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Mondiali donne, l’Italia trova la Cina e la Peng Shimeng la “portiera” super

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E adesso Peng Shimeng. Sara’ la portiera della Cina, un osso duro che lunedi’ scorso a Le Havre si e’ opposta con successo a ben 24 conclusioni della Spagna (la sfida e’ finita 0-0), il prossimo ostacolo da saltare per questa Italdonne che ha fatto innamorare il Paese. Rivale delle azzurre negli ottavi di finale sara’ infatti la Cina, martedi’ prossimo a Montpellier, in una sfida che le ragazze della ct Bertolini faranno bene a non sottovalutare ma che comunque e’ alla portata di una squadra che non vuole smettere di sognare. Va bene le tre Wang e la Zhang che, assieme alla Peng, sono l’ossatura della squadra ma, come dice Sara Gama, “nessuno avrebbe immaginato di venire qui dopo venti anni e di vincere il girone. Siamo molto felici, e adesso vogliamo toglierci altre soddisfazioni”. Intanto, come si diceva, le ‘Ragazze Mondiali’ hanno fatto innamorare milioni di italiani.

Se la sfida di martedi’ sera con il Brasile ha fatto registrare il record storico di ascolti per una partita di calcio femminile in Italia (7 milioni e 322 mila telespettatori, 32.8% di share), anche sui social network la passione per le Azzurre continua a crescere di giorno in giorno. Attivati dalla Figc lo scorso 29 maggio, i canali della nazionale femminile hanno fatto registrare una vera e propria impennata nelle ultime settimane, creando una community di oltre 120.000 utenti complessivi suddivisi tra i tre profili ufficiali: dall’8 giugno, vigilia dell’esordio nel Mondiale, Twitter e’ passato da 1.700 followers a 13.900, Facebook da 12.500 a 44.000 e Instagram da 7.000 a 64.000. Anche questi, come quelli sul campo, sono numeri da record per questa squadra che sta andando a braccetto con le migliori del pianeta. Con le varie Bonansea, Giuliani, Gama e Girelli sognare non e’ proibito.

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Esteri

Blackout in Spagna e Portogallo: indagini in corso, ipotesi anche di un cyberattacco

Spagna e Portogallo colpiti da un blackout elettrico: disagi nei trasporti e nelle comunicazioni. Il governo indaga, possibile anche un cyberattacco.

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Poco dopo le 12 di oggi, migliaia di cittadini in tutta la Spagna continentale e in Portogallo sono stati colpiti da un improvviso blackout elettrico. Come riportato dal quotidiano “El País”, il governo spagnolo ha attivato diversi team tecnici di vari ministeri per indagare sulle cause dell’interruzione, anche se al momento non esiste ancora una spiegazione ufficiale.

Secondo quanto riferito da Red Eléctrica, l’azienda pubblica responsabile della gestione del sistema elettrico nazionale, si sta lavorando intensamente per ripristinare la fornitura di energia. Anche l’Istituto nazionale di cybersicurezza è coinvolto nelle analisi, valutando la possibilità che il blackout possa essere stato causato da un attacco informatico, sebbene non ci siano ancora conferme in tal senso.

Reti di comunicazione e trasporti in tilt

Il blackout ha avuto ripercussioni su diversi settori strategici: sono stati colpiti reti di comunicazione, aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità in Spagna e Portogallo. Problemi sono stati segnalati anche nella gestione del traffico stradale, con numerosi semafori fuori servizio, oltre che in centri commerciali e strutture pubbliche.

La ministra spagnola della Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha fatto visita al centro di controllo di Red Eléctrica per seguire da vicino le operazioni di ripristino. L’azienda ha attivato un piano di emergenza che prevede il graduale ritorno alla normalità, iniziando dal nord e dal sud della penisola iberica.

Coinvolta anche la Francia meridionale

Le interruzioni non hanno riguardato esclusivamente la Spagna e il Portogallo: alcune aree del sud della Francia, interconnesse con la rete elettrica spagnola, hanno subito disagi simili. Le autorità francesi stanno monitorando attentamente la situazione in coordinamento con le controparti spagnole.

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Esteri

Putin ringrazia i soldati nordcoreani, ‘sono eroi’

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Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ringraziato in un messaggio i soldati nordcoreani che hanno preso parte alla “liberazione della regione di Kursk” dalle truppe d’invasione ucraine, definendoli “eroi”. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino.

“Il popolo russo non dimenticherà mai l’impresa delle forze speciali coreane, onoreremo sempre gli eroi coreani che hanno dato la vita per la Russia, per la nostra comune libertà, al pari dei loro compagni d’armi russi”, si legge nel messaggio di Putin. Il presidente russo sottolinea che l’intervento è avvenuto “nel pieno rispetto della legge internazionale”, in base all’articolo 4 dell’accordo di partenriato strategico firmato nel giugno dello scorso anno tra Mosca e Pyongyang, che prevede assistenza militare reciproca in caso di aggressione a uno dei due Paesi. “Gli amici coreani – ha aggiunto Putin – hanno agito in base a un senso di solidarietà, giustizia e genuina amicizia. Lo apprezziamo molto e ringraziamo con sincerità il presidente Kim Jong-un personalmente”.

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Esteri

Media, due giornalisti italiani espulsi dal Marocco

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Due giornalisti italiani sarebbero stati espulsi ieri sera dalle autorità marocchine con l’accusa di aver cercato di entrare illegalmente nella città di Laayoune (El Aaiun). Lo rivela il quotidiano marocchino online Hespress. Matteo Garavoglia, 34 anni, giornalista freelance originario di Biella e collaboratore del ‘Manifesto’, e il fotografo Giovanni Colmoni, avrebbero tentato di entrare nella città marocchina meridionale al confine con la regione contesa del Sahara Occidentale “senza l’autorizzazione richiesta dalla polizia”.

I due erano a bordo di un’auto privata e, secondo quanto riporta il quotidiano marocchino, sarebbero stati fermati dagli agenti che hanno interpretato il tentativo di ingresso come un “atto provocatorio, in violazione delle leggi del Paese che regolano gli ingressi dei visitatori stranieri”. Sempre secondo l’Hespress, i due reporter avrebbero cercato di “sfruttare il fatto di essere giornalisti per promuovere programmi separatisti. Per questo sono stati fermati e successivamente accompagnati in auto nella città di Agadir”. Non era la prima volta che i due tentavano di entrare a Laayoune, secondo il quotidiano, ma sempre “nel disprezzo per le procedure legali del Marocco”.

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