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Media, in Russia caso simile a quello di Griner ma ‘dimenticato’

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Proseguono le polemiche e gli interrogativi legati alla liberazione della star del basket e icona gay Brittney Griner in cambio del trafficante di armi russo Viktor Bout. Mentre cresce la sensazione che Griner sia stata privilegiata per la sua notorietà e diversità rispetto al rilascio del meno noto ex marine Paul Whekan, i media americani hanno acceso i riflettori sulla detenzione di un terzo americano in Russia in un caso analogo a quello della cestista.

Si tratta di Marc Fogel, un 61enne professore di storia della Anglo-American School di Mosca. Il docente è stato arrestato nell’agosto 2021 all’aeroporto di Sheremietevo, quindi nello stesso scalo della Griner ma sei mesi prima, con 14 cartucce per svapare contenenti un totale di 17 grammi di cannabis. Nonostante la prescrizione medica per uso terapeutico, lo scorso giugno è stato condannato a 14 anni di carcere per traffico di droga e in ottobre è stato trasferito in una delle più famigerate colonie penali russe. A dispetto delle analogie, la risposta pubblica è stata molto diversa.

L’arresto della campionessa, avvenuto poche settimane prima dell’invasione dell’Ucraina, ha sollevato un’indignazione internazionale, anche per la popolarità di cui cui gode l’atleta, che a maggio ha ottenuto dal dipartimento di Stato Usa lo status di persona “ingiustamente detenuta”: designazione che spiana la strada allo scambio tra prigionieri. Il caso di Fogel, oscurato sui media da quello della Griner e di Whelan, ha guadagnato invece poca attenzione: al prof non è stato concesso neppure lo status di persona “ingiustamente detenuta”, nonostante i ripetuti appelli di un gruppo bipartisan di parlamentari. La relativa oscurità della vicenda continua sconcertare ex dirigenti Usa che lo hanno conosciuto a Mosca.

Come l’ex ambasciatore Michael McFaul, il cui figlio era uno studente di Fogel: “è un po’ misterioso per me il motivo per cui non stiano parlando di tre americani, ora fortunatamente due, invece di uno solo. Non è solo una persona a caso che è stata arrestata, era parte della nostra comunità, insegnava ai nostri ragazzi, ai figli dei funzionari governativi e dei nostri militari”, ha aggiunto.

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Wsj, Putin sta espandendo basi e truppe ai confini Nato

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A circa 160 chilometri dal confine con la Finlandia, nella città russa di Petrozavodsk, gli ingegneri militari russi stanno espandendo le basi militari dove il Cremlino prevede di creare un nuovo quartier generale dell’esercito per supervisionare decine di migliaia di soldati nei prossimi anni. E’ quanto scrive il Wall Street Journal. I soldati, molti dei quali ora in prima linea in Ucraina, dovrebbero costituire la spina dorsale dell’esercito russo in chiave anti-Nato. Il Cremlino sta ampliando il reclutamento militare, rafforzando la produzione di armi e potenziando le linee ferroviarie nelle zone di confine.

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Ft: accuse a Orban, 1 miliardo sussidi a media filogovernativi

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Due organi di informazione ungheresi, Magyar Hang e una seconda testata coperta dall’anonimato, intendono presentare oggi una denuncia alla Commissione europea, sostenendo che il governo di Viktor Orbán ha concesso più di un miliardo di euro di sovvenzioni illegali ai media filogovernativi. Lo riporta il Financial Times online. Secondo le due testate, le entrate pubblicitarie sarebbero state convogliate verso giornali, emittenti televisive e piattaforme online filo-Orbán tra il 2015 e il 2023 per per garantire il sostegno al partito al potere Fidesz e per escludere il giornalismo critico.

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Putin ringrazia i soldati nordcoreani, ‘sono eroi’

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Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ringraziato in un messaggio i soldati nordcoreani che hanno preso parte alla “liberazione della regione di Kursk” dalle truppe d’invasione ucraine, definendoli “eroi”. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino.

“Il popolo russo non dimenticherà mai l’impresa delle forze speciali coreane, onoreremo sempre gli eroi coreani che hanno dato la vita per la Russia, per la nostra comune libertà, al pari dei loro compagni d’armi russi”, si legge nel messaggio di Putin. Il presidente russo sottolinea che l’intervento è avvenuto “nel pieno rispetto della legge internazionale”, in base all’articolo 4 dell’accordo di partenriato strategico firmato nel giugno dello scorso anno tra Mosca e Pyongyang, che prevede assistenza militare reciproca in caso di aggressione a uno dei due Paesi. “Gli amici coreani – ha aggiunto Putin – hanno agito in base a un senso di solidarietà, giustizia e genuina amicizia. Lo apprezziamo molto e ringraziamo con sincerità il presidente Kim Jong-un personalmente”.

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