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Esteri

Messico, è morto in prigione  Moise’s Escamilla May: il capo dei narcos ‘Los Zetas’ era affetto da Covid 19

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 Moise’s Escamilla May, leader del clan di narcotrafficanti denominato ‘Los Zetas’, e’ morto per problemi respiratori causati dal coronavirus nel centro di reclusione federale di Puente Grande, nello Stato messicano di Jalisco.  Il decesso del boss che aveva 45 anni, riferisce la tv Televisa, e’ avvenuto l’8 maggio nell’infermeria della prigione dove era stato ricoverato una settimana prima, ma e’ stato reso noto solo ora per motivi di sicurezza.

Conosciuto col soprannome di ‘El Gordo May’ (Il grasso May), Escamilla stava scontando l’undicesimo di 37 anni di carcere a cui era stato condannato per avere decapitato 12 persone nella citta’ di Cancun. Al momento del suo arresto nel 2008, insieme a otto dei suoi uomini, ‘Los Zetas’ erano considerato l’organizzazione criminale piu’ terribile della regione di Cancun dove aveva il monopolio della distribuzione della cocaina proveniente dal Centro America. La pandemia da coronavirus e’ in pieno sviluppo in Messico. Nell’ultimo rapporto delle autorita’ sanitarie diramato dal sottosegretario per la Prevenzione e la promozione della salute, si indica che i casi di contagio dall’inizio della crisi sono 35.022, con un bilancio di 3.465 morti.

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Rubio: serve svolta nei colloqui su Ucraina al più presto

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump deciderà quanto tempo gli Stati Uniti dedicheranno alla risoluzione del conflitto ucraino, quindi una svolta nei negoziati “è necessaria molto presto”. Lo ha affermato a Fox News il segretario di Stato americano Marco Rubio. Le posizioni di Russia e Ucraina “si sono già avvicinate, ma sono ancora lontane l’una dall’altra – ha ricordato – ed è necessaria una svolta molto presto. Allo stesso tempo, ha proseguito Rubio, è necessario accettare il fatto che “l’Ucraina non sarà in grado di riportare la Russia alle posizioni che occupava nel 2014”. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce, ha dichiarato durante un briefing che gli Stati Uniti restano impegnati a lavorare per risolvere il conflitto, “ma non voleremo in giro per il mondo per mediare negli incontri che si stanno attualmente svolgendo tra le due parti. Ora – ha sottolineato – è il momento per le parti di presentare e sviluppare idee concrete su come porre fine a questo conflitto. Dipenderà da loro”.

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Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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Siria, Israele bombarda zona palazzo presidenziale Damasco

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L’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato la zona del palazzo presidenziale a Damasco, dopo aver minacciato il governo siriano di rappresaglie se non avesse protetto la minoranza drusa. “Gli aerei da guerra hanno colpito la zona intorno al palazzo”, ha scritto l’esercito israeliano su Telegram.

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