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Cronache

‘Morte a 5 mesi è innaturale’, i funerali del piccolo Michael

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“La natura a volte può compiere il male. La morte, specie se riguarda un bimbo di cinque mesi, è qualcosa di innaturale. Ma c’è anche la consapevolezza che Michael sia già in paradiso e che contempli il volto del signore”: lo ha detto don Luca Fanfarillo, parroco della chiesa della Madonna del Rosario, nella frazione di Mole Bisleti ad Alatri, durante i funerali del piccolo Michael, il bimbo di 5 mesi morto nel sonno in un resort di Carovigno in provincia di Brindisi, dove i genitori erano in vacanza. Il parroco ha ricordato come solo qualche settimana fa il piccolo Michael durante il battesimo gli prese la mano: “ora – ha proseguito – è un piccolo angelo che prende la mano di ognuno di noi e che ci accompagnerà nel nostro cammino, che sarà sempre con noi”.

L’altro giorno c’è stata l’autopsia sulla salma del bambino, servirà per stabilire le cause del decesso. Secondo una prima ricostruzione, Michael dormiva nel lettone con i genitori, lui commerciante ambulante e lei operaia in una fabbrica del frusinate, protetto da due cuscini. Intorno alle 3.30 il padre si è accorto che il piccolo era immobile e cianotico. Scattati i soccorsi, gli operatori del 118 hanno tentato disperatamente di rianimarlo prima sul posto, poi durante il trasporto all’ospedale “Perrino” di Brindisi, dove però il neonato è arrivato privo di vita.

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Cronache

Italia divisa dal meteo: temporali al Nord, caldo record e incendi al Sud

Temporali, grandinate e frane al Nord; caldo estremo e allerta incendi al Sud. L’Italia spaccata in due dal cambiamento climatico. Mercoledì 23 la giornata più a rischio.

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Una spaccatura climatica netta, figlia del cambiamento climatico, divide l’Italia in due. Al Nord, mappe meteo fitte di puntolini, lampi e nuvole annunciano temporali violenti, bombe d’acqua, grandinate e vento forte. Al Sud, l’emergenza ha il volto del caldo estremo: cieli sereni ma temperature oltre i 40 gradi in Sicilia, Calabria e Puglia, con allerta rossa per incendi in diverse province.

Il Sud soffoca: Siracusano verso i 46 gradi

Secondo le previsioni, oggi sarà Matera a toccare i 41 gradi, ma da domani il Siracusano salirà sul podio con 46 graditra il capoluogo e cittadine come Avola, Augusta e Floridia, quest’ultima già nota per aver registrato il record europeo di 48,8 gradi nell’agosto 2021. Non va meglio nel Catanese e nell’Ennese, dove Ramacca e Catenanuovaraggiungeranno i 45 gradi.

Allerta massima per Caltanissetta, Catania, Enna e Messina, dove il rischio incendi è elevato e costantemente monitorato dalla Protezione civile.

Nubifragi al Nord: allagamenti e smottamenti

Al Nord, invece, la situazione è opposta ma altrettanto estrema. In Lombardia, scattate allerta arancione e gialla per rischio idrogeologico, con Milano tra le zone più a rischio. Allerta gialla anche in Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Liguria e nella Provincia autonoma di Bolzano.

In Liguria, un violento nubifragio ha già colpito la zona tra Savona e Finale Ligure, provocando allagamenti e numerosi interventi dei vigili del fuoco. In Valle d’Aosta, una frana ha interrotto la strada per la Val Ferret a Courmayeur.

Il meteo si fa instabile anche al Centro

Le zone interne del Centro Italia non sono risparmiate: Roma e Firenze raggiungeranno i 35 gradi, con picchi superiori nelle ore centrali della giornata. È qui che si incontrano l’aria rovente africana proveniente da Sud e un fronte instabilealimentato da un ciclone in discesa dal Nord Europa.

Mercoledì 23: la giornata più pericolosa

Il giorno più critico sarà mercoledì 23, quando il ciclone atlantico colpirà il Nord con nubifragi, grandinate e accumuli di pioggia fino a 150 mm in poche ore tra Pianura Padana e Alpi. Un quantitativo equivalente a quello di un mese intero, con il rischio concreto di frane, allagamenti e danni.

Da giovedì un Maestrale porterà sollievo

Da giovedì, un vento di Maestrale porterà un brusco calo termico al Sud, con temperature in calo di 10 gradi da Roma in giù, riportando la colonnina di mercurio a livelli più consoni alla stagione estiva. Ma non sarà una tregua duratura.

«Fino a settembre — avverte Mattia Gussoni, esperto de ilMeteo.it — il timbro delle previsioni sarà sempre segnato da instabilità e fenomeni estremi».

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Cronache

Caso Poggi, nuove ombre sull’interrogatorio di Sempio: malore ignorato e verbali contraddittori

Il 4 ottobre 2008 Andrea Sempio fu interrogato sul delitto di Garlasco. Malore, orari sovrapposti e scontrino mai documentato: la Procura riapre il caso.

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È il 4 ottobre 2008, un sabato grigio e incerto. Sono trascorsi 418 giorni dall’omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella sua casa di via Pascoli a Garlasco. Le indagini sono prossime alla chiusura, l’ex fidanzato Alberto Stasi è a un passo dal rinvio a giudizio. Ma in quella mattina autunnale, in caserma a Vigevano, accade qualcosa che oggi, 17 anni dopo, potrebbe cambiare radicalmente il corso dell’inchiesta.

Il nuovo indagato e quel verbale anomalo

A essere sentito quel giorno è Andrea Sempio, oggi indagato nella nuova inchiesta condotta dal procuratore di Pavia Fabio Napoleone. All’epoca, Sempio è un amico del fratello di Chiara, Marco Poggi, ed era già stato interrogato nell’agosto 2007 per alcune telefonate fatte alla casa della vittima poco prima dell’omicidio.

Il verbale del 4 ottobre documenta un lungo interrogatorio, iniziato alle 10.30 e chiuso alle 14.40, alla presenza del maresciallo Flavio Devecchi e del capitano Gennaro Cassese, oggi in pensione. Ma la sequenza degli eventi, riletta oggi, non regge: negli stessi orari, infatti, vengono verbalizzate anche le testimonianze di altri due amici, Alessandro Biasibetti e Mattia Capra, apparentemente ascoltati negli stessi minuti in cui Sempio sarebbe ancora sotto interrogatorio.

Il malore dimenticato e la corsa per lo scontrino

In quella stessa mattina, Sempio ha un malore: viene chiamata un’ambulanza del 118, e il soccorso risulterà durare 40 minuti. Ma nel verbale non c’è traccia dell’episodio, né di una pausa dell’interrogatorio. Nessun riferimento nemmeno alla presunta uscita da casa per recuperare lo scontrino del parcheggio, che Sempio sostiene di aver consegnato in un secondo momento.

Nelle carte compare solo una frase laconica: «Faccio presente che ho conservato lo scontrino del parcheggio, che vi consegno». La narrazione riprende subito dopo, come se nulla fosse accaduto. Nessuna interruzione, nessun buco temporale. Una dinamica che oggi i magistrati pavesi considerano incongruente.

Il dietrofront di Sempio: “Sì, ho avuto un malore”

Per mesi, Sempio ha negato ogni anomalia, sostenendo che «non risultava» alcun malore. Ma venerdì scorso, in una intervista televisiva a “Quarto Grado”, ha cambiato versione: «Avevo la febbre già da qualche giorno. Mi vedevano confuso, e hanno deciso di chiamare l’ambulanza». Poi aggiunge: «Mi hanno interrogato, mandato a casa, richiamato per lo scontrino. In totale ci ho messo quattro ore, perché sono andato su e giù due volte».

Un racconto che cozza con quanto verbalizzato all’epoca e che ora riporta sotto i riflettori il ruolo di Andrea Sempio. Anche perché, nel frattempo, i due carabinieri che condussero l’interrogatorio sono stati risentiti dai pm: nessuno dei due ricorda il malore, né il modo in cui fu consegnato lo scontrino.

Una pista che riapre vecchie ferite

Il caso Garlasco, dopo anni di condanne e assoluzioni, potrebbe dunque riaprirsi sotto una nuova luce. Quel sabato del 2008, apparentemente secondario, potrebbe riscrivere un intero capitolo dell’inchiesta. Un dettaglio mai chiarito, un verbale silenzioso su fatti oggi confermati, e una nuova indagine pronta a far tremare vecchie certezze.

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Chiaia, dagli schiaffi alla solidarietà: i ragazzi della rissa si riabilitano aiutando anziani e bambini

Dopo la maxi rissa tra liceali, scatta la messa alla prova: tre mesi di volontariato per gli studenti coinvolti.

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Da protagonisti di una rissa in strada a volontari impegnati nel sociale. È la parabola degli ex “ribelli” di Chiaia, studenti dei licei Mercalli e Umberto, coinvolti in una violenta sfida lo scorso 17 ottobre nei pressi di Piazzetta Ascensione, nel cuore della Napoli bene. Una rissa organizzata via social, nata da rivalità scolastiche e culminata in spintoni, insulti e paura tra i commercianti costretti a chiudere in anticipo.

Indagini tra rigore e comprensione

La Procura dei Minori di Napoli, guidata dalla procuratrice Patrizia Imperato e dalla pm Emilia Galante Sorrentino, ha portato avanti l’inchiesta con fermezza ma anche sensibilità. Dopo settimane di indagini, 18 ragazzi sono stati identificati: tutti tra i 14 e i 17 anni, tutti con famiglie ben inserite nel tessuto cittadino. I carabinieri hanno analizzato chat, video e contenuti social, ricostruendo la genesi dello scontro, probabilmente nato da un litigio calcistico dell’anno precedente.

La svolta: “messa alla prova” al servizio dei più fragili

La decisione della Procura è stata chiara: niente processo, ma messa alla prova. Uno strumento giuridico previsto per i minori, recentemente riformato, che punta alla rieducazione attraverso attività sociali. I giovani coinvolti hanno accettato, su base volontaria, un programma di reinserimento che inizierà ai primi di settembre e si concluderà entro Natale.

Le attività saranno concrete: consegna di pasti a persone anziane e sole, assistenza a bambini senza famiglie all’interno di iniziative ricreative e formative, sempre affiancati da tutor e sotto il controllo di associazioni, parrocchie e onlus.

Dalla Chiesa alla comunità: così si ricostruisce il legame

A facilitare il percorso è stato anche il parroco della Chiesa di Piazzetta Ascensione, che già nei giorni successivi alla rissa si era fatto promotore di una riconciliazione tra i due gruppi, culminata con una stretta di mano simbolica dentro la parrocchia. Ora, grazie alla collaborazione delle famiglie e del tessuto associativo locale, i ragazzi presteranno almeno due pomeriggi a settimana, dimostrando concretamente la volontà di cambiare.

“Alla fine saremo migliori”

«Abbiamo sbagliato, ma vogliamo dare una mano», avrebbero detto alcuni dei ragazzi durante gli incontri preliminari. L’obiettivo, condiviso da tutti, è uscire da quest’esperienza più forti, con nuovi amici, consapevoli di aver messo il proprio tempo al servizio degli altri. Una lezione che, forse, vale più di mille punizioni.

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