Due episodi di corruzione. Due interventi, nella veste di allora di sottosegretario alle Infrastrutture, potrebbero costare un processo a Roma per il senatore della Lega, Armando Siri. La Procura capitolina ha notificato a lui e ad altre quattro persone l’avviso di conclusione delle indagini, atto che normalmente anticipa la richiesta di rinvio a giudizio. Nel procedimento, coordinato dal sostituto procuratore Mario Palazzi, e’ coinvolto anche l’imprenditore Franco Paolo Arata. I fatti risalgono al settembre e ottobre del 2018. Secondo le carte dell’indagine Siri avrebbe ricevuto “indebitamente” la “promessa o dazione” di due mazzette da 30 mila e 8 mila euro. In base al capo di imputazione il senatore del Carroccio, nel suo ruolo anche di sottosegretario alle Infrastrutture, avrebbe asservito i suoi poteri ad interessi privati “proponendo e concordando con gli organi apicali dei ministeri competenti (Infrastrutture, Sviluppo economico e Ambiente), l’inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa di rango regolamentari e di iniziativa governativa di rango legislativa, ovvero proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il ‘mini eolico’”. In cambio Siri “riceveva indebitamente la promessa di e/o la dazione di 30 mila euro da parte di Arata, amministratore della Etnea e dominus della Solcara Srl, amministrata dal figlio, societa’ operanti in quel settore”. Arata da questi provvedimenti “avrebbe ottenuto benefici di carattere economico”. Nel secondo episodio di corruzione contestato, Siri , in concorso con Arata e l’intermediario Valerio Del Duca, Simone Rosati e Paolo Iaboni (funzionari della Leonardo Spa), “si attivava – prosegue il capo di imputazione – per ottenere un provvedimento normativo ad hoc che finanziasse, anche in misura minima, il progetto di completamento dell’aeroporto di Viterbo, di interesse per future commesse della Leonardo Spa”. Inoltre “esercitava pressioni direttamente e per interposta persona, sul comandante generale della Guardia Costiera, ammiraglio ispettore capo Giovanni Pettorino, al fine di determinarlo a rimuove il controammiraglio Piero Pellizari dall’incarico di responsabile unico del procedimento nell’ambito di un appalto, in essere ma in scadenza, per la fornitura di sistemi radar Vts (Vessel traffic service), essendo Pellizzari inviso alla Leonardo Spa, siccome critico su alcuni aspetti della fornitura”. Per questo Siri riceveva indebitamente, sempre secondo l’accusa, “la promessa di ingenti somme di denaro (per il tramite e in parte destinate anche agli intermediari Arata, con legami personali ed illeciti con lo stesso Siri e lo stesso Del Duca) e comunque la dazione di 8 mila euro, anticipate da Del Duca e Rosati (quest’ultimo di intesa con il suo superiore gerarchico Paolo Iaboni) che avevano programmato di riottenere tale provvista, pur non riuscendo nell’intento, mediante il pagamento da parte di Leonardo Spa, di una fattura emessa da una societa’”.