di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa aggravata, nonché per addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Trento, è il risultato di una complessa attività investigativa avviata nel settembre 2023 grazie a un contributo dell’intelligence italiana. L’indagine ha portato all’individuazione di un profilo social attivo nella diffusione di materiale di matrice nazionalsocialista e di supporto all’organizzazione terroristica jihadista nota come “Stato Islamico”.

Tecniche sofisticate per evitare l’identificazione

Nonostante l’indagato avesse adottato sofisticati accorgimenti informatici per restare anonimo, i Carabinieri del ROS sono riusciti a identificarlo. Le investigazioni hanno confermato l’intensa attività di diffusione di contenuti multimediali di propaganda jihadista e antisemita, oltre a documentare un percorso di apprendimento per la costruzione di ordigni esplosivi azionati tramite detonatori wireless.

Il giovane, diplomato come perito elettrotecnico, si vantava in comunicazioni telefoniche e telematiche di essere in procinto di realizzare un ordigno artigianale del tipo TATP, chiedendo indicazioni su come costruire un detonatore a distanza e acquisendo i componenti elettronici necessari. Inoltre, risultava impegnato in un’opera costante di indottrinamento dei familiari, inclusi un fratello minore di soli 10 anni e un altro fratello maggiorenne, con il quale discuteva anche dell’acquisto di un’arma da fuoco.

Perquisizioni e materiali sequestrati

Le perquisizioni disposte dalla Procura Distrettuale di Trento hanno permesso di sequestrare una maschera antigas, oltre 200 unità di polvere pirica, componenti elettroniche per rilevamento di microspie, strumenti per la fabbricazione di telecomandi a distanza e attrezzature per microsaldature. Sono stati sequestrati anche materiale informatico e documentale ritenuto di interesse investigativo.

Un percorso di de-radicalizzazione interrotto

L’odierna indagine si collega a una precedente, condotta dalla Procura per i minorenni di Bolzano, che aveva visto coinvolto lo stesso soggetto quando era ancora minorenne. All’epoca fu avviato a un programma educativo e riabilitativo di de-radicalizzazione, innovativo strumento di contrasto al terrorismo, il cui percorso però si interruppe con l’emergenza Covid-19, senza ottenere i risultati sperati.

Presunzione di innocenza

Si ricorda che, in base al principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta a indagini sarà definitivamente accertata solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna. Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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