Collegati con noi

Politica

Nordio rivoluzione: meno reati contro la Pa e meno intercettazioni. Ed è polemica al vetriolo con De Raho

Pubblicato

del

 Revisione dei reati contro la pubblica amministrazione, il cui sistema è ormai “obsoleto”, impegno di governo per garantire la separazione delle carriere dei magistrati “senza andare alle calende greche” e particolare sensibilità sui sequestri di cellulari e trascrizioni nell’ambito di indagini. Oltre ad una razionalizzazione dell’uso di intercettazioni, anche per far fronte alle “spese incontrollate” delle Procure. Nelle sue comunicazioni alle due Camere il ministro della Giustizia Carlo Nordio comincia ad infilare i tasselli della riforma e intanto incassa, quasi in contemporanea, il primo via libera alla nuova riforma delle intercettazioni, contenuta nel disegno di legge che porta il suo nome. Dopo aver superato il primo step sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio, adesso lo stesso risultato è stato raggiunto nella commissione competente del Senato che ha approvato anche l’articolo 2: il testo prevede il divieto di pubblicazione delle intercettazioni che riguardano terze persone – ‘soggetti diversi dalle parti’ – di cui non potranno essere trascritti neanche i dati e che vanno stralciati se non sono rilevanti per le indagini. “Vite intere vengono rovinate perché un pubblico ministero senza razionalità giuridica sequestra il telefonino”, dice Nordio che teme “un nuovo barbaro medioevo reso più sinistro e duraturo da limiti e risorse della tecnologia”. In merito al suo provvedimento parla di “norma minima di civiltà”, definendo comunque le intercettazioni “assolutamente indispensabili nelle indagini sulla criminalità organizzata, sul terrorismo e sugli altri reati di grave allarme sociale.

Ma il suo utilizzo è eccessivo, sproporzionato, nel numero e nei costi rispetto ai risultati. E la sua spesa sfugge a ogni controllo perché le procure non hanno un budget per queste spese”, prosegue il ministro che, sottolineando la necessità di fornire un tetto di spesa agli uffici giudiziari, precisa: “anche su questo interverremo”. Il ministro rispedisce al mittente le accuse del deputato Cafiero De Raho, censurato dal presidente di turno alla Camera perché durante il suo intervento ha accusato il governo di fare una politica di “favore alle mafie”. “Lui – dice Nordio riferendosi all’ex procuratore – ha dedicato la sua vita all’Antimafia e all’anticorruzione e vede tutto il mondo come una sorta di cospirazione”. Lo slogan di una “giustizia rapida ed efficiente” domina il cronoprogramma annunciato dal Guardasigilli: entro febbraio saranno approvati i decreti correttivi alla riforma penale mentre a breve saranno presentati quelli alla riforma civile, per concludere tutto l’iter entro la primavera. E l’abrogazione dell’abuso d’ufficio – che “non contrasta con le normative Ue” – è solo l’inizio, perché “l’intero sistema di reati contro la pubblica amministrazione è un sistema obsoleto”. Ma il numero uno di via Arenula avverte: “dire che, se non è possibile contestare l’abuso di ufficio, si contesta il reato di corruzione è una bestemmia dal punto di vista giuridico”.

Resta il tema della separazione delle carriere, una promessa fatta agli elettori da questo governo che Nordio ritiene “non negoziabile” e che riflette un concetto: “conferire poteri immensi al pm come capo della polizia giudiziaria mantenendo i poteri che ha, senza essere controllato, è un pericolo”. Sono in avanzata fase di preparazione le nuove norme in materia di cybersicurezza contro la minaccia hacker e un altro obiettivo è ridurre la popolazione carceraria attraverso modifiche al codice di procedure penale: ciò significa intervenire sui tempi e i luoghi della carcerazione preventiva, limitando forse quei giorni che passano dall’arresto in flagranza alla liberazione di una persona, trattenendola in stabilimenti diversi dal carcere. Non manca l’ultima stoccata sull'”autoflagellarsi” italiano: “il nostro Paese figurava, nella classifica internazionale, tra gli ultimi posti in termini di affidabilità sulla corruzione. Ma abbiamo spiegato che i criteri di corruzione percepita non corrispondono affatto a quella reale e l’Italia risalirà nella graduatoria”. Intanto il Csm fornisce il suo parere riguardo al via libera della Camera alle nuove regole sulla prescrizione: “sarebbe opportuno completare l’intervento normativo con la previsione di un regime transitorio”, spiega la sesta commissione.

Advertisement

Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

Pubblicato

del

Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

Continua a leggere

Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

Pubblicato

del

Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

Continua a leggere

Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

Pubblicato

del

Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto