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Manchester City-Napoli 2-0, azzurri in dieci uomini dal 21’ ma prestazione coraggiosa all’Etihad

Il Manchester City batte 2-0 il Napoli all’Etihad nella prima giornata di Champions League. Espulso Di Lorenzo al 21’, ma gli azzurri lottano con coraggio fino alla fine.

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La sfida d’esordio nella nuova League Phase di Champions League ha visto il Napoli di Antonio Conte impegnato in casa dei campioni d’Inghilterra del Manchester City. Dopo appena venti minuti, gli azzurri hanno dovuto affrontare la partita in inferiorità numerica per l’espulsione diretta di Giovanni Di Lorenzo al 21’.

Haaland e Doku decidono il match

Nonostante l’uomo in meno, il Napoli ha resistito con ordine per tutto il primo tempo, contenendo la spinta della squadra di Guardiola. Nella ripresa, però, la pressione dei Citizens si è fatta sentire: Haaland ha sbloccato la gara al 56’, seguito dal raddoppio di Doku al 65’, che ha chiuso i giochi.

Prestazione coraggiosa degli azzurri

Pur sconfitto, il Napoli ha mostrato carattere e compattezza, difendendo con sacrificio e provando a ripartire quando possibile. La squadra di Conte ha dato prova di grande tenuta mentale, giocando quasi 70 minuti in dieci uomini contro una delle formazioni più forti d’Europa. Un segnale importante in vista delle prossime sfide.

Prossime partite della League Phase

Il cammino europeo continuerà il 1° ottobre: il Manchester City sarà impegnato in trasferta contro il Monaco, mentre il Napoli ospiterà allo stadio Maradona lo Sporting Lisbona, in una sfida che potrebbe rivelarsi decisiva per la classifica del girone.

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Economia

Alberto Nagel lascia Mediobanca, il controllo passa a Mps

Alberto Nagel lascia Mediobanca dopo 34 anni. L’istituto passa sotto il controllo di Mps. Dimissioni del cda e futuro tra fusione e delisting.

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Alberto Nagel ha annunciato le dimissioni dalla guida di Mediobanca dopo oltre 22 anni al vertice e 34 di carriera interna. Insieme a lui, si è dimesso l’intero consiglio di amministrazione con la sola eccezione di Sandro Panizza, consigliere eletto nella lista Delfin sostenuta da Francesco Gaetano Caltagirone. Le dimissioni saranno effettive con l’assemblea convocata per il 28 ottobre, quando verrà eletto il nuovo cda per il triennio 2026-2028.

Il board presieduto da Renato Pagliaro ha giustificato la scelta come un atto volto a favorire un’“ordinata e tempestiva transizione”. L’assemblea, a porte chiuse, approverà anche l’ultimo bilancio sotto la gestione Nagel, chiuso con un utile netto di 1,33 miliardi e un dividendo da 1,15 euro per azione.

La lettera di commiato di Nagel

Nella lettera ai dipendenti, Nagel ha ripercorso la sua lunga esperienza alla guida della banca, sottolineando i traguardi raggiunti e ribadendo la sua preferenza per una partnership nel risparmio gestito, piuttosto che un’acquisizione da parte di una banca commerciale. Ha citato Orazio – “Graecia capta ferum victorem cepit” – paragonando Mediobanca alla Grecia classica che, pur conquistata, rese più civile Roma.

Nagel ha ricordato l’eredità culturale della banca, fatta di “competenza, passione, trasparenza e understatement”, valori trasmessi da figure storiche come Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi. Ha salutato i colleghi invitandoli a restare uniti e a preservare l’identità dell’istituto.

Lo scenario dopo l’offerta di Mps

La decisione arriva all’indomani del successo dell’offerta pubblica di acquisto di Monte dei Paschi di Siena, che ha superato il 64,6% delle adesioni. La riapertura dei termini scadrà lunedì prossimo: se la soglia raggiungerà il 90%, il titolo Mediobanca sarà delistato, altrimenti si procederà con la fusione.

Mps, guidata da Luigi Lovaglio, ha incaricato Korn Ferry di selezionare i profili per il nuovo cda, inclusi i candidati a presidente e amministratore delegato. Delfin detiene ora il 21% e Caltagirone il 13% della nuova realtà.

Le reazioni

Secondo Fabrizio Palenzona, ex consigliere di Mediobanca, l’acquisizione da parte di Mps rappresenta “la fine dell’impero romano”, riprendendo una celebre frase di Cuccia.

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Cronache

Napoli, tragico incidente in Tangenziale: morti marito e moglie in moto

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Io Una tragedia si è consumata nella tarda serata di ieri sulla Tangenziale di Napoli. Un uomo di 66 anni e la moglie di 61 hanno perso la vita in seguito a un violento incidente avvenuto poco dopo le 22 nella galleria Monte Sant’Angelo Est, tra gli svincoli di Agnano e Fuorigrotta, in direzione Capodichino.

Secondo una prima ricostruzione, la coppia viaggiava a bordo di una motocicletta che, per cause ancora da accertare, ha perso aderenza andando a schiantarsi contro le barriere di protezione. L’impatto, avvenuto a velocità elevata – la moto procedeva ad almeno 140 km/h – non ha lasciato scampo ai due.

Il conducente è morto sul colpo, mentre la donna, che viaggiava come passeggera, è deceduta pochi minuti dopo a causa delle gravissime ferite riportate. Sul posto sono intervenuti i soccorsi del 118 e le forze dell’ordine, ma ogni tentativo di salvare i coniugi si è rivelato vano.

Gli agenti della Polizia Stradale hanno effettuato i rilievi per ricostruire con precisione la dinamica dello schianto. L’alta velocità resta al momento la causa più probabile del tragico incidente, che ha inevitabilmente riacceso i riflettori sul tema della sicurezza in Tangenziale, una delle arterie più trafficate della città.

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Padre ultraottantenne dona un rene alla figlia: trapianto record a Udine

A Udine un padre ultraottantenne ha donato un rene alla figlia. L’intervento, riuscito, segna un caso raro e dimostra che l’età avanzata non è un limite assoluto alla donazione.

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Un gesto di amore e di coraggio senza limiti: un uomo di oltre 80 anni ha donato un rene alla figlia, consentendole di guardare al futuro con speranza. È successo all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, dove l’equipe della Clinica chirurgica, in collaborazione con la Struttura di Nefrologia e dialisi, ha eseguito con successo un trapianto renale da donatore vivente.

La particolarità dell’intervento risiede nell’età del donatore, che nonostante l’anagrafe ha dimostrato condizioni di salute ottimali, tali da permettere la donazione a un familiare più giovane.

Decorso regolare e funzionalità stabile

Sia il padre sia la figlia hanno avuto un decorso post-operatorio regolare. La ricevente oggi gode di una funzionalità renale buona e stabile, secondo quanto comunicato dall’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc).

“Ciò che colpisce in questo trapianto è l’età del paziente donatore – ha spiegato Giuliano Boscutti, direttore della Struttura di Nefrologia –. Il messaggio è chiaro: l’anzianità non deve essere vista a priori come un fattore di esclusione. L’invecchiamento dell’organo è soggettivo e in alcuni casi non impedisce affatto la donazione”.

I numeri dei trapianti in Friuli Venezia Giulia

Da inizio anno sono stati effettuati 46 trapianti di rene all’ospedale di Udine, di cui 6 da donatore vivente. Dalla ripresa di questa attività nel 2020, i trapianti renali da vivente hanno raggiunto quota 33.

“La volontà – ha sottolineato Patrizia Tulissi della Nefrologia – è di incrementare questa pratica, che si stima possa arrivare a rappresentare circa il 20% dei trapianti renali effettuati annualmente, oggi stabilizzati intorno ai 60 l’anno”.

Un messaggio di speranza

Il trapianto di Udine rappresenta un caso raro in Italia e lancia un messaggio di speranza: anche l’età avanzata non è necessariamente un limite, ma può trasformarsi in un’opportunità di vita, grazie alla scienza e alla solidarietà familiare.

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