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Calcio, Napoli: dopo gli sbagli occorre ripartire

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Facendo i conti: se l’opaco Napoli di Garcia avesse continuato, gli azzurri sarebbero quarti, in piena zona Champions. Oggi il
confuso, irriconoscibile Napoli di Mazzarri galleggia stancamente a metà classifica. I nuovi acquisti vengono utilizzati con il contagocce come è nello stile (antico) di Mazzarri: ricordate Verratti? Il Napoli lo aveva praticamente già acquistato quando lui disse che bisognava lasciarlo un anno a maturare al Pescara… e il ragazzo se ne andò al PSG. Non ama le novità Walterone figurarsi se può dare le chiavi del campo agli acquisti di gennaio. Ma parlare dell’allenatore è come sparare sulla croce rossa..
Tornando ad oggi si è sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare e anche di più. Dal perdere l’allenatore che ha portato la squadra allo scudetto agli acquisti dell’estate, all’ingaggio di Mazzarri, del direttore sportivo che ha preso il posto di Giuntoli, un’ottima persona che però si vede che non ha il polso di quello che succede, ai prestiti fatti in inverno in piena emergenza (leggi Gaetano e Zerbin) ma anche in precedenza (Folorunsho), fino alla perdita a zero di Demme fuori rosa dovunque e di Zielinski che voleva stare a Napoli ma è stato dissuaso. Inoltre Osimhen che fa quello che gli pare…


Questo non significa che bisogna ‘sparare’ a zero su De Laurentiis: sbagliare è umano, lo ha pure riconosciuto, ma occorre fare attenzione a non perseverare negli errori. Il presidente faccia il presidente perché lo sa fare e bene, ma lasci agli altri i loro compiti e si avvalga di collaboratori di livello, magari ascoltando anche i calciatori oggi sballottati in schemi dove non sono abituati a giocare.
Calzona, Hamsik, Sinatti? Ben vengano se è vero. Sono una continuità e una garanzia. Anche per quelli che scendono in campo.

 

Nella foto di apertura Hamsik e Calzona

 

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Cronache

Il sindaco di Sorrento Massimo Coppola tace, parla il suo collaboratore Francesco Di Maio

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Arrivano le prime ammissioni di responsabilità dall’inchiesta sulle presunte irregolarità nell’assegnazione degli appalti al Comune di Sorrento, che nei giorni scorsi hanno portato in una cella del carcere di Poggioreale il sindaco Massimo Coppola e un suo collaboratore, Francesco Di Maio.

I due, entrambi arrestati in flagranza di reato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torre Annunziata, si sono trovati oggi davanti al gip Emanuela Cozzitorto accompagnati, rispettivamente, dagli avvocati di fiducia Giovanbattista Pane e Alessandro Orsi: il sindco ha accusato un lieve malore e ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, mentre Di Maio, secondo quanto si è appreso, avrebbe fornito delle conferme agli investigatori circa la natura di quei seimila euro che un imprenditore avrebbe consegnato ai due durante una cena, sostengono gli investigatori, era stata appositamente organizzata.

Soldi che per l’accusa sarebbero parte di una “mazzetta” versata per un appalto finito nelle mani dell’imprenditore in questione. E mentre le indagini proseguono, emergono nuovi particolari sugli arresti in flagranza avvenuti la sera di martedì, il 20 maggio: le banconote trovate addosso al sindaco e al suo collaboratore – il primo aveva 4.500 euro, il secondo 1.500 – erano state fotocopiate dai finanziari (per registrane i numeri di serie) prima della consegna. Inoltre, sotto il tavolo dove i tre si sono accomodati per la cena, quella sera, era stata preventivamente sistemata dagli investigatori una microspia che ha captato le parole dei commensali.

Seduti ai tavoli vicini, poi, non c’erano dei normali clienti ma dei finanzieri in borghese. Infine, nei bagni del ristorante, erano state nascoste delle telecamere grazie alle quali gli inquirenti hanno potuto vedere e registrare Di Maio mentre contava il denaro appena ricevuto dalle mani dell’imprenditore. L’inchiesta della Procura di Torre Annunziata (sostituti procuratori Schioppi e De Micheli, procuratore Nunzio Fragliasso) vede indagate ventidue persone, tra cui il sindaco, dirigenti e funzionari comunali di Sorrento, collaboratori del primo cittadino e imprenditori, nei confronti dei quali vengono ipotizzati, a vario titolo, i reati di induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione, turbativa d’asta e peculato.

Tra gli iscritti anche Giuseppe Razzano, assistente territoriale di Pina Picierno e rappresentante legale della società Comunicando, che nel 2021 si è aggiudicato l’appalto per la promozione del “Brand Sorrento”, uno di quelli finiti nel mirino degli investigatori. “Non ho subìto alcuna perquisizione e non mi è stato notificato alcun provvedimento. Sono pronto a tutelare la mia immagine e professionalità in tutte le sedi opportune”, ha detto Razzano. I fatti menzionati nell’inchiesta inoltre risalgono al periodo 2021-2022, mentre “la collaborazione con Picierno inizia a ottobre 2024”, ha aggiunto Razzano.

In quell’occasione, a quanto si apprende, il diretto interessato – come avviene di prassi all’Eurocamera – ha fornito il casellario giudiziario e dei carichi pendenti, che risultavano privi di notizie di reato. Indagato anche il presunto “sensitivo” e cartomante Raffaele Guida, definito dalla procura di Torre Annunziata e dai finanzieri, fiduciario e referente del sindaco di Sorrento, conosciuto come “Lello il sensitivo”. Durante le perquisizioni disposte dagli investigatori, il cash dog Gringo delle fiamme gialle ha trovato 167mila euro nell’incavo del suo tavolo da biliardo.

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Smile Room Neuromed: un’oasi di gioco e cura per i bambini con epilessia

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Oggi l’Associazione “I Colori dell’Autismo” ha donato materiali ludici alla Smile Room dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli. La stanza, inserita nel nuovo Centro per lo Studio e la Cura dell’Epilessia, è pensata per accogliere i piccoli pazienti in un ambiente sereno e su misura. All’incontro erano presenti il direttore sanitario Fulvio Aloj, il professor Giancarlo Di Gennaro e il dottor Alfredo D’Aniello, neuropsichiatra infantile.

Un ospedale a misura di bambino

La Smile Room è una stanza di degenza colorata e accogliente, con letti e comodini adatti ai bambini, pareti vivaci e immagini ispirate al mondo delle fiabe. È uno spazio che non cura solo il corpo ma anche l’animo del piccolo paziente. «Il bambino con epilessia è prima di tutto un bambino – spiega il dottor D’Aniello – e va accolto in un ambiente che rispetti i suoi bisogni emotivi oltre che clinici».

Smile room VIDEO

Il gioco come strumento terapeutico

La scienza conferma che un ambiente ospedaliero sereno e positivo può migliorare gli esiti della cura. La Smile Room nasce proprio per accompagnare i bambini nel loro percorso ospedaliero con un approccio globale, che superi la sola diagnosi medica. Un luogo dove anche un semplice gioco può diventare veicolo di benessere e conforto.

Un centro all’avanguardia

Il nuovo Centro Epilessia, rinnovato a febbraio, accoglie pazienti a partire dai sei anni. È stato aggiornato con tecnologie all’avanguardia ma anche reso più umano, accogliente e funzionale. All’interno di questo progetto, la Smile Room rappresenta un tassello essenziale per garantire un’assistenza completa e rispettosa della persona.

Una rete di solidarietà sul territorio

Il dottor D’Aniello ha ringraziato la Direzione sanitaria e la Fondazione Neuromed per il sostegno, ma anche il professor Di Gennaro, che ha fortemente voluto la realizzazione della Smile Room. «Oggi è una giornata speciale – ha detto – anche grazie alla generosità dell’Associazione “I Colori dell’Autismo”, che ha regalato giochi ai nostri bambini. La loro sensibilità dimostra quanto sia importante essere vicini a tutti i piccoli pazienti, a prescindere dalla patologia».

Una visione nuova della cura

La Smile Room è un simbolo concreto di una sanità che cambia, capace di mettere al centro il paziente, soprattutto quando è un bambino. È un passo verso un ospedale che sa accogliere con un sorriso, dove le terapie si affiancano all’empatia e all’ascolto, e dove anche una stanza colorata può fare la differenza.

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De Luca, trasporti e… monumenti: “Nel Pd per fare carriera bisogna essere imbecilli”

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Altro che venerdì di relax: in Campania il fine settimana inizia col botto, versione social. A premere il grilletto verbale è, come da tradizione consolidata, Vincenzo De Luca, che nella sua diretta Facebook settimanale ha deciso di riscrivere le regole della comunicazione istituzionale: tra mistificazione, miracoli e monumenti immaginari.

Questa volta nel mirino del governatore — ormai più performer che presidente — è finito uno dei suoi bersagli preferiti: il Partito democratico, suo ex amore tossico. E l’argomento, nemmeno a dirlo, è quello dei trasporti.

“Dovrebbero fare un monumento alla Regione Campania per quello che ha fatto in questi anni”.

Un monumento? Forse in ghisa, posizionato tra due treni della Circum in ritardo, con il volto di De Luca scolpito in espressione accigliata, a sgridare i pendolari che osano lamentarsi. Ma attenzione: la statua non deve essere inaugurata da esponenti del Pd, perché — parola di governatore — “nel Pd per fare carriera bisogna essere imbecilli”. Una frase che neanche Totò avrebbe osato scrivere in una sceneggiatura.

L’attacco, come sempre, ha un suo stile: sarcastico, apocalittico, autocompiaciuto. Ma anche molto lucido nel bersagliare “i politicanti di Roma” che, a suo dire, si dividono le regioni come le fette di un panettone di pessima qualità:

“Una Regione a me, una a te, senza pensare alle famiglie e alle imprese”.

Nel frattempo, in Campania — annuncia il presidente — il trasporto pubblico sarebbe “eccellente nel 90% dei casi”. Il restante 10%, ovvero la famigerata Circumvesuviana, viene elegantemente definita ‘una criticità’, come se fosse solo una leggera sbucciatura su un’opera d’arte.

E per chi osa criticare, De Luca ha una domanda semplice e diretta:

“Tu che cosa proponi? Il nulla.”

Il nulla, appunto. Come le coincidenze a Porta Nolana.

Alla fine del sermone settimanale, resta un messaggio chiaro: se vi capita di parlare con uno che osa dire che i treni in Campania non funzionano, fategli presente che ha appena offeso un miracolo. E ricordate: se siete nel Pd e non siete imbecilli, forse state sbagliando partito.

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