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Meghan getta altra benzina sul fuoco fra Harry e Carlo

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Non c’e’ pace fra i ribelli di casa Windsor e il resto della Royal Family britannica. A confermarlo sono i toni di una nuova intervista concessa stavolta da Meghan Markle a ‘The Cut’, supplemento femminile del magazine americano ‘New York’ (e rimbalzata rumorosamente sui media d’oltre Manica), nella quale la duchessa ripropone piu’ di qualche recriminazione verso i reali, tornando sullo strappo di due anni fa segnato dal trasferimento suo e del marito Harry negli Usa. La dichiarazione che ha fatto piu’ scalpore riguarda il rapporto tra il consorte e il principe Carlo suo padre: “Harry mi ha detto, ‘ho perso mio padre in questo processo'”, ha rivelato l’ex attrice di madre afroamericana. La frase si riferisce all’azione giudiziaria condotta con successo dai Sussex nel Regno Unito contro il gruppo che pubblica il tabloid Daily Mail, bandiera della destra populista sull’isola, in difesa della propria privacy. Battaglia che non pare sia piaciuta ai vertici della monarchia, in particolare all’erede al trono, avendo finito con l’esporre il casato all’ennesimo show di polemiche offerto in pasto all’opinione pubblica. Meghan, richiamandosi al legame tra Harry e Carlo, ha poi auspicato che non “accada a loro cio’ che e’ successo a me”. “Ma questa e’ una decisione di Harry”, ha quindi aggiunto: salvo costringere una sua portavoce ad intervenire a stretto giro per sostenere come con queste parole Markle avesse voluto solo augurare al marito di non sperimentare quanto capitato a lei con l’estraniamento ormai definitivo del proprio genitore Thomas. Allo stesso tempo una fonte di palazzo si e’ affrettata a provare a rassicurare tutti, con un’insolita puntualizzazione urbi et orbi sui sentimenti del delfino verso il secondogenito: “Il principe di Galles ama entrambi i suoi figli”, ha tagliato corto. Sempre nell’intervista, Meghan non ha peraltro mancato di notare, in termini generali (per quanto in apparente accenno agli attriti con la famiglia reale) come “perdonare sia molto importante ma richieda un grande sforzo”. Mentre ha aggiunto una battuta polemica pure sulla questione dell’autonomia finanziaria invocata dai Sussex prima del trasloco in California e costata loro – per decisione della 96enne regina Elisabetta – la perdita dello status di membri senior attivi nella rappresentanza ufficiale della dinastia. Scelta che la corte avrebbe potuto trattare con minore rigidita’ “senza dover inventare la ruota”, ha punzecchiato, dato che a suo dire soluzioni piu’ flessibili erano state ammesse in passato per altri (imprecisati) Windsor. Parole che non lasciano certo presagire svolte nelle relazioni familiari in vista dell’imminente arrivo sull’isola per alcuni giorni della coppia di transfughi, invitati come ospiti d’onore a un forum giovanile a Manchester, oltre che ad altri eventi pubblici e di beneficenza fra Svizzera e Germania. Visita durante la quale non e’ dato sapere se Harry tornera’ a incontrare suo padre o tanto meno il fratello maggiore William (secondo in linea di successione, col quale le relazioni risultano ancor piu’ gravemente compromesse stando alle ricostruzioni recenti di svariati biografi e osservatori di cose reali). Mentre nemmeno il 25esimo anniversario di domani della morte di Diana – madre amatissima la cui memoria rappresenta forse al momento l’unico residuo elemento d’unione fra i due fratelli un tempo inseparabili – sembra per ora in grado di poter ispirare una vera ricucitura.

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Blinken in visita a sorpresa in Ucraina

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in visita a sorpresa in Ucraina. Il capo della diplomazia Usa è giunto stamattina a Kiev con un treno notturno dalla Polonia. E’ previsto un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo i giornalisti al seguito di Blinken. Si tratta del quarto viaggio in Ucraina del segretario di stato americano dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. La visita è intesa a rassicurare Kiev sul continuo sostegno degli Stati Uniti e a promettere un flusso di armi in un momento in cui Mosca sta conducendo una pesante offensiva nella regione nordorientale ucraina di Kharkiv.

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‘Chora è una moschea’, scintille Erdogan-Mitsotakis

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La moschea di Kariye a Istanbul, un tempo chiesa ortodossa di San Salvatore in Chora e tesoro del patrimonio bizantino, diventa tempio della discordia tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, nel giorno della visita del leader ellenico ad Ankara proprio per confermare la stagione di buon vicinato tra i due Paesi dopo decenni di tensioni. Le divergenze sulla moschea si sono riaccese nei giorni scorsi, dopo che il 6 maggio scorso San Salvatore in Chora, chiesa risalente al V secolo e tra i più importanti esempi dell’architettura bizantina di Istanbul, è stata riaperta dopo lavori di restauro durati quattro anni.

Convertita in moschea mezzo secolo dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi ottomani del 1453, Chora è stata trasformata in un museo dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Turchia cercò di creare una repubblica laica dalle ceneri dell’Impero Ottomano. Ma nel 2020 è nuovamente diventata una moschea su impulso di Erdogan, poco dopo la decisione del presidente di riconvertire in moschea anche Santa Sofia, che come Chora era stata trasformata in un museo. La riapertura aveva suscitato malcontento ad Atene, con Mitsotakis che aveva definito la conversione della chiesa come “un messaggio negativo” e promesso alla vigilia del suo viaggio ad Ankara di chiedere a Erdogan di tornare sui suoi passi in merito. Una richiesta respinta al mittente: “La moschea Kariye nella sua nuova identità resta aperta a tutti”, ha confermato Erdogan in conferenza stampa accanto a Mitsotakis.

“Come ho detto al premier greco, abbiamo aperto al culto e alle visite la nostra moschea dopo un attento lavoro di restauro in conformità con la decisione che abbiamo preso nel 2020”, ha sottolineato. “Ho discusso con Erdogan della conversione della chiesa di San Salvatore in Chora e gli ho espresso la mia insoddisfazione”, ha indicato in risposta il leader greco, aggiungendo che questo “tesoro culturale” deve “rimanere accessibile a tutti i visitatori”. Nulla di fatto dunque sul tentativo di Atene di riscrivere il destino del luogo di culto. Ma nonostante le divergenze in merito, la visita di Mitsotakis ad Ankara segna un nuovo passo nel cammino di normalizzazione intrapreso dai due Paesi, contrapposti sulla questione cipriota e rivali nel Mediterraneo orientale. A dicembre i due leader hanno firmato una dichiarazione di “buon vicinato” per sancire una fase di calma nei rapporti iniziata dopo il terremoto che ha ucciso più di 50.000 persone nel sud-est della Turchia, all’inizio del 2023. “Oggi abbiamo dimostrato che accanto ai nostri disaccordi possiamo scrivere una pagina parallela su ciò che ci trova d’accordo”, ha sottolineato Mitsotakis accanto a Erdogan, confermando la volontà di “intensificare i contatti bilaterali”. Perché “l’oggi non deve rimanere prigioniero del passato”.

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Kiev, più di 30 località sotto il fuoco russo nel Kharkiv

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Sono ancora in corso i combattimenti nella regione di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, dove più di 30 località sono sotto il fuoco russo e quasi 6.000 residenti sono stati evacuati, secondo il governatore regionale. “Più di 30 località nella regione di Kharkiv sono state colpite dall’artiglieria nemica e dai colpi di mortaio”, ha scritto Oleg Synegoubov sui social network.

Il governatore ha aggiunto che dall’inizio dei combattimenti sono stati evacuati da queste zone un totale di 5.762 residenti. Le forze russe hanno attraversato il confine da venerdì per condurre un’offensiva in direzione di Lyptsi e Vovchansk, due città situate rispettivamente a circa venti e cinquanta chilometri a nord-est di Kharkiv, la seconda città del Paese.

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