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Ministro canadese evoca imminente incontro Carney-Trump sui dazi

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Il ministro del commercio canadese-statunitense, Dominic LeBlanc, si mostra fiducioso riguardo ai colloqui commerciali con Washington, nonostante la situazione di stallo dei negoziati abbia portato la Casa Bianca a imporre dazi doganali più elevati ad Ottawa la scorsa settimana. LeBlanc ha dichiarato alla Cbs di credere ancora che l’amministrazione Trump stia negoziando in buona fede con il Canada e di aspettarsi che il presidente Donald Trump e il premier canadese Mark Carney parlino nei prossimi giorni. “Crediamo che ci sia un ampio terreno comune tra Stati Uniti e Canada in termini di costruzione di due economie forti che funzionano bene insieme”, ha dichiarato LeBlanc a “Face the Nation”.

“Questa è la storia del quarantennale Accordo di Libero Scambio che risale al presidente Reagan”. “Comprendiamo e rispettiamo pienamente il punto di vista del presidente in termini di interesse per la sicurezza nazionale”, ha affermato LeBlanc. “In effetti, lo condividiamo, e ciò che abbiamo detto alle nostre controparti americane è: come possiamo strutturare il giusto accordo, in cui entrambi possiamo continuare a rifornirci a vicenda in modo affidabile ed economicamente vantaggioso, preservando i posti di lavoro essenziali per l’economia americana? Ma lo stesso vale ovviamente anche per il Canada”.

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Caso Epstein, convocati Bill e Hillary Clinton: audizioni alla Camera Usa

La Commissione della Camera Usa convoca Bill e Hillary Clinton per testimoniare sul caso Epstein. Richiesti documenti al Dipartimento di Giustizia.

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Dieci nomi pesanti della politica e della giustizia americana, tra cui Bill e Hillary Clinton, sono stati convocati dalla House Oversight Committee, la Commissione di vigilanza della Camera dei Rappresentanti, per testimoniare a porte chiuse sul caso Jeffrey Epstein. La decisione, presa dopo un voto bipartisan di una sottocommissione, segna un nuovo capitolo nell’inchiesta su uno dei casi più controversi degli ultimi decenni.

I nomi coinvolti e il calendario delle audizioni

Oltre ai Clinton, figurano sei ex ministri della Giustizia e due ex direttori dell’Fbi. Le convocazioni sono state inviate ieri e prevedono un fitto calendario: Hillary Clinton è attesa il 9 ottobre, mentre Bill Clinton il 14 ottobre. Le audizioni si svolgeranno tra metà agosto e ottobre.

Contestualmente, la Commissione ha richiesto al Dipartimento di Giustizia tutti i documenti riservati su Epstein, pur con i nomi delle vittime oscurati, e ha dato tempo fino al 19 agosto per la consegna. Il presidente della Commissione, il repubblicano James Comer, ha dichiarato che l’inchiesta è motivata da un “interesse pubblico enorme”.

Le mosse dell’amministrazione Trump

Secondo la Cnn, l’amministrazione Trump starebbe valutando la pubblicazione delle trascrizioni delle dichiarazioni rese da Ghislaine Maxwell al viceministro della Giustizia Todd Blanche. Maxwell, ex compagna e complice di Epstein, è stata trasferita dal carcere in Florida a un penitenziario di minima sicurezza in Texas.

Le immagini inedite della casa di Epstein

Nel frattempo, il New York Times ha diffuso una serie di foto inedite della magione di Epstein a New York, acquistata nel 1998 e venduta nel 2021 a Michael Daffey, dirigente di Goldman Sachs, per 51 milioni di dollari. L’edificio, sette piani nel cuore dell’Upper East Side, con oltre 2.000 metri quadri e 40 stanze, fu per anni centro delle relazioni sociali del finanziere.

Tra gli oggetti immortalati negli scatti: foto con personalità di ogni tipo, da Giovanni Paolo II a Elon Musk, da Mick Jagger a Fidel Castro, da Bill Gates a Bin Salman. Spiccano anche una banconota firmata da Gates e una lettera di Woody Allen che nel 2016 celebrava il compleanno di Epstein, elogiando le cene «servite da giovani donne» e l’ambientazione che ricordava «i film su Dracula».

Le foto rivelano anche dettagli inquietanti: una stanza da letto con telecamere al soffitto, una tigre imbalsamata a fianco della scrivania, un tappeto persiano a coprire l’intero pavimento dell’ufficio. Il nuovo proprietario, tramite portavoce, ha fatto sapere di aver avviato un “rinnovamento completo, materiale e spirituale” della dimora.

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Zelensky-Trump, pressing su Mosca e armi a Kiev: missione Usa al Cremlino

Telefonata produttiva tra Trump e Zelensky. Pronte nuove sanzioni alla Russia e un accordo per droni Usa. Witkoff vola a Mosca per cercare un cessate il fuoco.

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Una telefonata definita «produttiva» ha messo in contatto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello statunitense Donald Trump, alla vigilia della missione diplomatica a Mosca dell’inviato speciale americano Steve Witkoff, incaricato di sondare le possibilità di un cessate il fuoco in Ucraina.

Pressioni su Mosca e nuove intese per l’armamento ucraino

Zelensky ha espresso fiducia nella fermezza di Trump, definendola «determinante» per mettere pressione su Mosca, la cui economia, secondo il presidente ucraino, «continua a declinare». Tra i temi affrontati anche nuove sanzioni secondarie contro i Paesi che commerciano ancora con la Russia, in particolare sul fronte energetico.

Sul versante della cooperazione militare, sono stati discussi gli accordi che permetteranno a Kiev di acquistare nuove forniture di armi statunitensi grazie a fondi provenienti da Paesi Bassi, Svezia, Norvegia e Danimarca, per un totale di oltre un miliardo di dollari. Pronta anche una bozza d’intesa sui droni tra Kiev e Washington.

L’ultimatum di Trump e il viaggio di Witkoff

Il colloquio telefonico si inserisce in un quadro diplomatico più ampio: Trump ha dato tempo fino all’8 agosto al Cremlino per porre fine alla guerra, minacciando pesanti sanzioni economiche verso i principali acquirenti di petrolio russo. Tuttavia, il presidente Usa ha chiarito che ogni decisione definitiva verrà presa dopo la missione di Witkoff, che oggi vola a Mosca per la sesta volta.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha commentato con toni moderatamente positivi, parlando di un incontro «utile e significativo», lasciando intendere che un faccia a faccia Putin-Trump non è del tutto escluso. Fonti statunitensi, però, definiscono improbabile l’ipotesi di un summit trilaterale con Zelensky entro fine agosto, sebbene non la escludano in caso di sviluppi positivi.

Sanzioni secondarie e scetticismo del Cremlino

Uno dei nodi più delicati resta quello delle sanzioni secondarie, che colpirebbero anche i partner commerciali di Mosca. Tra questi, l’India è osservata speciale: se Trump ha dichiarato che Nuova Delhi avrebbe intenzione di abbandonare il greggio russo, da Bloomberg arrivano smentite su questa ipotesi.

Dal Cremlino filtra scetticismo sull’efficacia delle nuove misure, e sebbene Putin voglia evitare lo scontro diretto con Trump, continua a considerare la cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina una priorità strategica. Secondo Bloomberg, l’unica apertura possibile da parte russa potrebbe essere un cessate il fuoco limitato, non una tregua definitiva.

Attacchi sul campo e intelligence ucraina

Nel frattempo, il conflitto continua a mietere vittime. A Lozova, nella regione di Kharkiv, un attacco russo ha colpito la stazione ferroviaria, provocando tre morti e almeno dodici feriti. Tra le vittime un meccanico ferroviario, mentre altri quattro lavoratori sono rimasti gravemente feriti.

Kiev ha anche rivendicato di aver ottenuto informazioni sensibili sul “Knyaz Pozharsky”, l’ultimo e più sofisticato sottomarino nucleare balistico russo, considerato tra gli asset strategici più avanzati della Marina militare di Mosca.

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Cremlino: “Relazioni Russia-USA mai così deteriorate. Nessun incontro previsto tra Putin e Trump”

Il Cremlino denuncia un deterioramento senza precedenti nei rapporti con gli USA. Nessun vertice Putin-Trump a sei mesi dall’insediamento.

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Le relazioni tra Russia e Stati Uniti hanno raggiunto un livello di deterioramento senza precedenti sotto la presidenza di Joe Biden, e la mancata organizzazione di un vertice tra Vladimir Putin e il nuovo presidente Donald Trump non rappresenta una sorpresa. A dichiararlo è stato Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Tass.

Il dato storico: oltre sei mesi senza vertice

Secondo i calcoli della Tass, si tratta della prima volta nella storia moderna della Russia che, a oltre sei mesi dall’insediamento di un presidente statunitense, non si è ancora tenuto un incontro bilaterale ufficiale tra i leader dei due Paesi. Un’anomalia che Peskov ha definito “coerente con il livello attuale dei rapporti”.

In passato, la maggiore attesa per un vertice tra Mosca e Washington era stata quella tra Putin e Trump, avvenuto dopo cinque mesi e 18 giorni dall’inizio del primo mandato del presidente repubblicano. Negli altri casi, l’incontro tra i capi di Stato si era solitamente tenuto entro cinque mesi dall’insediamento.

Un gelo diplomatico che riflette la crisi geopolitica

L’assenza di un vertice riflette il raffreddamento delle relazioni diplomatiche tra Mosca e Washington, aggravate negli ultimi anni da sanzioni, accuse reciproche, tensioni militari e divergenze strategiche su dossier globali come Ucraina, energia, cybersicurezza e armamenti nucleari.

La Russia guarda con attenzione alla nuova amministrazione Trump, ma per ora non ci sono segnali concreti di apertura verso un dialogo bilaterale ad alto livello. “Il Cremlino resta in attesa di condizioni politiche più favorevoli”, ha aggiunto Peskov.

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