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Cronache

Omicidio Bricca, giudizio immediato per i due arrestati

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Prove schiaccianti e un impianto accusatorio soldo. La Procura di Frosinone ha chiesto ed ottenuto il giudizio immediato, rito con cui si salta l’udienza preliminare, per Roberto Toson e suo figlio Mattia accusati di avere assassinato il 19enne Thomas Bricca con un colpo di pistola esploso da uno scooter la sera del 30 gennaio scorso nel centro storico di Alatri, per vendicare due risse avvenute nei giorni precedenti ed alle quali il ragazzo non aveva partecipato. Per i due il processo è stato fissato al prossimo 2 febbraio davanti ai giudici della Corte d’Assise.

Il sostituto procuratore Rossella Ricca ritiene di avere indizi e fonti di prova inconfutabili. Elementi che sono stati già vagliati dal tribunale del Riesame che ha confermato il carcere per padre e figlio di 47 e 22 anni. I due sono stati arrestati il 18 luglio scorso, a sei mesi dal raid di morte. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il vero obiettivo di quell’agguato non sarebbe stato Thomas ma il suo amico Omar. I nomi dei Toson erano finiti ben presto negli atti dell’indagine grazie ai racconti dei testimoni oculari dell’omicidio. Erano stati in molti a riconoscere Mattia sullo scooter che quella sera si era fermato per un istante davanti alla scalinata dove era seduta la comitiva di Thomas e dal quale erano stati esplosi due colpi mortali. Stando alle indagini, ad aver premuto il grilletto della pistola è stato proprio il 22enne, mentre il padre era alla guida del T-Max.

Lo stesso giovane, su Facebook, si vantava della sua conoscenza militare, sfoggiando mimetiche e riproduzioni di armi da soft-air. In un video addirittura si fa filmare mentre carica proprio una pistola, la scarrella ed esplode un colpo. Ad incastrare i due Toson sarebbe stata l’analisi dei dati del cellulare di Thomas, che avrebbero fatto emergere importanti incongruenze con i racconti forniti dagli indagati. In questi mesi, infatti, i due hanno sempre sostenuto di non aver potuto essere sul luogo dell’omicidio perché quella sera stavano partecipando ad una festa di compleanno. L’agguato mortale, come ricostruito dalla Procura ciociara, sarebbe scaturito per rappresaglia dopo le risse che erano nate nei giorni precedenti all’omicidio tra le stradine del centro storico del paese. Risse alle quali, secondo quanto ricostruito, Thomas neanche partecipò.

In una di queste sarebbe stato coinvolto anche uno zio acquisito di Mattia Toson, Francesco Dell’Uomo, che era stato picchiato e lasciato cadere da una balaustra sulla circonvallazione cittadina. Proprio per questo il nipote, con l’aiuto del padre, sarebbe poi tornato sul posto armato di pistola per farsi giustizia. L’obiettivo, però, sarebbe dovuto essere l’amico fraterno di Thomas, che, per una tragica fatalità, indossava lo stesso giacchetto bianco della vittima. Anche lui, quella sera, era seduto sulla scalinata che affaccia sul parcheggio dove i due killer si sono fermati e hanno esploso i colpi.

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Ferito da un colpo di pistola, 14enne in ospedale all’Aquila

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Un ragazzo di 14 anni è finito in ospedale, all’Aquila, dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola. Il giovane ha una ferita da arma da fuoco alla gamba ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico; le sue condizioni non destano preoccupazione. Poco chiara al momento la dinamica dei fatti, che sono avvenuti attorno alle 18 in località Cese di Preturo. Il ragazzo, ricostruiscono i media locali, avrebbe raccontato che, mentre era con degli amici, da un’automobile, sembra un’Audi nera, che li ha affiancati, sarebbe partito un colpo di pistola. E’ stato lo stesso 14enne, una volta tornato a casa, a raccontare quanto accaduto alla madre, che poi lo ha accompagnato in ospedale. Sull’episodio e sulla versione fornita dal ragazzo sono in corso indagini da parte della polizia.

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Blackout ferma anche il tennis a Madrid ma Arnaldi passa

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Anche il torneo di tennis di Madrid si è dovuto arrendere al black out che ha colpito poco dopo le 12.30 di oggi ma l’intera penisola iberica e parte del Sud della Francia. Dopo sole tre partite giocate, il programma è stato sospeso in attesa di un ritorno dell’energia elettrica, lasciando giocatori e pubblico in un limbo fatto di attesa e incertezza, un po’ come in una stazione o in un aeroporto per uno sciopero improvviso. Intorno alle 16.30, gli organizzatori hanno infine deciso di cancellare tutti gli incontri ancora da disputare, nel pomeriggio e in serata, per motivi tecnici e di sicurezza, scombinando i programmi di tante stelle della racchetta già stressate, anche se lautamente ricompensate, dai ritmi infernali del circuito.

Una delle poche eccezioni ha riguardato Matteo Arnaldi. L’azzurro stava portando a casa il secondo set contro il bosniaco Damir Dzumhur quando si sono spenti i tabelloni e tutte le apparecchiature a servizio del match. I due giocatori sono rimasti interdetti e la partita è stata sospesa ma quello che sembrava un inconveniente localizzato alla Caja Magica, sede del torneo, si è rivelato un problema di ben altra dimensione. L’azzurro ha però potuto in qualche modo finire opera, battendo il rivale per 6-3, 6-4 per accedere agli ottavi di finale, ma della sua vittoria non resterà traccia se non nella memoria dei due protagonisti e dello scarso pubblico presente, perchè tutto era andato in tilt. Nel primo set, Arnaldi e Dzumhur hanno faticato mezz’ora per completare i primi sei game, poi l’italiano ha fatto il break per chiudere 6-4.

Nel secondo, Arnaldi non si è fatto distrarre dall’interruzione, guadagnando la sua prima volta agli ottavo in un Masters 1000 e anche qualche ora di riposo in più rispetto al prossimo avversario, che sarà uno tra lo statunitense Tiafoe e il francese Muller. Non è andata altrettanto bene al bulgaro Grigor Dimitrov, che stava avendo la meglio sul britannico Jacob Fearnley: lo stop energetico ha lasciato una telecamera pericolosamente sospesa sul centro del campo, obbligando a sospendere definitivamente l’incontro. Dopo qualche ora di attesa, i giocatori che dovevano scendere in campo hanno avuto la notifica della cancellazione del programma e tra loro ci sono Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, che domani, si presume, dovranno affrontare rispettivamente il britannico Jack Draper e il greco Stefanos Tsitsipas. Nel torneo Wta 1000 hanno potuto completare la partita la statunitense Coco Gauff, che ha battuto la svizzera Belinda Bencic, e la sua prossima avversaria, la russa Mirra Andreeva, che ha eliminato l’ucraina Yuliia Starodubtseva. Tutto rinviato invece per la n.1 e la n.2 al mondo, la bielorussa Aryna Sabalenka e la polacca Iga Swiatek, che è la campionessa uscente. (ANSA). 2025-04-28T18:10:00+02:00 RI ANSA per CAMERA04 NS055 NS055

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Prete indagato a Bari, su auto tracce di sangue: è indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso

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Le tracce presenti sull’auto di don Nicola D’Onghia, il 54enne sacerdote indagato a Bari per omicidio stradale e omissione di soccorso nel caso della morte della 32enne Fabiana Chiarappa, erano di sangue. Lo dimostrano i primi risultati degli accertamenti svolti sulla Fiat Bravo del prete nei giorni successivi all’incidente. Ora, per gli inquirenti, resta intanto da capire se quel sangue sia quello della 32enne, rugbista e soccorritrice del 118, ma soprattutto se il possibile impatto tra la auto del sacerdote e Chiarappa abbia causato la morte della giovane o se questa, invece, sia avvenuta prima.

Secondo quanto ricostruito finora, la sera del 2 aprile Chiarappa era in sella alla sua moto Suzuki sulla provinciale 172 che collega i comuni di Turi e Putignano quando, per cause ancora da chiarire, avrebbe perso il controllo del mezzo e sarebbe finita fuori strada, colpendo anche un muretto a secco. Compito della pm Ileana Ramundo, che coordina le indagini dei carabinieri, è ora quello di capire – anche grazie ai risultati dell’autopsia, il cui deposito è previsto tra oltre un mese – cosa effettivamente abbia causato la morte della 32enne, se lo schianto contro il muretto o il successivo impatto con l’auto.

Il parroco, agli inquirenti, ha raccontato come quella sera, mentre percorreva quella strada, ha avvertito un rumore provenire dal pianale della propria auto (“come se avessi colpito una pietra”) ma di non essersi accorto né della moto né della ragazza, anche a causa del buio. Poco dopo aver sentito il rumore, intorno alle 20.30, si è quindi fermato in una stazione di servizio per controllare eventuali danni all’auto, prima di rimettersi in macchina e tornare verso casa. Il parroco ha detto di aver appreso dell’incidente dalla stampa il giorno dopo e per questo, dopo aver consultato i propri legali (è assistito dagli avvocati Vita Mansueto e Federico Straziota), ha deciso di raccontare il tutto ai carabinieri.

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