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Ngonge salva Mazzarri al 90′, ma è un Napoli penoso in casa

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Il Napoli di Walter Mazzarri si salva solo al 90′ al Maradona contro il Genoa. Finisce 1-1, tra i fischi del pubblico di casa, con le due reti, arrivate nella ripresa di Frendrup per i rossoblu e di Ngonge per i partenopei. Grande partita per la squadra di Gilardino che poteva portare via i tre punti, e occasione persa per il Napoli di riavvicinarsi nella parte alta della classifica. Agli azzurri non è bastato un secondo tempo di rabbia agonistica e forcing per ribaltare la sfida. Il Napoli sale così a 36 punti al nono posto con il Torino, mentre in Genoa si porta a 30 punti. Mazzarri, senza Osimhen, rientrato dalla Coppa d’Africa ma non ancora pronto. fa rientrare Meret in porta con Ostigard a sostituire lo squalificato Juan Jesus, mentre Mazzocchi viene preferito a Mario Rui e Olivera sulla corsia sinistra. Il tecnico decide anche per l’esordio di Traoré a centrocampo, con Zielinski in panchina. Ancora titolare Simeone in avanti. Mentre c’è una sola assenza per Gilardino, che deve rinunciare a Matturro. La novità è Malinovskyi in panchina con Messias in campo e con Frendrup che torna a fare la mezzala. Confermata la coppia d’attacco Retegui-Gudmundsson.

Subito intensa la sfida con al 3′ il primo assolo di Kvara che salta Sabelli e calcia forte ma centrale. Parata facile per Martinez. I rossoblù reagiscono con il colpo di testa di Retegui su assist di Martin, bloccato in due tempi da Meret. Il Napoli va vicino al vantaggio al 15′, quando Anguissa calcia di controbalzo dal limite dell’area, ma Martinez non si fa sorprendere. Al 27′ ancora Meret decisivo sempre su Retegui. Al 37′ ci prova Traoré che riceve al limite dell’area, rientra sul destro e calcia a giro, ma colpisce male e il pallone finisce alto. Ad inizio ripresa il Genoa passa in vantaggio. Al 47′ Messias serve Retegui in area con il centravanti che controlla ma viene fermato dall’intervento di Natan con la sfera che finisce nella zona di Frendup, che di sinistro batte Meret per lo 0-1. Il Napoli alza i ritmi e al 56′ Traoré riceve la sponda di petto di Simeone e calcia ma Martinez blocca. Il Genoa non riesce più a uscire. Al 74′ corner a rientrare di Kvaratskhelia e colpo di testa di Anguissa che non trova la porta per pochissimo. Ancora il georgiano protagonista all’87’, cerca l’angolino basso sul secondo palo ma Martinez si distende e devia in corner. La pressione della squadra di Mazzarri si concretizza al 90′: Olivera crossa sul secondo palo per Di Lorenzo, che fa la sponda per il nuovo entrato Ngonge che calcia con il sinistro e trova l’angolino per l’1-1 finale.

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Juventus, esonerato Thiago Motta: in panchina arriva Igor Tudor

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Cambio in panchina alla Juventus: Thiago Motta è stato ufficialmente esonerato dal club bianconero. La decisione, nell’aria da giorni, è stata comunicata con una nota in cui la società ha ringraziato l’allenatore italo-brasiliano e il suo staff per «la professionalità dimostrata» e per «il lavoro svolto con passione e dedizione».

Tudor nuovo allenatore bianconero

A guidare la Juventus da qui alla fine della stagione sarà Igor Tudor, ex difensore della Juve tra il 1998 e il 2005 e viceallenatore durante la gestione Pirlo nella stagione 2020/2021. Il tecnico croato, classe 1978, inizierà ufficialmente il suo lavoro domani, dirigendo il primo allenamento con la squadra.

La scelta della dirigenza

La società ha deciso di voltare pagina dopo un cammino altalenante, scegliendo Tudor per la sua conoscenza dell’ambiente e per il suo stile di gioco aggressivo, già mostrato nelle sue esperienze in Serie A e in Ligue 1. La speranza del club è quella di ottenere la qualificazione alla prossima Champions League e ricostruire un progetto tecnico solido.

 

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F1: doppietta McLaren in Cina, Ferrari squalificate

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Secondo gran premio di stagione e per la Ferrari la casella podio resta vuota. E c’è di peggio perché in Cina sono arrivate post gara le squalifiche per entrambi i piloti di Maranello: a Charles Leclerc per violazione del peso della sua monoposto (sotto di un kg) e a Lewis Hamilton per il pattino posteriore risultato al di sotto dello spessore minimo richiesto dal regolamento tecnico. Insomma, azzerati i pur modesti quinto e sesto posto con cui i due avevano rispettivamente chiuso il gp a Shanghai e zero punti per il Cavallino.

E pensare che il guizzo di Lewis Hamilton nella Sprint (prima vittoria con la Rossa) aveva in qualche modo illuso anche sulle potenzialità della SF-25, che invece in Cina, dopo l’esordio a Melbourne, non ha nemmeno sfiorato il podio. In una gara dominata dalle McLaren, alla prima doppietta di stagione, con Oscar Piastri che ha completato il suo week end perfetto con pole e vittoria – la terza in carriera – davanti al compagno di scuderia e leader del mondiale Lando Norris e alla Mercedes di un ottimo George Russell, le Ferrari erano comunque apparse spente.

A condizionare la gara, almeno quello del monegasco, prima della tegola successiva, sicuramente il contatto con il compagno di squadra in avvio che lo ha costretto a correre i 56 giri sul circuito di Shanghai con l’ala anteriore rotta. Un episodio che ha frenato Leclerc, ma comunque i rapporti di forza al momento restano chiari: superiorità indiscutibile della McLaren che si porta a casa il bottino pieno confermandosi la macchina da battere con una gara dominata dall’inizio alla fine. Il 23enne australiano, partito in pole, è rimasto sempre al comando dando quasi l’impressione di non spingere al 100%, ma pensando (come pure Norris) a gestire il vantaggio sugli avversari. Primo fra tutti Russell, che si è visto superare da Norris in avvio ma poi ha tenuto il passo nonostante alle spalle prima Leclerc e poi Verstappen abbiano tentato l’assalto al podio. Vanificati dal pilota Mercedes che ha alzato il muro prendendosi d’autorità il terzo posto. Subito dietro l’olandese della Red Bull che dopo una partenza disastrosa ha beneficiato di un pit stop salvifico che lo ha riproiettato in avanti, fino al bel sorpasso nei giri finali ai danni di Leclerc sul lungo rettilineo della pista cinese.

La macchina campione del mondo mostra comunque dei limiti, attutiti dall’abilità di Verstappen, evidenti invece guardando al compagno di team Liam Lawson quasi doppiato. La gara di Hamilton, prima che arrivasse la sanzione, era da decifrare: il team principal Fred Vasseur difende la scelta di aver fatto fermare una seconda volta il britannico con l’obiettivo di agguantare il podio. Ma sir Lewis non mostra ritmo dopo il cambio gomme: con questa mossa perde la quinta posizione (dopo avere ceduto già la quarta) e non riesce nemmeno ad aiutare Leclerc dall’assalto (riuscito) di Verstappen che pure in partenza si era visto superare da entrambe le Ferrari. “Non penso che stiamo tantissimo indietro, ma sappiamo che dobbiamo continuare a spingere – le parole a caldo di Vasseur – Sicuramente quando perdi metà dell’ala quello che ha fatto Leclerc è stato quanto di meglio. Più difficile capire quanto fatto da Lewis, ma lo stop per le gomme visto il degrado era giusto e non ha cambiato il risultato”.

E non c’è risposta al quesito su cosa sarebbe potuto cambiare se fosse stata cambiata l’ala alla monoposto di Leclerc, convinto addirittura che poteva vincere. “Onestamente la vittoria era alla portata, il passo era veramente buono, quello che è successo alla partenza non è colpa di nessuno, ma con quel danno non si poteva fare meglio” le parole di Leclerc. Al suo secondo gp dei grandi, Kimi Antonelli con la Mercedes porta a casa altri punti, e se non era contento dell’8/o posto forse il 18enne pilota emiliano cn due guadagnati per le squalifiche Ferrari può sorridere di più. A esultare di sicuro le McLaren, “week end super, è la vittoria che merito” le parole di Piastri. Tra due settimane si corre in Giappone e per la Ferrari test verità.

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Calcio, Igor Tudor: il bianconero cucito addosso

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Igor Tudor conosce molto bene la strada verso la Continassa, perché l’ha percorsa per un anno intero nella stagione 2020-2021. Era un ritorno in casa bianconera, all’epoca però come semplice secondo, il viceallenatore di Andrea Pirlo, con un ruolo inevitabilmente in ombra. Adesso invece la Juve sarà tutta sua, almeno per i prossimi due mesi o poco più di stagione. Continua dunque la lunga storia d’amore tra il croato e i colori bianconeri, che comincia lontanissimo nel tempo: era il 1998, quando era un ventenne agli inizi della carriera.

Torino e la Juve lo accolsero ragazzino, alla prima esperienza lontano dalla sua Croazia e dalla sua Spalato, per poi salutarlo uomo, nel 2005, con oltre cento presenze all’attivo e cinque trofei piazzati nella bacheca del club, dagli scudetti del 2001-2002 e 2002-2003, le Supercoppe Italiane del 2002 e 2003 e l’Intertoto del 1999. Dopo un anno di Siena, fece il suo ritorno alla Vecchia Signora nella stagione più difficile della storia, quella della serie B del 2006-2007, senza però collezionare una sola apparizione, a causa di un lungo infortunio che lo tenne lontano dai campi. I colori della Juve però gli erano rimasti cuciti addosso, l’amore non era mai svanito e il sogno di tornare si realizzò parzialmente con l’annata insieme a Pirlo, che non andò come si sarebbe aspettato

. “Non farò mai più il secondo nessuno” disse Tudor dopo quell’esperienza, anche perché lui prima e dopo ha sempre fatto l’allenatore di ruolo. Ha iniziato con l’Hajduk Spalato dopo aver fatto il collaboratore anche per la nazionale croata, poi ha girovagato tra Paok, Karabukspor, Galatasaray fino al ritorno in Italia, all’Udinese, nel 2018. È lì in mezzo che s’inserisce la parentesi come secondo di Pirlo, poi ha ancora guidato Verona e Marsiglia per arrivare alla panchina più recente, quella della Lazio, dov’è durato da marzo a giugno scorso.

Proprio l’esordio con i biancocelesti, per uno scherzo del destino, fu contro la Juve, battuta 1-0 all’Olimpico. Il suo primo ostacolo adesso sarà il Genoa, sabato allo Stadium: Tudor avrà sette giorni di tempo per preparare la sfida contro il Grifone, da non fallire. Poi ci saranno due mesi per conquistarsi il pass per la Champions League e magari ambire a un “posto fisso” in bianconero, visto che il contratto fino al termine di questa stagione ha tutti i contorni di un legame a “tempo determinato”. Per i discorsi di questo genere però ci sarà tempo: ora la missione di Tudor è quella di rialzare una Juve ferita e bastonata con sette gol in due partite.

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