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Nordio avvia accertamenti sulla giudice di Catania Iolanda Apostolico

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Ha sbagliato la giudice di Catania Iolanda Apostolico quando cinque anni fa ha partecipato alla manifestazione per chiedere lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti: poteva, ma non doveva farlo. Perché chi indossa la toga ha dei “limiti” dettati non solo dalla giurisprudenza “ma soprattutto dalla deontologia e dal buon senso. Più manifesta le sue idee politiche, più vulnera la presunzione di imparzialità”. Mentre la magistrata che ha disapplicato il decreto Cutro continua a essere al centro delle polemiche – con la Lega che diffonde un ulteriore video che la ritrae a quella iniziativa e insiste per le sue dimissioni – è il ministro della Giustizia Carlo Nordio a prendere posizione.

Lo fa con un’intervista a Libero in cui annuncia che partiranno “subito” gli accertamenti sul caso che già qualche giorno fa aveva definito “doverosi”. Verifiche che per ora, come si apprende in ambienti di via Arenula, sono funzionali a rispondere alle interrogazioni parlamentari annunciate dal centro-destra, che continua a far pressing sul Guardasigilli per l’invio degli ispettori al tribunale di Catania. E oggi un altro magistrato dello stesso tribunale, Rosario Cupri, ha preso una decisione analoga a quella della collega Apostolico, negando la convalida del trattenimento di sei migranti a Pozzallo, che era stato disposto dal questore di Ragusa. Intanto FdI, con il ministro della Protezione Civile e delle politiche del mare, allarga il tiro su altri magistrati politicizzati che opererebbero a Catania e chiede l’intervento del Csm.

“La giudice Apostolico non è la sola a fare politica”, accusa Nello Musumeci a margine della convention di FdI a Brucoli. E ai giornalisti che gli chiedono a chi si riferisca, replica sibillino: “è un giudice che fa servizio a Catania e non è il solo”. Il nuovo video diffuso sui canali social della Lega ritrae la giudice di Catania Iolanda Apostolico mentre con il marito e altri manifestanti batte le mani, quando viene scandito lo slogan ‘siamo tutti antifascisti’, ed è l’occasione per il partito di Salvini per rilanciare la richiesta di dimissioni, a cui si associa da Forza Italia il deputato Maurizio Gasparri. Un tema su cui Nordio nell’intervista a Libero dice di non potersi esprimere “prima di aver acquisito tutti gli elementi necessari. Ufficialmente non sappiamo nemmeno se la magistrata abbia partecipato o no a quella manifestazione”. Nessun dossieraggio invece in relazione al video diffuso da Matteo Salvini, visto che la manifestazione a cui ha partecipato Apostolico, spiega il Guardasigilli, era un “evento pubblico”.

La pensa all’opposto il leader del M5s Giuseppe Conte che torna invece a chiedere spiegazioni a Salvini, anche alla luce del nuovo filmato. Non è tra i compiti istituzionali del ministro delle Infrastrutture “la collezione dei video che vengono fatti per ragione di sicurezza dalle forze dell’ordine, è bene che chiarisca cosa c’è dietro”, insiste il leader cinquestelle, che avverte: ” non consentiremo mai a questa maggioranza di realizzare il disegno volto a mettere il bavaglio alla magistratura”. Chiarimenti sul video che ha fatto scoppiare il caso, e di cui un carabiniere si è attribuito la paternità, potrebbero arrivare dagli accertamenti della magistratura. In procura a Roma c’è un esposto del leader dei Verdi Angelo Bonelli, mentre all’autorità giudiziaria di Catania è arrivata la segnalazione dei superiori del carabiniere, che ha riferito loro di aver girato quelle scene con il suo cellulare e di averle poi condivise con una ristretta cerchia di persone. Il militare rischia l’iscrizione nel registro degli indagati e anche un procedimento disciplinare.

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Campania: De Luca, Meloni non può parlare di lotta alla camorra

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“Io amo molto i tanti esponenti del mondo cattolico che in questo momento per esempio stanno utilizzando le risorse stanziate alla Regione Campania per gli oratori. Ci sono decine di parroci che stanno creando cose bellissime per aggregare i giovani nelle loro parrocchie. È un lavoro prezioso di aggregazione delle giovane generazioni. E soprattutto sono convinto che la lotta alla camorra la si fa creando il lavoro, aprendo i cantieri, e quindi chi non può parlare di lotta alla camorra è il governo Meloni, che tiene bloccate le risorse da più di un anno, altro che camorra”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, a margine della presentazione dei lavori allo stadio Collana di Napoli, rispondendo a una domanda sulle polemiche seguite alle sue parole sul parroco di Caivano don Maurizio Patriciello.

“La lotta alla camorra – ha aggiunto De Luca – si fa creando lavoro, non facendo demagogia. La lotta alla camorra si fa difendendo l’unità d’Italia, non spaccando l’Italia e calpestando le ragioni del Sud. Non solo i fondi sviluppo e coesione che sono bloccati, ma i fondi per la sanità, i fondi per il trasporto. Non c’è ancora molta gente che nel Sud ha capito bene il pericolo che corriamo. Noi dobbiamo combattere con molta serenità e soprattutto superando questo clima di subalternità, di sottomissione, di vassallaggio. Siamo di fronte ad una prova di burocratismo che sta dando questo Governo che non si è mai vista. Questi sono i problemi reali. Tutto il resto sono strumentalizzazioni, assolutamente inutili e improprie”, ha concluso De Luca.

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Graziano (Pd), grave uso foto don Patriciello in campagna Fdi

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“La lotta alla camorra non può essere né irrisa, né strumentalizzata. La seconda cosa non è meno grave della prima” così il deputato democratico, Stefano Graziano, commenta l’utilizzo dell’immagine di don Patriciello nella campagna elettorale di un candidato di Fdi. Il riferimento è alla vicenda di cui riferisce la Repubblica Napoli.

Il deputato Marco Cerreto, in lizza per le Europee, solidarizza con don Maurizio Patriciello dopo la polemica innescata dal governatore De Luca. “Non avevo intenzione di strumentalizzare nessuno – dice interpellato dal quotidiano – non c’è scritto di votare per me. E’ una manchette che uso sempre sui social e su quella faccio la mia comunicazione”.

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Burlando, ho incontrato Spinelli per dargli un’opinione

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“Questo è uno scandalo che riguarda tutta l’Italia”. Lo ha detto l’ex presidente della Liguria ed ex sindaco di Genova Claudio Burlando, intervistato dal Corriere della sera. Secondo Burlando, il suo successore Giovanni Toti “dava l’impressione di trattare per sé, non per il bene pubblico”.

Anche l’ex governatore ha incontrato di recente l’imprenditore Aldo Spinelli: “Quarant’anni che mi occupo di queste cose. Molto complesse. Non mi sono mai negato quando qualcuno mi ha chiesto un confronto. Ribadisco: oggi io non ho alcun potere decisionale. In quel momento, Spinelli stava litigando con l’uomo genovese di Psa. Ogni volta che si libera un’area, in porto c’è una zuffa. Mi ha chiesto la mia opinione.

Credo che lui abbia reso pubblico l’incontro per fare ingelosire Toti. Tutto qui”, sostiene Burlando. E sulle parole del dirigente Pd Andrea Orlando, che ha definito ‘crepuscolare’ la fine del suo mandato, replica: “L’ho trovato un giudizio ingeneroso e poco informato. Andrea afferma anche di avere indicato Ferruccio Sansa, vicino ai Cinque Stelle, alle Regionali del 2020. Dove il centrosinistra ha avuto il peggior risultato della sua storia. Non so se faccia bene a rivendicare quella scelta. E non sono sicuro che sia questa la strada per vincere”.

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