Collegati con noi

Esteri

Nato: la candidatura della Georgia irrita Mosca

Pubblicato

del

Il primo ministro georgiano, Irakly Garibashvili, oggi ha rassicurato la sua popolazione sull’assenza del rischio di un’aggressione russa. “Grazie alla nostra politica pragmatica basata sull’interesse nazionale, abbiamo garantito una de-escalation nella situazione con la Russia”, ha dichiarato ai cronisti il capo del governo di Tbilisi. La linea rossa di Mosca era l’Ucraina nella Nato. Se l’altra repubblica ex sovietica candidata all’ingresso nell’Alleanza concludesse il suo percorso di adesione, il Cremlino “non iniziera’ una guerra”, promise il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in un’intervista rilasciata a Kommersant tre anni fa, “ma i nostri rapporti con l’Alleanza atlantica e i paesi che privilegiano l’adesione alla Nato subiranno gravi danni”. Ora che i carri armati russi sono alle porte di Kiev non e’ rimasto molto da danneggiare nei rapporti tra Nato e Mosca che allora, quantomeno, si parlavano. L’interrogativo e’ quindi se ora il Paese del Caucaso accelerera’ il passo verso l’ingresso nell’Alleanza o frenera’ del tutto le sue ambizioni atlantiche per il timore di un altro conflitto con la Russia dopo quello scoppiato nell’agosto del 2008. Dopo l’Abkhazia, che si e’ separata nel 1993 e ha formalmente dichiarato l’indipendenza nel 1999, un altro territorio, l’Ossezia del Sud, forte anche in questo caso dell’appoggio della Federazione, aveva chiesto la secessione. Le autorita’ georgiane inviarono l’esercito e suscitarono la risposta di Mosca, che intervenne a fianco dei ribelli e nel giro di una settimana sconfisse le forze di Tbilisi.

L’accordo di pace, siglato il 15 agosto, impegnava la Russia a ritirarsi dal territorio georgiano e la Georgia a rinunciare all’uso della forza contro le due regioni separatiste, dove Mosca, che le ha riconosciute, mantiene alcune migliaia di truppe. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha incontrato Garibashvili lo scorso 15 dicembre ed e’ tornato a chiedere alla Russia di “porre fine al riconoscimento delle regioni dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud e di ritirare le sue forze”. In quell’occasione Stoltenberg defini’ Tbilisi uno dei partner “piu’ stretti dell’Alleanza”, ribadi’ il suo diritto ad aderire alla Nato e annuncio’ un “rafforzamento delle capacita’ di difesa della Georgia con supporto marittimo, esercitazioni congiunte e condivisione di informazioni”. L’invasione dell’Ucraina ha sconvolto il quadro e ci si puo’ interrogare su quanto la promessa di Lavrov sia ancora valida. La palla e’ pero’ nel campo della Nato, che dovra’ decidere se, nelle attuali condizioni, e’ opportuno aumentare il dispiegamento di forze navali sul Mar Nero vicino alle coste della Georgia. Nel frattempo, la Russia ha tutto l’interesse a mantenere le sue truppe in Abkhazia e Ossezia del Sud. Non e’ del resto da escludere che, per rispettare i requisiti di accesso alla Nato (tra i quali c’e’ l’assenza di conflitti interni), Tbilisi possa scegliere di rinunciare formalmente ai due territori.

Advertisement

Esteri

Blackout in Spagna e Portogallo: indagini in corso, ipotesi anche di un cyberattacco

Spagna e Portogallo colpiti da un blackout elettrico: disagi nei trasporti e nelle comunicazioni. Il governo indaga, possibile anche un cyberattacco.

Pubblicato

del

Poco dopo le 12 di oggi, migliaia di cittadini in tutta la Spagna continentale e in Portogallo sono stati colpiti da un improvviso blackout elettrico. Come riportato dal quotidiano “El País”, il governo spagnolo ha attivato diversi team tecnici di vari ministeri per indagare sulle cause dell’interruzione, anche se al momento non esiste ancora una spiegazione ufficiale.

Secondo quanto riferito da Red Eléctrica, l’azienda pubblica responsabile della gestione del sistema elettrico nazionale, si sta lavorando intensamente per ripristinare la fornitura di energia. Anche l’Istituto nazionale di cybersicurezza è coinvolto nelle analisi, valutando la possibilità che il blackout possa essere stato causato da un attacco informatico, sebbene non ci siano ancora conferme in tal senso.

Reti di comunicazione e trasporti in tilt

Il blackout ha avuto ripercussioni su diversi settori strategici: sono stati colpiti reti di comunicazione, aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità in Spagna e Portogallo. Problemi sono stati segnalati anche nella gestione del traffico stradale, con numerosi semafori fuori servizio, oltre che in centri commerciali e strutture pubbliche.

La ministra spagnola della Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha fatto visita al centro di controllo di Red Eléctrica per seguire da vicino le operazioni di ripristino. L’azienda ha attivato un piano di emergenza che prevede il graduale ritorno alla normalità, iniziando dal nord e dal sud della penisola iberica.

Coinvolta anche la Francia meridionale

Le interruzioni non hanno riguardato esclusivamente la Spagna e il Portogallo: alcune aree del sud della Francia, interconnesse con la rete elettrica spagnola, hanno subito disagi simili. Le autorità francesi stanno monitorando attentamente la situazione in coordinamento con le controparti spagnole.

Continua a leggere

Esteri

Wsj, Putin sta espandendo basi e truppe ai confini Nato

Pubblicato

del

A circa 160 chilometri dal confine con la Finlandia, nella città russa di Petrozavodsk, gli ingegneri militari russi stanno espandendo le basi militari dove il Cremlino prevede di creare un nuovo quartier generale dell’esercito per supervisionare decine di migliaia di soldati nei prossimi anni. E’ quanto scrive il Wall Street Journal. I soldati, molti dei quali ora in prima linea in Ucraina, dovrebbero costituire la spina dorsale dell’esercito russo in chiave anti-Nato. Il Cremlino sta ampliando il reclutamento militare, rafforzando la produzione di armi e potenziando le linee ferroviarie nelle zone di confine.

Continua a leggere

Esteri

Ft: accuse a Orban, 1 miliardo sussidi a media filogovernativi

Pubblicato

del

Due organi di informazione ungheresi, Magyar Hang e una seconda testata coperta dall’anonimato, intendono presentare oggi una denuncia alla Commissione europea, sostenendo che il governo di Viktor Orbán ha concesso più di un miliardo di euro di sovvenzioni illegali ai media filogovernativi. Lo riporta il Financial Times online. Secondo le due testate, le entrate pubblicitarie sarebbero state convogliate verso giornali, emittenti televisive e piattaforme online filo-Orbán tra il 2015 e il 2023 per per garantire il sostegno al partito al potere Fidesz e per escludere il giornalismo critico.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto