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Cronache

Padre Maurizio Patriciello: a Salvini abbiamo spiegato tutto ma anche lui pensa solo agli inceneritori

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Quello segue è quanto ha scritto Padre Maurizio Patriciello dell’incontro che ha avuto con il ministro dell’Interno Matteo Salvini in Prefettura a Napoli. Ad accompagnarlo, come di consueto, il dottor Antonio Marfella. Dunque parliamo di un medico e di un prete che da sempre si battono contro i veleni della terra dei fuochi senza lesinare energie. Quello che scrive padre Patriciello immagino sia  l’esatta cronaca di quanto si sono detti. Quello che però il ministro Salvini ha ribadito in conferenza stampa è la solita solfa degli inceneritori e delle grandi opere pubbliche non per risolvere il disastro dei rifiuti quanto piuttosto che far ingrassare chi deve realizzare gli inceneritori. Salvini in Campania ne farebbe uno per provincia ovvero 5.  Devo forse spiegarvi chi costriuirebbe gli inceneritori? O chi poi li gestirebbe? Eh, come avete detto? C’è già una eccellente realtà al Nord che mette assieme il meglio dell’imprenditoria della monnezza che diventa ricchezza? Come dite? La A2A? Certo, quelli che gestiscono già Acerra. Bene, ottimo. Per fortuna c’è l’altro vice premier, Luigi Di Maio, che a Salvini ha detto subito che gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa nella questione terra dei fuochi.   

 

 

Ecco il testo della lettera scritta da Padre Maurizio Patriciello

Il ministro dell’ Interno, Matteo Salvini, è arrivato a Napoli, mercoledì. Il giorno prima, l’onorevole Pina Castiello, mi telefona per dirmi che il ministro vorrebbe incontrami in prefettura per il problema “terra dei fuochi”. Accetto. So bene che tanti volontari, persone a me più care della mia stessa vita, approveranno la mia scelta. Pazienza, ognuno ha le sue idee. Non credo che ci sia il bisogno di sottolinerare che vado a incontrare il ministro dell’ Interno, non il leader della Lega. Incontro Salvini dopo la conferenza stampa. È educato e rispettoso. Dedica al dottor Antonio Marfella che mi accompagna, e a me, quasi mezz’ora. Ascolta interessato.« Ministro – gli dico – sto venendo a piedi dalla stazione centrale. Lungo i marcipiedi della nostra bella Napoli è tutta una “terra dei fuochi”. Ho incontrato decine, se non centinaia, di rivenditori ambulanti di borse, scarpe, cinture, abbigliamento. La gente compra, i prezzi sono convenienti. Purtroppo quella merce è stata prodotta – e quindi venduta – in regime di evasione fiscale. Per ogni chilogramma di scarpe o borse ci sono mezzo chilogramma di scarti. Che fine fanno? Dove vengono smaltiti? Noi non chiediamo di chiudere le fabbrichette, il lavoro degli operai ci sta a cuore. Noi chiediamo di andare incontro a questa gente. I Rom sono solo l’ultima ruota del carro». Marfella prende la parola e ricorda al ministro che le “ terre dei fuochi” sono tante; che Brescia, per esempio, non sta meglio di noi. Che occorre a tutti i costi “tracciare” le merci, sapere che cosa circola sulle nostre strade e dove fa a finire. Ribadisce, ancora una volta, che la Campania non ha impianti per lo smaltimento dei rifuti speciali. Il discorso logicamente si allarga. Disoccupazione chiama lavoro in nero; lavoro in nero vuol dire smaltimento illegale dei rifiuti speciali; vuol dire roghi tossici; vuol dire diossine nell’aria. Vuol dire, in ultima analisi, mallattie e morte di tanta nostra povera gente, in una regione dove la Sanità lascia tanto a desiderare. “ Ministro – aggiungo – per la legge del 2014 sulla “terra dei fuochi” oggi chi si azzarda a bruciare ai bordi delle strade o nelle campagne i rifiuti rischia grosso. Purtroppo, dopo aver spento i tanti piccoli roghi tossici, si sono accesi i maxiroghi che fanno spavento. Adesso vanno in fumo interi siti di stoccaggio dei rifiuti». Salvini ascolta, pensoso. Annuisce. Interviene. Poi prende la parola per ricordare a me e a Marfella che questi problemi non si risolvono dall’oggi al domani. Ne siamo coscienti, lo abbiamo sempre saputo, ma è da anni che li stiamo presentando a chi di competenza. Intanto in conferenza stampa, Salvini, ancora una volta, ha ribadito la necessità di costruire altri inceneritori come soluzione del problema. Ci risiamo. La serpe torna a mordersi la coda. Il gambero fa un passo avanti a due passi indietro. Cambia il suonatore ma la musica rimane la stessa. Lo ripetiamo: abbiamo bisogno di impianti per smaltire i rifiuti speciali non di altri inceneritori per bruciare la “monnezza della nonna”. Abbiamo bisogno di amministratori coraggiosi che prendono di petto il lavoro in nero, senza nascondersi dietro il paravento della disoccupazione cronica che affligge da sempre la nostra regione. Il popolo sovrano ha il diritto al respiro, un solo sito di stoccaggio in fiamme, rapina salute e benessere ai nostri bambini. Occorre tenere sotto controllo il territorio, mappare le fabbriche fantasma con produzioni fuorilegge che stanno alla base del problema rifiuti in Italia. Occorre fermare gli ecomafiosi che, contando su amministrazioni locali distratte, inefficienti o colluse, fanno affari milionari sulla pelle della povera gente. Non di altri inceneritori necessita la Campania ma di un’ intelligente, onesta, trasparente volontà di dire le cose come stanno e risolvere un dramma che da troppi anni affligge la nostra terra.

Padre Maurizio Patriciello

Marfella (Isde Medici Ambiente Napoli): il ministro ora sa qual è il problema

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Cronache

Maestra adescava minori su chat per avere rapporti sessuali, condannata a 7 anni e 3 mesi

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Una maestra 47enne di scuola elementare è stata condannata dal Tribunale di Bari a 7 anni e 3 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 75mila euro con l’accusa di aver adescato sui social e nelle chat minorenni con i quali avrebbe avuto rapporti sessuali in un b&b nel centro di Bari, facendosi filmare. La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni.

La donna, che si faceva chiamare zia Martina, finì agli arresti domiciliari nel dicembre del 2021 quando insegnava in una scuola del nord Italia e fu sospesa dall’incarico. Risponde di due episodi di produzione di materiale pedopornografico e di una presunta vicenda di corruzione di minorenne. Il Tribunale ha disposto nei suoi confronti l’interdizione dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni e strutture pubbliche e private frequentate da minori, oltre alla misura di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minorenni per la durata di un anno dopo aver scontato della condanna.

L’imputata è stata assolta ‘perché il fatto non sussiste’ da una ulteriore contestazione di corruzione di minorenne, relativa ad un presunto video di natura erotica con un adolescente. Le indagini partirono in seguito alle denunce presentate ai carabinieri dai genitori delle presunte vittime.

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Addio a José Alberti, fu la prima guida di Maradona a Napoli

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José Alberti, la prima guida di Diego Armando Maradona a Napoli, è scomparso ieri all’età di 82 anni. Alberti, nato a Buenos Aires, non era solo l’interprete del Pibe de Oro, ma anche un amico e una figura di riferimento che ha accolto Maradona nella sua famiglia, facendogli conoscere le bellezze della città e la passione calcistica dei suoi abitanti.

Sbarcato in Italia negli anni ’60 per giocare nel settore giovanile della Juventus, Alberti si stabilì a Napoli dopo aver firmato per l’Internapoli. La sua carriera lo portò poi a diventare allenatore in diverse squadre di provincia. Ma fu il suo ruolo nella trattativa per portare Maradona a Napoli che lo rese indimenticabile. Omar Sivori, che aveva chiuso la carriera a Napoli, contattò Alberti per incontrare Jorge Cyterszipiler, il manager di Maradona. Questa missione segreta mirava a far conoscere la città a Diego, che sarebbe stato acquistato da Ferlaino per 13,5 miliardi di lire.

Alberti era presente al San Paolo il 5 luglio 1984, il giorno della presentazione di Maradona. Tradusse le domande dei cronisti di tutto il mondo e suggerì a Maradona alcune parole in italiano per salutare i nuovi tifosi. La sua famiglia, composta dalla moglie Mariagrazia e dai figli Andrea ed Emilia (campionessa di pallanuoto), divenne un punto di riferimento per Diego e la sua compagna Claudia.

José Alberti e Maradona condividevano una forte amicizia. Alberti, nato il 26 ottobre, festeggiava spesso i compleanni con Diego, brindando insieme in luoghi come “La Cueva”, il locale che Alberti aveva aperto a Riva Fiorita. Anche dopo il ritiro, Alberti rimase nel mondo del calcio come consulente per club italiani e argentini.

Cinque anni fa, José Alberti ebbe l’onore di abbracciare Papa Francesco in Vaticano. Il pontefice, tifoso del San Lorenzo, squadra in cui Alberti aveva giocato, ricordava con affetto quei tempi.

I funerali di José Alberti si terranno oggi alle ore 11 nella Chiesa Santa Maria di Bellavista a Posillipo. La sua scomparsa lascia un vuoto nel cuore di chi lo ha conosciuto e di tutti i tifosi napoletani che ricordano con affetto il suo contributo nell’arrivo del più grande calciatore di tutti i tempi a Napoli.

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Ercolano rinasce: nuovo Museo Archeologico e spazi riqualificati

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Ercolano, spesso considerata la sorella minore di Pompei, sta per vivere una trasformazione epocale. Grazie a un investimento di 50 milioni di euro da parte del Packard Humanities Institute (PHI), la città vedrà la nascita di un nuovo museo archeologico e l’ampliamento del parco, che includerà finalmente l’antica spiaggia recuperata e nuovi spazi provenienti da una vecchia coltivazione di piante ornamentali.

Il progetto prevede la riqualificazione delle aree sud ed est di Herculaneum, e sarà realizzato grazie alla collaborazione tra il PHI e il Parco Archeologico di Ercolano. I terreni acquistati dal PHI verranno donati al parco, portando un enorme passo in avanti dopo 20 anni di partenariato tra la prestigiosa istituzione e il sito archeologico.

Ieri, presso il Ministero della Cultura, è stato firmato un protocollo di intesa alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, del direttore generale dei musei, Massimo Osanna, del direttore del parco di Ercolano, Francesco Sirano, del sindaco Ciro Buonajuto, del presidente del PHI, David W. Packard, e del presidente dell’Istituto Packard per i beni culturali, Michele Barbieri.

Il Packard Institute non solo donerà gli spazi, ma si occuperà anche della progettazione e della realizzazione delle nuove strutture. Gli edifici attuali, ormai inadatti, saranno sostituiti da nuove strutture su un’area estesa su più di 3 ettari, precedentemente occupata dal mare fino al 79 d.C. Il nuovo ingresso su corso Umberto I sarà rivolto verso il mare e verrà realizzato anche un parcheggio per i visitatori.

Questo progetto porterà non solo alla creazione di nuovi depositi permanenti e laboratori di restauro, ma anche alla nuova sede del parco archeologico e dei relativi uffici. Il rapporto tra città antica e moderna migliorerà notevolmente, come dimostrato dalla rinascita del quartiere via Mare-via Cortili.

Il ministro Sangiuliano ha espresso grande entusiasmo per l’accordo: “Ercolano è uno dei siti archeologici più importanti al mondo. L’intesa raggiunta ci consente un grande salto di qualità con l’acquisizione di nuovi terreni e la creazione di nuovi spazi per gli uffici direzionali, i depositi e i laboratori del Parco archeologico”.

David W. Packard ha sottolineato l’importanza della collaborazione: “Sono lieto che la nostra fondazione abbia potuto svolgere un ruolo in questo importante lavoro presso il sito dell’antica Ercolano. Nutro grande ammirazione per l’abilità e la dedizione degli specialisti italiani che hanno lavorato a questo progetto”.

Massimo Osanna ha elogiato il programma elaborato con una visione di lungo periodo, che permetterà una gestione ancora più moderna e innovativa degli spazi e dei depositi. Francesco Sirano ha aggiunto: “Ci sarà un prima e un dopo questo accordo che apre una nuova era nella plurisecolare storia delle ricerche e della gestione del sito”.

Il sindaco Ciro Buonajuto ha concluso: “Questa collaborazione porterà ancora una volta innovazione, ricerca avanzata e migliori pratiche gestionali che consentiranno di preservare e promuovere al meglio il nostro straordinario patrimonio”.

Questo progetto rappresenta un’opportunità unica per valorizzare Ercolano, rendendola non solo un’importante meta turistica, ma anche un centro di ricerca e innovazione nel campo dell’archeologia.

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