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Cronache

Movida fuori controllo a Bologna, mascherina giù

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“Mascherine addio!”, scrivono su Facebook i comitati di residenti della zona universitaria di Bologna, che ieri sera, come accadeva prima dell’esplodere della pandemia, sembrava incarnare come se nulla fosse il ruolo che si e’ conquistata negli anni di simbolo della movida cittadina. Tanti giovani, soprattutto studenti, che sono tornati dopo l’estate e il lungo periodo di lockdown e che nella maggior parte dei casi non indossavano la mascherina, ma preferivano tenerla legata al braccio, oppure abbassata sul mento. Eppure a Bologna il provvedimento del Consiglio dei ministri che da giovedi’ scorso ha reso la mascherina obbligatoria all’aperto, per porre un freno all’aumento dei contagi, era gia’ stato anticipato da una decina di giorni da un’ordinanza del sindaco Virginio Merola, che aveva imposto di indossare il dispositivo di protezione durante i fine settimana, dalle 18 del venerdi’ alle 24 della domenica. La citta’ sembrava aver risposto diligentemente, una decina le multe staccate dalla polizia locale lo scorso weekend, con estrema soddisfazione del sindaco che aveva detto “grazie ai cittadini che hanno rispettato l’ordinanza”. E anche dopo il provvedimento nazionale, durante il giorno le persone hanno accolto la nuova regola senza troppi problemi. Ma le foto scattate nella notte da alcuni cittadini, in piazza Verdi, cuore della zona universitaria, e in via Petroni, affollate di giovani, testimoniano il contrario. Gli assembramenti di ragazzi, seduti in cerchio a bere o in piedi vicino ai locali, sono proseguiti fino a tarda notte e le persone in mezzo alla strada erano talmente tante da rendere difficile il passaggio a biciclette e altri veicoli. Esattamente come succedeva in epoca pre Covid, in una zona della citta’ da anni al centro di polemiche tra residenti e gestori dei locali. Per porre un freno all’aumento dei contagi, ad oggi 383 nuovi positivi in regione, di cui 60 a Bologna, il sindaco ha prorogato “fino a nuova disposizione” la chiusura dalle 20 alle 6 di piazza San Francesco, altro luogo di ritrovo di ragazzi e ragazze, e nell’aria c’e’ l’ipotesi di fare altrettanto con piazza Verdi e piazza Aldrovandi. Per prendere una decisione si aspetta il decreto del Governo che uscira’ la prossima settimana e poi verra’ fissata una riunione con il prefetto. Nel frattempo, in provincia, ad Anzola Emilia, il Questore ha chiuso un bar che nel fine settimana si trasformava in discoteca con in pista circa 200 persone che creavano “assembramenti pericolosi”.

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Cronache

Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Cronache

Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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