Una nuova testimonianza, due telefonate poco prima degli arresti domiciliari e contraddizioni emerse nell’interrogatorio dal gip, gravano sulle posizioni di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi, accusati di essere amministratori di fatto di cooperative, e in particolare di Marmodiv, societa’ in affari con l’azienda di famiglia Eventi 6. Le indagini di procura e Gdf hanno raccolto in febbraio nuovi elementi che hanno indotto il gip Angela Fantechi a mantenere i domiciliari. Nuove prove che insieme al rischio di fallimento di Marmodiv (udienza decisiva a Firenze il 20 marzo) potrebbero aggravare la situazione dei Renzi accusati di bancarotta fraudolenta e fatture false. In particolare in questa ultima fase, rifacendosi a nuove indagini, il gip da’ peso alle affermazioni di Massimiliano Di Palma, imprenditore di Dmp Italia che ha rilevato Marmodiv. Di Palma alla Gdf ha detto di essersi incontrato a Rignano, proprio per la cessione di Marmodiv, “con Tiziano Renzi e il genero Conticini e poi con Daniele Goglio”, cui era stata ceduta Marmodiv. Un incontro organizzato “tramite Mariano Massone”, dipendente di Dmp e anche lui ai domiciliari in questa inchiesta. Il gip riporta che i Renzi pero’ all’interrogatorio hanno detto che Dmp avrebbe acquistato Marmodiv “a loro insaputa”, “circostanza contraddetta da Di Palma”. Peraltro proprio con Di Palma ci sono due telefonate fatte col cellulare in uso a Tiziano Renzi il 18 febbraio, alle 16.37 e alle 16.54, stesso giorno in cui verso le 19 la guardia di finanza avrebbe notificato a lui e alla moglie Laura Bovoli i domiciliari. Anche questi aspetti, secondo gli inquirenti, rivelano le attivita’ in corso da mesi per scongiurare il fallimento della Marmodiv (che ha un buco di 300.000 euro).
La cooperativa e’ stata prima rilevata da Daniele Goglio “per fare un favore personale alla ‘famiglia Renzi”, come ricostruisce il gip, e poi ceduta a Dmp di Di Palma, che peraltro l’avrebbe acquisita senza i debiti con le banche, rimasti alla vecchia gestione. In tali attivita’ di ‘salvataggio’ l’accusa ipotizza il coinvolgimento dei Renzi come amministratori di fatto. Su Marmodiv peraltro, nelle attivita’ del tribunale fallimentare che ha commissionato una perizia, la Gdf ha accertato fatture false portate allo sconto in banca da persone a cui Renzi ha ceduto la cooperativa. E lunedi’ quattro marzo, proprio per fatture false, comincera’ a Firenze un altro processo – frutto di un’altra inchiesta, altra vicenda – con Tiziano Renzi e Laura Bovoli a giudizio insieme al ‘re degli outlet’ Luigi Dagostino. Le fatture di questo processo risalgono al 2015 e riguardavano studi di fattibilita’ di cui la Tramor di Dagostino aveva incaricato Party ed Eventi 6, societa’ dei Renzi.