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Napoli, la coppia dei giganti: Lukaku e Lucca, forza, rispetto e fame di gloria

Romelu Lukaku e Lorenzo Lucca, due attaccanti imponenti e affamati, guidano il nuovo attacco del Napoli di Conte. Tra sudore, ammirazione e ambizioni da scudetto.

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Romelu e Lorenzo, Big Rom e Big Lucca. Uno massiccio e scolpito come una statua michelangiolesca, oltre i 100 kg di pura potenza. L’altro, alto 2,01 metri, silenzioso e concentrato, un colosso che sembra stupirsi ancora dell’eco della passione azzurra. Due attaccanti diversi ma accomunati da una presenza che impone rispetto: due centri di gravità permanenti nel nuovo Napoli costruito da Antonio Conte.

Complementari e affamati

«Possiamo giocare anche insieme», dice Lukaku con naturalezza a Sky Sport. Ed è questa la suggestione che stuzzica Conte: un attacco di corazzieri, difficile da contenere e da guardare dritto negli occhi.

Lorenzo Lucca, in ritiro a Dimaro, appare lucido e umile: «Ho pensato troppo spesso al gol, ora voglio imparare a giocare per la squadra». È il verbo di Conte che il giovane attaccante sta traducendo, giorno dopo giorno.

Non più solo vice-Lukaku

È chiaro che il titolare designato sia il belga, ma Lucca è arrivato al Napoli con il carico dei 35 milioni spesi e con l’ambizione di non restare a lungo in panchina. «Mi piace essere accostato a fuoriclasse come Higuain e Osimhen, non mi pesa il prezzo pagato. Napoli l’ho voluta da subito».

Il legame tra i due è già forte: Lukaku lo guida, lo consiglia, lo istruisce. «Mi sta aiutando tanto sul piano tattico, mi dice come posizionarmi, come leggere le situazioni in campo». È una balia severa e generosa, che con De Bruyne, invece, ha un rapporto diverso: «A Kevin non ho nulla da insegnare. L’unico consiglio che gli ho dato è stato: vieni a Napoli e fatti vedere».

Umiltà e fame

Lucca si racconta come un ragazzo semplice: «Ho fatto la gavetta in Promozione ed Eccellenza, lì impari la cazzimma, la durezza. Ti trattano con distacco, e tu devi crescere in fretta».

Ad Amsterdam lo chiamavano la Torre di Pisa. Ma lui, oggi, vuole solo una cosa: fare il calciatore, indossare l’azzurro e meritarselo ogni giorno. Dice: «Non ho obiettivi di gol, ragiono partita dopo partita. Al Maradona ci ho giocato con l’Ajax, anche da panchinaro sentii i brividi quando partì l’inno della Champions. Spero di riviverli da protagonista».

Conte, il timone

L’allenatore è il faro. «Conte ha vinto tanto, ha esperienza e ci migliora ogni giorno», dice Lucca. Lukaku aggiunge: «Ogni allenamento è più duro del precedente, ma è il nostro mantra: dare sempre il meglio, ogni giorno».

Intanto il blocco Napoli si allarga anche in chiave Nazionale. «Anche Gattuso mi ha chiamato per sapere di me», rivela Lucca. Le ambizioni crescono. La competizione interna anche. Ma è un duello leale, fra due uomini giganti, pronti a reggere il peso dell’attacco partenopeo.

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Stadio di Napoli, Abodi avverte: «Rischio concreto di perdere Euro 2032». Comune e De Laurentiis divisi sul futuro

Il ministro Abodi avverte: senza un accordo rapido tra Comune e De Laurentiis Napoli rischia di perdere Euro 2032. Entro il 2026 la scelta degli stadi: urge una sintesi sul nuovo progetto.

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«Capisco la sacralità del Maradona, ma serve una soluzione che consegni a Napoli uno stadio all’altezza». È l’allarme del ministro per lo sport Andrea Abodi (foto Imagoeconomica), che non esclude il rischio di un Europeo 2032 senza Napoli. La città è divisa tra la linea del Comune, deciso a ristrutturare il Maradona, e la posizione di De Laurentiis, che punta a un impianto nuovo nell’area del Caramanico.

L’appello del ministro: trovare un accordo

Abodi insiste da giorni sulla necessità di una sintesi. Al convegno di Milano Finanza ha ricordato che Napoli deve trovare «una definizione precisa e un interesse condiviso». Per il ministro, il Maradona «rappresenta più il passato che il futuro» e serve uno stadio moderno, accessibile e funzionale. «Il tempo però sta finendo: se vogliamo gli Europei a Napoli, nelle prossime settimane l’intesa deve consolidarsi».

Pressioni e scadenze: ottobre 2026 è vicino

A Sky Tg24 Abodi ha rilanciato: «Nel 2026 almeno 3 stadi apriranno nuovi cantieri». Il cronoprogramma Uefa prevede che nell’ottobre 2026 vengano scelti i cinque stadi italiani ospitanti, tra progetti già approvati, finanziati e cantierabili entro marzo 2027. Napoli, invece, procede in bilico.

Le città avanti e il ruolo del commissario

Milano progredisce sul dossier, Roma migliorerà l’Olimpico e si immagina il nuovo stadio della Roma. La Lazio ha il suo percorso. «Lavoriamo su 12 progetti», afferma Abodi.

Massimo Sessa, presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, sarà il commissario per gli stadi: dovrà accelerare procedure e coordinare pubblico e privato per garantire gli impianti in tempo per Euro 2032. È già al lavoro sugli adempimenti preliminari.

I candidati a ospitare Euro 2032

Gli stadi in corsa sono:
San Siro (Milano), Olimpico (Roma), Juventus Stadium (Torino), San Nicola (Bari), Maradona (Napoli), Artemio Franchi (Firenze), Luigi Ferraris (Genova), Bentegodi (Verona), Dall’Ara (Bologna) e il nuovo impianto di Cagliari. Anche Salerno ha avanzato la sua candidatura.

L’attesa per la decisione della Zes

A Napoli si attende la decisione della Zes, prevista nelle prossime ore. Domani il Comune sarà in Conferenza: possibile un rinvio che passi oltre la scadenza elettorale della settimana successiva.

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In Evidenza

Napoli, Conte chiede rinforzi subito: 50 milioni per il mercato di gennaio e rivoluzione in vista

Conte vuole interventi immediati sul mercato: 50 milioni pronti, diversi giocatori verso l’addio e obiettivi pesanti a centrocampo e sulle fasce. Il Napoli prepara una rivoluzione.

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Occhio ai miraggi: Conte non ha ricaricato le pile. Domani ritroverà parte del suo Napoli, al completo solo mercoledì, appena 72 ore prima della sfida con l’Atalanta. L’allenatore pretende che nessuno metta in discussione i suoi metodi e vuole interventi immediati sul mercato di gennaio. De Laurentiis è pienamente d’accordo.

Esami per Lang, Lucca, Neres e Marianucci

Non tutte le operazioni estive hanno convinto: Lang, Lucca, Neres e Marianucci rischiano la cessione. Gennaio è lontano, ma è già tempo di test. In calendario ci sono sei gare di campionato, due di Champions, la Coppa Italia e la trasferta a Riad. Manna, su indicazione di Conte e De Laurentiis, si sta muovendo per chiudere almeno due acquisti a centrocampo.

Un budget da 50 milioni nonostante il bilancio

Il Napoli è pronto a investire almeno 50 milioni. Poco importa la perdita da 30 milioni al 30 giugno: non è il momento dell’austerità e si prepara una manovra radicale.

DIFESA

Nonostante il ko di Meret, Manna punta su Contini come vice Milinkovic. Serve un terzino destro: Mazzocchi partirà, Di Lorenzo deve rifiatare e Spinazzola non basta.

L’obiettivo è Brooke Norton-Cuffy del Genoa, valutato 15 milioni ma difficile da cedere per il club ligure. Juanlu Sanchez del Siviglia costa circa 20 milioni e senza sconti non si procede.

Tra gli esuberi dei grandi club c’è Sacha Boey del Bayern Monaco, ma accetterebbe difficilmente il ruolo di vice Di Lorenzo. Marianucci potrebbe andare in prestito, mentre Beukema resta intoccabile.

CENTROCAMPO E ATTACCO

Nessuno svincolato: servirebbe troppo tempo per portarli in forma. Anguissa torna a fine gennaio, De Bruyne a febbraio. Conte cerca rinforzi pesanti.

Il rapporto con il Manchester United apre alla pista Kobbie Mainoo, 20 anni: lo United chiede almeno 40 milioni. In alternativa, Arthur Atta dell’Udinese costa circa 20 milioni. Nel mirino anche Pellegrini della Roma e soprattutto Morten Frendrup del Genoa, entrambi difficili da liberare.

Valutato anche Weston McKennie, in scadenza con la Juventus.

In attacco potrebbe scattare una rivoluzione: se Lang e Lucca trovassero acquirenti, Conte e De Laurentiis potrebbero tornare su Federico Chiesa, ancora in bilico nel Liverpool.

Rinnovi: Rrahmani verso la firma

Manna lavora sui prolungamenti: Rrahmani è vicino al rinnovo di due anni, restano solo dettagli e non si prevedono intoppi.

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Calcio, Fifa e 30 sindacati uniti contro il sovraccarico: 72 ore di riposo tra le partite e un fondo da 20 milioni per i giocatori

A Rabat Fifa e 30 sindacati discutono misure per tutelare i calciatori: più giorni di riposo, stop al sovraccarico e un fondo da 20 milioni per chi non riceve gli stipendi arretrati.

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Trenta sindacati dei calciatori e la Fifa si sono riuniti a Rabat, in Marocco, per affrontare una priorità del calcio moderno: la sicurezza e il benessere dei giocatori. L’obiettivo è fornire risposte concrete a un sistema che espone i professionisti a un sovraccarico fisico e mentale.

Stop al sovraccarico e più recupero

Il tema centrale è il sovrastress muscolare dovuto a stagioni sempre più congestionate. Dopo una prima riunione a luglio, i sindacati hanno ribadito principi chiave per la tutela dei giocatori: almeno 72 ore di riposo tra una partita e l’altra, un periodo minimo di 21 giorni di vacanza tra una stagione e la successiva e un giorno di riposo settimanale. Si chiede inoltre attenzione ai viaggi intercontinentali e alle condizioni climatiche affrontate durante gli impegni con le nazionali.

Il calendario, sempre più fitto per club e nazionali, è considerato uno dei problemi più gravi del calcio attuale. Infortuni numerosi e spesso gravi si registrano in tutta Europa: Italia, Premier League e Bundesliga vedono cadere molte delle loro stelle, con il Napoli tra i club più colpiti.

I protagonisti del summit

Al confronto hanno partecipato il presidente della Fifa Gianni Infantino, il segretario generale Mattias Grafstrom e altri dirigenti. Presente anche il Players Voice Panel, con figure come George Weah, che ha richiamato l’attenzione sul problema del razzismo nel calcio. «Rimaniamo impegnati a migliorare il benessere dei giocatori», ha dichiarato Infantino, ribadendo che la Fifa manterrà «sempre aperta la porta» alle richieste dei calciatori.

Un fondo da 20 milioni per gli stipendi non pagati

Il primo accordo raggiunto riguarda la creazione del forum consultivo dei calciatori professionisti Fifa, pensato per rappresentare gli interessi collettivi dei giocatori a livello globale. È stato inoltre annunciato un fondo Fifa da 20 milioni di dollari per il periodo 2026-2029, dedicato ai calciatori che non riescono a recuperare gli stipendi arretrati a causa delle difficoltà economiche dei club. Un passo significativo per affrontare un problema molto diffuso nel mondo del calcio.

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