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Mondiali, la Croazia batte il Brasile ai rigori e va in semifinale

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Il Brasile ha finito di danzare in Qatar. Un tiro in porta in 120′, e un portiere fenomenale, sono bastati alla Croazia per mettere fuori la Seleçao ai calci di rigore dai Mondiali, e la squadra che sognava di conquistare il sesto titolo continentale a 20 anni dall’ultimo si è sciolta nella lacrime di Neymar e dei suoi compagni. Sono così i vicecampioni in carica a superare i quarti di finale, attendendo ora di sapere chi affronteranno tra Argentina e Olanda per tornare di nuovo in finale. Le lacrime di un inconsolabile Neymar seduto in mezzo al campo sono state quelle di un Paese e di milioni di tifosi dei verdeoro in tutto il mondo. Il n.10 ha segnato alla fine del primo supplementare la rete dell’1-0, raggiungendo così Pelè nella classifica marcatori all time in nazionale, e sembrava il sigillo all’incontro, ma il gol di Petkovic, proprio lui, l’attaccante ex Catania ed Entella che poi, al Trapani, faceva disperare il suo allenatore Serse Cosmi, al 117′ ha rimesso tutto in bilico.

Ai rigori Livakovic ha fatto meglio di Alisson e i tiratori croati non hanno sbagliato nulla, scrivendo sulla pietra il 5-3 finale. Un premio alla tenacia di una nazionale che ha unito ancora una volta qualità e spirito di sacrificio per stare aggrappata ad una partita che il Brasile ha condotto pur senza dominare e creandosi occasioni che puntualmente Livakovic ha saputo annullare. Se, ancora una volta, un paese di quattro milioni di abitanti è riuscito a fare un’impresa sportiva, pur se parziale, è la squadra di Tite che deve battersi il petto. Subire un gol quasi in contropiede quando il traguardo era ormai stato raggiunto è un errore imperdonabile. La colpa non sarà del ct, ma a pochi minuti dal fischio finale è già cominciato sui social il tam tam per la successione al maturo tecnico. Per superare una Croazia tutt’altro che brillante col Giappone, Tite ha dato fiducia alla formazione che aveva dato spettacolo con la Corea del Sud, con Neymar al suo posto, avendo recuperato dall’infortunio alla caviglia, e attorniato dalla qualità offensiva di Vinicius, Richarlison, Paqueta e Raphinha. Davanti ad Alisson, ancora niente da fare per Alex Sandro, quindi Danilo è rimasto nel ruolo di terzino sinistro con Eder Militao dalla parte opposta.

La Croazia ha invece cambiato due pedine rispetto alla faticosa gara coi nipponici, vinta solo ai rigori, diventati una sua specialità. Sosa è rientrato nel ruolo di terzino sinistro al posto di Barisic e Pasalic si è ritrovato esterno destro per Petkovic. Che siano stati i cambi o la ‘testa’ diversa, la Croazia è stata in grado di tenere a bada l’enorme potenziale offensivo dei verdeoro specie nel primo tempo. I due centrali Gvardiol e Lovren non hanno sbagliato un intervento, mentre dall’altra parte erano quasi inoperosi i veterani Thiago Silva e Marquinhos. Il Brasile ha cercato il guizzo vincente con giocate singole, ma senza trovare varchi, mentre dall’altra parte le azioni corali erano altrettanto infruttuose. Nella ripresa, Tite ha cercato di scardinare il blocco croato cambiando gli esterni, prima Antony per Raphinha poi Rodrygo per Vinicius e per la difesa croata sono cominciati i guai, puntualmente sbrogliati da Livakovic, addosso al quale sono finiti quasi tutti i tiri degli attaccanti avversari: 19 in totale, di cui ben undici nello specchio. Ai punti non c’è stata storia ma per il Brasile alla fine è arrivato anche il premio: nel recupero del primo supplementare, Neymar è entrato in area dopo uno scambio con Paquetà e ha battuto il portiere aggirandolo senza sforzo e piazzando il pallone in rete.

Sembrava fatta, perchè nulla la Croazia ha costruito di significativo anche nel secondo supplementare. Poi all’improvviso, Orsic entrato da pochissimo per Brozovic si è involato sulla sinistra e ha crossato per Petkovic, pronto a girare in porta per l’1-1 con una piccola deviazione che ha ingannato Allison. Dal dischetto, sono stati implacabili Vlasic, Majer, Modric e Orsic. Livakovic ha parato il primo rigore brasiliano di Rodrygo, il palo ha fermato quello di Marquinhos scrivendo il verdetto: verdeoro eliminati.

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Esteri

Blackout in Spagna e Portogallo: indagini in corso, ipotesi anche di un cyberattacco

Spagna e Portogallo colpiti da un blackout elettrico: disagi nei trasporti e nelle comunicazioni. Il governo indaga, possibile anche un cyberattacco.

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Poco dopo le 12 di oggi, migliaia di cittadini in tutta la Spagna continentale e in Portogallo sono stati colpiti da un improvviso blackout elettrico. Come riportato dal quotidiano “El País”, il governo spagnolo ha attivato diversi team tecnici di vari ministeri per indagare sulle cause dell’interruzione, anche se al momento non esiste ancora una spiegazione ufficiale.

Secondo quanto riferito da Red Eléctrica, l’azienda pubblica responsabile della gestione del sistema elettrico nazionale, si sta lavorando intensamente per ripristinare la fornitura di energia. Anche l’Istituto nazionale di cybersicurezza è coinvolto nelle analisi, valutando la possibilità che il blackout possa essere stato causato da un attacco informatico, sebbene non ci siano ancora conferme in tal senso.

Reti di comunicazione e trasporti in tilt

Il blackout ha avuto ripercussioni su diversi settori strategici: sono stati colpiti reti di comunicazione, aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità in Spagna e Portogallo. Problemi sono stati segnalati anche nella gestione del traffico stradale, con numerosi semafori fuori servizio, oltre che in centri commerciali e strutture pubbliche.

La ministra spagnola della Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha fatto visita al centro di controllo di Red Eléctrica per seguire da vicino le operazioni di ripristino. L’azienda ha attivato un piano di emergenza che prevede il graduale ritorno alla normalità, iniziando dal nord e dal sud della penisola iberica.

Coinvolta anche la Francia meridionale

Le interruzioni non hanno riguardato esclusivamente la Spagna e il Portogallo: alcune aree del sud della Francia, interconnesse con la rete elettrica spagnola, hanno subito disagi simili. Le autorità francesi stanno monitorando attentamente la situazione in coordinamento con le controparti spagnole.

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Esteri

Putin ringrazia i soldati nordcoreani, ‘sono eroi’

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Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ringraziato in un messaggio i soldati nordcoreani che hanno preso parte alla “liberazione della regione di Kursk” dalle truppe d’invasione ucraine, definendoli “eroi”. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino.

“Il popolo russo non dimenticherà mai l’impresa delle forze speciali coreane, onoreremo sempre gli eroi coreani che hanno dato la vita per la Russia, per la nostra comune libertà, al pari dei loro compagni d’armi russi”, si legge nel messaggio di Putin. Il presidente russo sottolinea che l’intervento è avvenuto “nel pieno rispetto della legge internazionale”, in base all’articolo 4 dell’accordo di partenriato strategico firmato nel giugno dello scorso anno tra Mosca e Pyongyang, che prevede assistenza militare reciproca in caso di aggressione a uno dei due Paesi. “Gli amici coreani – ha aggiunto Putin – hanno agito in base a un senso di solidarietà, giustizia e genuina amicizia. Lo apprezziamo molto e ringraziamo con sincerità il presidente Kim Jong-un personalmente”.

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Esteri

Media, due giornalisti italiani espulsi dal Marocco

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Due giornalisti italiani sarebbero stati espulsi ieri sera dalle autorità marocchine con l’accusa di aver cercato di entrare illegalmente nella città di Laayoune (El Aaiun). Lo rivela il quotidiano marocchino online Hespress. Matteo Garavoglia, 34 anni, giornalista freelance originario di Biella e collaboratore del ‘Manifesto’, e il fotografo Giovanni Colmoni, avrebbero tentato di entrare nella città marocchina meridionale al confine con la regione contesa del Sahara Occidentale “senza l’autorizzazione richiesta dalla polizia”.

I due erano a bordo di un’auto privata e, secondo quanto riporta il quotidiano marocchino, sarebbero stati fermati dagli agenti che hanno interpretato il tentativo di ingresso come un “atto provocatorio, in violazione delle leggi del Paese che regolano gli ingressi dei visitatori stranieri”. Sempre secondo l’Hespress, i due reporter avrebbero cercato di “sfruttare il fatto di essere giornalisti per promuovere programmi separatisti. Per questo sono stati fermati e successivamente accompagnati in auto nella città di Agadir”. Non era la prima volta che i due tentavano di entrare a Laayoune, secondo il quotidiano, ma sempre “nel disprezzo per le procedure legali del Marocco”.

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