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Cronache

Napoli, rapina da film a Chiaia: pistola, sequestro e 300mila euro rubati in gioielleria

Assalto armato in pieno giorno a una gioielleria di Chiaia: sequestrati cliente e dipendente, bottino da 300mila euro. Indagini in corso, Borrelli: “Non è solo una rapina, è terrorismo urbano”.

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Una scena da film, ma terribilmente reale. È quanto accaduto sabato scorso nel cuore elegante di Chiaia, a Napoli, dove una gioielleria è stata presa d’assalto da una coppia di rapinatori armati, travestiti e perfettamente organizzati. Bottino stimato: 300mila euro.

Ma a rendere ancora più inquietante il raid è il fatto che si sia trattato anche di un sequestro di persona, come documentato dalle telecamere di sorveglianza e confermato dalla denuncia pubblica del deputato Francesco Emilio Borrelli, che ha lanciato un nuovo allarme sicurezza per la città.

La dinamica: travestimenti, pistola e nastro adesivo

La rapina è avvenuta in pieno giorno, intorno alle 17.10. Poco dopo l’allontanamento della vigilanza privata, un uomo armato di pistola e una donna bionda con parrucca e occhiali da sole sono entrati nel negozio. In pochi istanti hanno immobilizzato una cliente con molti giri di nastro adesivo e minacciato con l’arma il collaboratore presente.

La coppia, che sembrava conoscere perfettamente la disposizione della merce e gli orari della sorveglianza, ha svuotato in pochi minuti la cassaforte e i comparti della gioielleria, fuggendo a bordo di uno scooter rubato.

Una violenza che lascia il segno

Profondo lo choc per la titolare, che ha raccontato:

«Hanno rubato in due minuti sedici anni del mio lavoro. Hanno puntato la pistola contro il mio collaboratore e sequestrato una cliente. Sono distrutta».

Il caso è ora nelle mani degli agenti del commissariato San Ferdinando, che stanno lavorando sulle immagini video e sulle testimonianze raccolte per tracciare l’identikit della coppia di rapinatori, la cui azione – precisa e brutale – lascia pensare a un colpo pianificato con cura.

La denuncia politica e la richiesta di sicurezza

«Non può essere definita solo una rapina. È un attacco alla sicurezza urbana», ha dichiarato Francesco Emilio Borrelli, che ha chiesto «controlli rafforzati, presidi fissi e una sorveglianza reale».

Il deputato ha sottolineato come l’episodio avvenuto in una zona centrale e frequentata come Chiaia rappresenti un segnale allarmante sulla capacità di agire dei gruppi criminali, anche con modalità paramilitari e con freddezza disumana.

«Napoli non può diventare terra franca per i rapinatori. Chi lavora onestamente deve essere protetto, sempre», ha aggiunto Borrelli.

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Cronache

Salerno, 500 nuove bodycam per la sicurezza degli operatori sanitari

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Cinquecento bodycam in campo, l’Asl Salerno concretizza e istituzionalizza la sperimentazione avviata a febbraio di quest’anno. Da questa settimana, dopo l’esperienza su alcuni reparti e Servizi, verrà consegnata al personale sanitario della ASL Salerno l’intera dotazione composta da 500 bodycam per incrementare la sicurezza degli operatori. La piattaforma bodycam sarà estesa ad una ampia platea di professionisti sanitari nei reparti di psichiatria, emergenza urgenza e medicina penitenziaria di una delle ASL territorialmente più estese d’Italia. Progressivamente sarà utilizzata in tutti i reparti ad alto rischio aggressioni. L’iniziativa, adottata nel pieno rispetto delle normative sulla privacy, mira a proteggere il personale sanitario da possibili aggressioni, a fronte degli episodi di violenza contro gli operatori aziendali.

Le bodycam dotate di schermo frontale infatti hanno un effetto calmante e possono aiutare a dissuadere comportamenti inappropriati e pericolosi. Garantire cioè una maggiore sicurezza dei professionisti e dei pazienti e assicurare un ambiente di lavoro più sicuro anche attraverso l’uso di strumenti facilmente indossabili anche in situazioni di emergenza. “Già ad inizio anno abbiamo scelto questa innovazione tecnologica come strategia per la gestione sicura di situazioni critiche. Un esperimento che ha funzionato, e che oggi viene esteso in tutta l’Azienda con la distribuzione di 500 nuove bodycam” dichiara il direttore generale, Gennaro Sosto.

“Crediamo che la prevenzione sia il miglior strumento per la difesa da potenziali e inaccettabili aggressioni contro gli operatori sanitari. Abbiniamo quindi la tecnologia ad un percorso di cambiamento culturale che ha come fulcro la comunicazione e l’informazione. Il nostro compito è quello di supportare, difendere e proteggere professionisti sanitari e assistiti dal rischio di aggressione” continua il DG Sosto. “Un’Azienda che si occupa dell’assistenza e della cura delle persone deve garantire il massimo livello di sicurezza e tranquillità possibile anche ai propri dipendenti impegnati soprattutto nei Servizi più esposti”. Le videocamere indossabili sono dispositivi compatti che registrano, se attivate, ciò che l’operatore vede e sente. Lo scopo di questa strumentazione è la prevenzione: la presenza del device può dissuadere potenziali atti di violenza nei riguardi dell’operatore sanitario che la indossa.

L’utilizzo delle bodycam è regolamentato per la tutela della privacy degli individui ripresi, con disposizioni specifiche sulla registrazione, conservazione e l’accesso ai dati: ogni registrazione effettuata sarà cancellata dopo 48 ore, mantenendo soltanto l’eventuale materiale ripreso durante una situazione di emergenza. Le bodycam infatti saranno adoperate soltanto in casi di estrema necessità, avendo come obiettivo quello di evitare e non testimoniare un atto di violenza. Inoltre, per sensibilizzare all’utilizzo consapevole delle bodycam, l’Azienda Sanitaria di Salerno ha realizzato un video informativo – pubblicato sui canali social e sul portale youtube dell’ASL – che vede protagonisti i professionisti aziendali impegnati nella rete del 118 che spiegano le modalità d’utilizzo dei device. Si sono tenuti anche specifici corsi di formazione per il personale che utilizza le bodycam. Il progetto – curato dalla direttrice della UOC Rischio Clinico Anna Bellissimo e dalla referente delle attività Fortunata Russo (UOC RSPP) prenderà il via in questa settimana nelle Strutture e nei reparti che hanno registrato nel tempo il maggior numero di segnalazioni di aggressioni. Gradualmente i device saranno poi forniti in tutte le sedi dei centri interessati.

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Traffico droga, maxi sequestro e arresti tra Napoli e provincia

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La Squadra Mobile di Napoli e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, al termine di indagini coordinate dalla Procura di Napoli, hanno eseguito una ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 12 persone (delle quali 8 sottoposte alla custodia in carcere, 4 agli arresti domiciliari) gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e di detenzione, a fine di spaccio, di droga. Si tratta, secondo quanto emerso, dei componenti di due organizzazioni dedite al traffico di hashish e marijuana, operative a Napoli e Marano di Napoli. Nel corso delle indagini sono state sequestrate circa 5 tonnellate di droga (anche provenienti dall’estero e talvolta trasportate all’interno di confezioni contenenti generi agroalimentari), la cui vendita al dettaglio avrebbe fruttato profitti per oltre 8 milioni di euro.

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Fiaccolata nella Vela Celeste di Scampia: un anno dopo il tragico crollo, la comunità si unisce nella memoria

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Questa sera a Scampia, a partire dalle ore 21 in via Gobetti, sarà celebrata una fiaccolata in memoria del crollo avvenuto nella Vela Celeste la notte del 22 luglio dello scorso anno. L’evento, organizzato dal comitato Vele Scampia, si snoderà lungo il percorso che conduce alla Vela Celeste. «Sembra ieri», scrivono dal comitato, ricordando Roberto, Patrizia e Margherita, le tre vittime che persero la vita in quell’occasione, mentre altri undici, tra cui sette bambini, rimasero feriti.

Il comitato sottolinea come, da subito, si sia attivata una solidarietà diffusa, definita “il sole della solidarietà”: brandine, generi alimentari, giocattoli e farmaci furono raccolti spontaneamente dalle istituzioni locali e da numerosi cittadini. Un gesto che ha colmato lacune istituzionali e sostenuto le famiglie colpite. L’iniziativa mira a mantenere viva l’attenzione sulle comunità colpite, sostenendo chi è ancora in attesa di rientrare nella propria abitazione temporanea, evitando polemiche e lasciando che “la giustizia faccia il suo corso” come afferma il comunicato.

Ciro Corona: la voce di Resistenza anticamorra e dell’Officina “Gelsomina Verde”

Sulla questione è intervenuto con un lugno post su Fb anche Ciro Corona, figura centrale nell’Associazione Resistenza anticamorra e nell’Officina delle Culture “Gelsomina Verde”. Nel ricordare il crollo, Corona ha denunciato aspetti finora poco visibili alla narrazione ufficiale:

  • Emergenza abitativa e tensioni sociali: subito dopo il crollo, centinaia di famiglie rimasero senza casa e numerosi bambini trascorsero la notte tra ambulanze e caos. Corona intervenne personalmente nel presidio istituzionale e con l’Officina ha permesso l’accoglienza, in collaborazione con i Servizi Sociali, di 52 persone, tra cui molti bambini, contribuito a “toglierli dalla strada”.

  • Strumentalizzazioni politiche e divisioni: evidenzia distorsioni in cui gruppi locali avrebbero usato la tragedia come strumento di potere. Racconta come alcuni residenti, supportati da “delinquenti in scooter”, imposero di lasciare le case solo “tutti o nessuno”, mentre un consigliere comunale inviava persone a occupare l’Università per controllare i presidi istituzionali. Molte derrate alimentari destinate al centro universitario finivano poi vendute sul mercato, generando tensioni e divisioni tra le famiglie, anche quelle con parenti in ospedale.

  • Sciacallaggio e profitti sulla sofferenza: Corona ha denunciato influencer locali assoldati per screditare le attività solidali e l’assenza dei comitati di lotta durante le inaugurazioni degli spazi dedicati alla memoria delle vittime. Ha sottolineato come “sulla tragedia c’è chi costruisce carriere politiche e fa affari”, mentre associazioni come Resistenza e Restart Scampia lavorano concretamente per trovare soluzioni abitative.

Grazie alla solidarietà privata e al supporto di reti sociali, Corona e la sua associazione sono riusciti a collocare le famiglie in nuove abitazioni provvisorie, tracciando una linea di impegno dal basso per il futuro di Scampia.

Un impegno che guarda avanti

La fiaccolata di stasera rappresenta non solo un momento di commemorazione, ma anche un impegno concreto a restare fedeli ai progetti avviati per la rinascita delle Vele, come il programma Restart Scampia. L’obiettivo condiviso rimane quello di garantire giustizia, assistenza e memoria viva per le vittime, proteggendo chi è rimasto indietro e ostacolando lo sciacallaggio politico e criminale.

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