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Napoli nel circuito Open House WorldWide invita alla scoperta delle bellezze della città

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Il 26 e 27 ottobre Napoli entrerà a far parte della rete di Open House, il Festival Internazionale dell’Architettura e del design completamente gratuito. Un weekend in cui l’architettura dialogherà direttamente con i cittadini, destinatari finali di tanti edifici di straordinario valore urbanistico. Eventi gratuiti e visite guidate grazie al contributo degli oltre 400 volontari che hanno risposto all’appello di OHN19 apriranno le porte a siti spesso inaccessibili. Open House Napoli è parte di un circuito internazionale, Open House Worldwide,il primo Festival Globale dell’Architettura fondato a Londra nel 1992 per coinvolgere i cittadini e testimoniare quanto una migliore progettazione degli spazi urbani influisca positivamente sulla qualità della vita, attraverso la condivisione e la conoscenza diretta delle strutture, dei progettisti e della committenza.

Con 47 città in tutto il mondo, OHW crea una fitta rete di collaborazioni tra tutti gli stakeholders pubblici e privati che operano sul territorio, connettendoli in un network nazionale e internazionale di idee, progetti e sviluppo di attività comuni. Napoli, dopo Roma, Milano e Torino, farà il suo ingresso portando un’immensa ed incomparabile dote, edifici storici e contemporanei, spazi riqualificati, teatri, cantieri attivi, luoghi sacri, infrastrutture, spazi verdi, residenze private, factory creative, eventi e percorsi nei diversi quartieri della città.

“Grazie al team degli organizzatori – ha dichiarato Victoria Thortnton – architetto fondatore di Open House Worldwide – ho scoperto il fermento creativo che si vive oggi nella città di Napoli e sembra che l’evento napoletano non potesse giungere in un momento migliore. La vera chiave del successo di ogni Open House nel mondo, e sono certa, anche di Napoli – continua la Thortnton – è la percezione che le persone hanno della propria città, incoraggiandole a reclamare un ruolo centrale nella sua progettazione, nel suo sviluppo e nella sua cura”.

Tutte le municipalità, dalla Zona Est di San Giovanni a Teduccio fino a Scampia e Nisida sono pronte per un percorso di esperienza diretta dell’architettura tra conoscenza e suggestioni. Infrastrutture e cantieri ancora da completare come la metro di Miano, e quelle che hanno già da tempo eco di singolare bellezza, come la stazione Metro Linea 1 di Piscinola, con le opere di Felice Pignataro con i colori del Gridas. Si continua con la guida degli stessi cittadini di Scampia illustrando le straordinarie gigantografie del FELImetrò.Insieme ai docenti del DiARC, i visitatori potranno anche accedere al più grande cantiere d’Europa, tutto in legno, per la realizzazione della struttura di copertura della stazione della Metropolitana del Centro direzionale o anche sbirciare tra i cantieri della nuova Facoltà di Infermieristica di Scampia.

I cittadini saranno accolti dai volontari nei luoghi della quotidianità fino alla stazione di Montesanto, che festeggia domenica i suoi 130 anni e per l’occasione verranno aperti i cancelli della stazione di piazza Municipio e di un’altra fabbrica quella di Monte Sant’Angelo, con le imponenti sculture dell’artista anglo-indiano Anish Kapoor ispirate al paesaggio mitico dei Campi Flegrei, ma da tempo mitologia urbana dell’incompiuto. Diverse mostre, illustrate dagli studenti dell’Ateneo Federico II, nei palazzi storici, tra cui quello dello Spirito Santo, che ospiterà anche la mostra SQUIN-Spanish QUARTERS INHABITING NETWORKdedicata alle proposte progettuali e agli scenari elaborati dagli studenti e dalla quale partirà poi un percorso guidato nei Quartieri Spagnoli.

Il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale aprirà invece ai visitatori gli spazi della Facoltà di Ingegneria di Fuorigrotta, per una delle testimonianze più importanti di Luigi Cosenza, a cui è dedicato anche il percorso guidato alla scoperta delle case popolari di Fuorigrotta. Al Vomero la passeggiata percorso NA-IF appuntamento solo domenica 27 ottobre. Il “respiro nascosto della città” è il tour che guiderà al Parco di Re Ladislao, splendido esempio di hortus conclususa ridosso della Chiesa di San Giovanni a Carbonara o al Parco del Poggio sulla collina di Capodimonte, esempio di recupero di un’area di cava, sottratta all’edificazione degli anni ’60 e ’70. Ma protagonista è anche Nisida, che aprirà eccezionalmente il Parco Letterario per far scoprire alcuni dei suggestivi sentieri che la percorrono fino a Porto Paone.

Visitabili anche gli edifici storici calcati ogni giorno ma dei quali spesso si ignora la valenza di avanguardia tecnologica come Palazzo San Giacomo,la Sede della Banca d’Italia e il Palazzo delle Poste.Di scena anche i maggiori teatri con un’inedita visita dietro le quinte. Gli spazi di recupero funzionale tra i nuovi e vecchi laboratori dell’arte restituiscono ai cittadini la visione del moderno concetto di restauro e valorizzazione di un bene per trasformarlo in luogo di ricerca, didattica e produzione artistica come la riconversione del Chiostro cinquecentesco della Chiesa di Santa Caterina a Formiello o l’esempio di Foqus Fondazione Quartieri Spagnoli, del Nest Napoli Est Teatro/Art33e del Sito Archeologico Acquedotto Augusteo Del Serino.

Open House Napoli esplorerà anche il territorio di confine tra arte e architettura ossia la formula ibrida tra residenze private e luoghi espositivioltre ai volti inediti degli spazi museali come nel caso del Museo MADRE, del Museo NITSCH.

La città creativa aprirà con Open House anche le porte di alcuni dei principali studi d’artista come le Scuderie San Severo di Lello Esposito e lo Studio Biasiucci o gli spazi creativi del 137/A. Saranno aperti gli studi professionali che tanto possono raccontare sulle scelte urbanistiche ed architettoniche di una grande e complessa metropoli, saranno una decina, tra questi Casa Bianca – Studio Pica Ciamarra e quelli delle grandi collaborazioni, come Villa Oro eccezionalmente visitabile progettata negli anni ’30 insieme a Bernard Rudofsky, o come la Centrale di Sollevamento realizzata alla fine degli anni’70’ per il rifornimento dei quartieri collinari progettata dal napoletano Nicola Pagliara.

Esperienza fisica dell’architettura, gratuità, partecipazione vasta e trasversale: questi sono elementi che spingono davvero chiunque a uscire sabato e domenica a Napoli per saperne sempre di più.

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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75 premi Nobel contro la conferma di Rfk a ministro sanità

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Oltre 75 vincitori del premio Nobel hanno firmato una lettera aperta che esorta i senatori a non confermare la nomina di Robert F. Kennedy Jr., sostenendo che la scelta del presidente eletto Donald Trump per guidare il dipartimento della sanita’ e’ dannosa per la salute pubblica. La missiva, ottenuta dal New York Times, segna la prima volta in tempi recenti che i premi Nobel si sono uniti contro un ‘nominee’ del governo, secondo uno di loro, Richard Roberts, vincitore del prestigioso riconoscimento per la medicina del 1993, che ha contribuito a redigere la lettera.

“Questi attacchi politici alla scienza sono molto dannosi”, ha detto. “Bisogna prendere posizione e proteggerla”, ha aggiunto. I firmatari della lettera hanno messo in dubbio che Kennedy, a loro dire “privo di credenziali” in medicina, scienza o amministrazione, sia adatto a guidare il dipartimento che tutela la salute pubblica e da cui dipende il finanziamento della ricerca biomedica. “Mettere Kennedy a capo del dipartimento mettera’ a repentaglio la salute pubblica e compromettera’ la leadership globale dell’ America nelle scienze della salute”, si legge nella lettera. Se confermata, l’opposizione di Rfk a strumenti di salute pubblica consolidati, come i vaccini e la fluorizzazione dell’acqua potabile, rappresenterebbe un rischio per il benessere del Paese, prosegue la missiva.

I premi Nobel hanno anche criticato la promozione di teorie cospirative da parte di Kennedy, che ha falsamente collegato i vaccini all’autismo, ha respinto la scienza consolidata che dimostra come l’Hiv causi l’Aids e ha suggerito, senza prove, che il coronavirus ha preso di mira o, a seconda, risparmiato alcuni gruppi etnici. I firmatari hanno inoltre notato che il nominee è stato un “critico belligerante” delle agenzie che rientrerebbero nella sua competenza, tra cui la Food and Drug Administration, i Centers for Disease Control and Prevention e i National Institutes of Health.

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Ceo ucciso, sospetto killer incriminato per omicidio a NY: si chiama Luigi Mangione, ha 26 anni

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Al sesto giorno di caccia all’uomo il cerchio si è chiuso attorno a Luigi Nicholas Mangione, 26enne rampollo di una abbiente famiglia italo-americana di Baltimora, ex studente di computer in un’università della Ivy League, ricercato per l’assassinio a Manhattan del ceo di UnitedHealthcare, Brian Thompson. Su segnalazione di un dipendente di un McDonald’s di Altoona, in Pennsylvania, la polizia ha fermato il giovane incensurato trovandolo in possesso di un passaporto americano e quattro documenti di identità falsi, tra cui uno col nome di Mark Rosario, lo stesso usato alla reception dell’ostello dell’Upper West Side dove il killer di Thompson si era fermato per dieci giorni prima del delitto.

“L’abbiamo preso incrociando i vecchi metodi della polizia con quanto offerto dalle nuove tecnologie”, ha detto la nuova commissioner della polizia di New York Jessica Tisch in una conferenza stampa con il sindaco Eric Adams che ne ha approfittato per riproporre il bando alle mascherine nei luoghi pubblici. Arrivato ad Altoona in Greyhound, Mangione aveva con sé una pistola con silenziatore simile a quella usata per uccidere Thompson: si tratterebbe di una ‘ghost gun’, un’arma invisibile ai controlli messa assieme con la stampante 3d. Il 26enne portava addosso anche un “manifesto”, hanno riferito fonti di polizia, ispirato a Theodore Kaczynski, il matematico di Harvard soprannominato Unabomber che negli anni ’90 tenne in scacco l’America con una catena di pacchi bomba.

Appassionato di intelligenza artificiale e videogiochi, Luigi ammirava e metteva il like sui social alle invettive dell’eco-terrorista contro gli antidepressivi (“Immagina una societa’ che assoggetta le persone a condizioni che li rendono infelici e poi da’ loro i farmaci per togliere la loro infelicita”) Due paginette scritte a mano, il documento contiene accuse alla “corporate America” e in particolare alle le mutue private che antepongono i profitti al bene degli assicurati. “Questi parassiti se la sono cercata… Mi scuso per ogni conflitto e trauma, ma andava fatto”, sono alcune delle frasi scritte da Mangione, che dice di aver agito da solo e di essersi autofinanziato.

Secondo il New York Post, il ragazzo era rimasto scioccato per come era stato trattato un parente malato. Tutto confermerebbe dunque quello che è stato fin dall’inizio il sospetto degli investigatori di un killer “arrabbiato” col sistema miliardario delle mutue: gli ultimi tasselli chiariscono le tre parole incise sui bossoli trovati sul luogo del delitto – “deny, delay, depose” evocatrici di quelle usate dalle assicurazioni come UnitedHealthcare per negare i rimborsi – così come i soldi finti del Monopoli (il gioco per molti simbolo dell’avidità delle corporation) ficcati nello zaino di marca abbandonato a Central Park assieme al giaccone firmato Tommy Hilfiger il 4 dicembre, la mattina stessa del delitto.

Osannato da molti in rete come un eroe popolare, Mangione, che ha studiato informatica a UPenn e il cui ultimo domicilio conosciuto è Honululu, è stato arrestato per reati locali legati al possesso della pistola: per essere incriminato per l’assassinio di Thompson deve essere estradato a New York. Emergono intanto altri particolari sulla sua formazione: la costosa scuola privata del Maryland per soli maschi, la famiglia negli Usa da tre generazioni col il nonno Nicholas, un costruttore figlio di emigranti, che aveva fatto fortuna con una rete di country club, case di riposo e una stazione radio, mentre un cugino di Luigi, Nino, e’ deputato repubblicano conservatore al parlamento statale del Maryland.

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Raid di Israele, distrutti principali siti militari siriani anche vicino Damasco

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Forti esplosioni sono state udite a Damasco, riporta un giornalista dell’agenzia di stampa Afp. Le esplosioni a Damasco sono state udite poco dopo che la ong Osservatorio siriano per i diritti umani aveva riferito di circa 250 raid israeliani in Siria dalla caduta del presidente Bashar al-Assad, domenica. Secondo la ong, da domenica Israele ha preso di mira le principali installazioni militari siriane in tutto il Paese con l’obiettivo di distruggerle. Israele “ha distrutto i principali siti militari in Siria” lanciando circa 250 attacchi dalla caduta del presidente Bashar al-Assad: lo riporta la ong Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo la ong – che ha sede nel Regno Unito e si avvale di una vasta rete di fonti in tutta la Siria – Israele ha bombardato aeroporti, radar, depositi di armi e munizioni e centri di ricerca militare, e ha danneggiato le navi della Marina siriana attaccando un’unità di difesa aerea vicino al grande porto di Latakia, nel nord-ovest del Paese.

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