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Metodo Epstein, fornire ‘minorenni ai potenti per ricattarli’

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Clinton che minaccia Vanity Fair contro la pubblicazione di articoli sul suo amico Jeffrey Epstein. Una top model suicida in circostanze sospette due anni dopo aver volato sul famigerato ‘Lolita Express’. Adolescenti offerte come prede sessuali a vip della politica e della finanza americana e internazionale per poterli ricattare. Sembra un vaso di Pandora la serie di atti giudiziari legati al caso Epstein e desecretai a puntate, come fossero una serie tv, a cinque anni dal suo suicidio in cella mentre attendeva il processo per traffico di minorenni.

La seconda tranche di documenti, 19 dopo gli oltre 40 di mercoledì, con migliaia di pagine di deposizioni, rivela nomi nuovi ma anche dettagli imbarazzanti legati a personaggi già noti nell’orbita di Epstein, pur se non penalmente rilevanti. E’ il caso di Bill Clinton, che sarebbe entrato negli uffici di Vanity Fair e avrebbe “minacciato” lo staff affinché non pubblicasse articoli sul traffico sessuale del suo buon amico Jeffrey.

A raccontare l’episodio è stata Virginia Giuffre, la grande accusatrice di Epstein, in una email ad una giornalista del Daily Mail. Non è chiaro dove Giuffre abbia appreso delle minacce di Clinton. Nelle carte l’ex presidente viene descritto come qualcuno che “aveva viaggiato con Epstein e Ghislaine Maxwell (la sua fidanzata, ndr) e che avrebbe potuto avere informazioni sulla condotta” del finanziere e della sua complice.

Tra i dettagli inediti anche la vicenda della top model russo-kazaka Ruslana Korshunova, icona pubblicitaria di varie case di moda e morta suicida a 20 anni nel 2008 cadendo dal nono piano del suo appartamento vicino a Wall Street, in circostanze sospette: due anni prima aveva volato sul famigerato jet ‘Lolita Express’ di Jeffrey Epstein per un viaggio nella sua isola caraibica di Little St. James, teatro di orge e incontri sessuali tra vip e minorenni. Ma uno dei documenti più interessanti è quello che alza il velo su quelli che erano gli obiettivi del traffico di adolescenti orchestrato dal finanziere e dalla sua compagna: Epstein offrì una ragazza, identificata in un documento del 2014 con lo pseudonimo di “Jane Doe 3”, a “numerosi eminenti politici americani, potenti dirigenti aziendali, presidenti stranieri, un noto primo ministro e altri leader mondiali”, allo scopo di “ingraziarseli” per la sua attività finanziaria ma anche “per ottenere potenziali informazioni ricattatorie”. Come? Facendosi raccontare dall’adolescente i dettagli degli incontri sessuali. Il documento però non nomina i vip.

La giovane fu contatta per la prima volta da Maxwell nel 1999, quando aveva solo 15 anni. Come lei, decine di altre minorenni. Tra i nomi nuovi dei ‘clienti’, spuntano quelli di Leslie Wexner, il titano della vendita al dettaglio dietro Victoria’s Secret, The Limited e altre catene di negozi. O del miliardario Glenn Dubin, dell’ex ambasciatore Usa e governatore del New Mexico Bill Richardson, dell’ex senatore George Mitchell. Tutti negano. I nomi che continuano a mantenere alta l’attenzione sono quelli di Bill Clinton, Donald Trump. E del principe Andrea, su cui un gruppo politico anti-monarchico, Republic, ha chiesto di aprire nuove indagini. Ma Scotland Yard ha già chiuso la porta, dopo le precedenti indagini concluse con un non luogo a procedere e la transazione extragiudiziale multimilionaria del principe con la sua accusatrice Virginia Giuffre.

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Blinken in visita a sorpresa in Ucraina

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in visita a sorpresa in Ucraina. Il capo della diplomazia Usa è giunto stamattina a Kiev con un treno notturno dalla Polonia. E’ previsto un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo i giornalisti al seguito di Blinken. Si tratta del quarto viaggio in Ucraina del segretario di stato americano dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. La visita è intesa a rassicurare Kiev sul continuo sostegno degli Stati Uniti e a promettere un flusso di armi in un momento in cui Mosca sta conducendo una pesante offensiva nella regione nordorientale ucraina di Kharkiv.

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‘Chora è una moschea’, scintille Erdogan-Mitsotakis

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La moschea di Kariye a Istanbul, un tempo chiesa ortodossa di San Salvatore in Chora e tesoro del patrimonio bizantino, diventa tempio della discordia tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, nel giorno della visita del leader ellenico ad Ankara proprio per confermare la stagione di buon vicinato tra i due Paesi dopo decenni di tensioni. Le divergenze sulla moschea si sono riaccese nei giorni scorsi, dopo che il 6 maggio scorso San Salvatore in Chora, chiesa risalente al V secolo e tra i più importanti esempi dell’architettura bizantina di Istanbul, è stata riaperta dopo lavori di restauro durati quattro anni.

Convertita in moschea mezzo secolo dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi ottomani del 1453, Chora è stata trasformata in un museo dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Turchia cercò di creare una repubblica laica dalle ceneri dell’Impero Ottomano. Ma nel 2020 è nuovamente diventata una moschea su impulso di Erdogan, poco dopo la decisione del presidente di riconvertire in moschea anche Santa Sofia, che come Chora era stata trasformata in un museo. La riapertura aveva suscitato malcontento ad Atene, con Mitsotakis che aveva definito la conversione della chiesa come “un messaggio negativo” e promesso alla vigilia del suo viaggio ad Ankara di chiedere a Erdogan di tornare sui suoi passi in merito. Una richiesta respinta al mittente: “La moschea Kariye nella sua nuova identità resta aperta a tutti”, ha confermato Erdogan in conferenza stampa accanto a Mitsotakis.

“Come ho detto al premier greco, abbiamo aperto al culto e alle visite la nostra moschea dopo un attento lavoro di restauro in conformità con la decisione che abbiamo preso nel 2020”, ha sottolineato. “Ho discusso con Erdogan della conversione della chiesa di San Salvatore in Chora e gli ho espresso la mia insoddisfazione”, ha indicato in risposta il leader greco, aggiungendo che questo “tesoro culturale” deve “rimanere accessibile a tutti i visitatori”. Nulla di fatto dunque sul tentativo di Atene di riscrivere il destino del luogo di culto. Ma nonostante le divergenze in merito, la visita di Mitsotakis ad Ankara segna un nuovo passo nel cammino di normalizzazione intrapreso dai due Paesi, contrapposti sulla questione cipriota e rivali nel Mediterraneo orientale. A dicembre i due leader hanno firmato una dichiarazione di “buon vicinato” per sancire una fase di calma nei rapporti iniziata dopo il terremoto che ha ucciso più di 50.000 persone nel sud-est della Turchia, all’inizio del 2023. “Oggi abbiamo dimostrato che accanto ai nostri disaccordi possiamo scrivere una pagina parallela su ciò che ci trova d’accordo”, ha sottolineato Mitsotakis accanto a Erdogan, confermando la volontà di “intensificare i contatti bilaterali”. Perché “l’oggi non deve rimanere prigioniero del passato”.

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Kiev, più di 30 località sotto il fuoco russo nel Kharkiv

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Sono ancora in corso i combattimenti nella regione di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, dove più di 30 località sono sotto il fuoco russo e quasi 6.000 residenti sono stati evacuati, secondo il governatore regionale. “Più di 30 località nella regione di Kharkiv sono state colpite dall’artiglieria nemica e dai colpi di mortaio”, ha scritto Oleg Synegoubov sui social network.

Il governatore ha aggiunto che dall’inizio dei combattimenti sono stati evacuati da queste zone un totale di 5.762 residenti. Le forze russe hanno attraversato il confine da venerdì per condurre un’offensiva in direzione di Lyptsi e Vovchansk, due città situate rispettivamente a circa venti e cinquanta chilometri a nord-est di Kharkiv, la seconda città del Paese.

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