“In questo momento voglio solo due cose: che mia figlia torni da me, perché non sopporto la sua mancanza. E poi chiedo giustizia: chi ha fatto tutto questo male paghi le sue colpe e non resti impunito”. Così al Messaggero la madre di una delle due cuginette abusate a Caivano. La ragazzina si trova in una casa famiglia. “Sono sicura, starà peggio di me, e io mi sento di morire, la rivoglio vicino a me – aggiunge la donna – Pur sapendo i rischi che si corrono vivendo qui, in questo ambiente, non avrei mai potuto immaginare che fosse potuto succedere questo, che si fosse arrivati a tanto”. “Da parte mia – dice ancora – non è mai mancata alcuna attenzione, ho sempre avuto lo scrupolo anche di controllare le sue amicizie, e persino il modo di vestirsi, quando usciva. Devono essere puniti tutti. Una cosa è certa: io non riesco più a sopportare l’idea di dover continuare a vivere in questo posto. Qui c’è un inferno, e serve solo tanta luce. Abbiamo sempre avuto fiducia nelle istituzioni, che però qui al Parco Verde come politica sono sempre stati assenti”. A chi ha abusato della figlia direbbe: “Guardatevi allo specchio e accorgetevi di quanto fate schifo e quanto siete vigliacchi. Non so come perdonarli. Non riesco nemmeno a pensarci in questo momento”. Dalla relazione degli assistenti sociali emerge un’accusa nei confronti della famiglia e dei genitori: “Noi non abbiamo colpe. In questo degrado umano e sociale abbiamo fatto sempre il possibile per il bene di mia figlia, queste sono accuse che non meritiamo. Io devo andare via: per il bene e futuro di mia figlia e per la nostra famiglia”.
Le indagini sulle violenze alle due bambine di 13 anni
L’indagine sulle violenze di gruppo ai danni di due cuginette di 13 anni avvenute a Caivano (Napoli) condotta dai carabinieri, cui le famiglie delle vittime hanno sporto denuncia alcune settimane dopo i fatti, vede impegnate in coordinamento tra loro sia la procura per i minorenni di Napoli che la procura di Napoli Nord, competente per il coinvolgimento di un indagato maggiorenne. Gli investigatori mantengono uno strettissimo riserbo, e al momento non trova conferma nemmeno l’indiscrezione secondo cui il 19enne – indagato in relazione alle violenze – sarebbe stato oggetto di una misura cautelare. Gli accertamenti della procura minorile riguarderebbero invece diversi soggetti, almeno una decina, in relazione sia all’episodio dello stupro nel capannone avvenuto a luglio sia a violenze che sarebbero avvenute nei mesi precedenti ai danni di una delle due cuginette. Le ragazzine, su richiesta dei servizi sociali confermata dal tribunale, sono state allontanate dalle rispettive famiglie e collocate in comunità.
Abusi per mesi su bimbe di 10 e 12 anni
Stupri a Caivano: abusi per mesi su bimbe di 10 e 12 anni Indagini su un gruppo di una quindicina di giovanissimi (ANSA) – NAPOLI, 26 AGO – Abusi ripetuti più volte, nell’arco di alcuni mesi, su due cuginette di 10 e 12 anni. E’ l’ipotesi su cui procedono, nel massimo riserbo, le indagini sulle violenze sessuali di gruppo avvenute ai danni delle due bambine nel Parco Verde di Caivano. Sotto i riflettori degli inquirenti sarebbe un gruppo composto da una quindicina di giovanissimi, quasi tutti minorenni, a vario titolo coinvolti nella vicenda. Alcune delle violenze potrebbero essere state riprese con telefoni cellulari: una decina gli apparecchi sequestrati su cui sono in corso verifiche
Don Patriciello, clima di morte al parco Verde di Caivano
C’è un “clima di morte e di deserto”, oggi al parco Verde di Caivano. Padre Maurizio Patriciello guarda le strade dalla sua chiesa. Sull’ennesima brutta pagina, sullo stupro subìto dalle due piccole, “oggi nessuno vuole parlare, per paura”, dice. A Caivano, in fondo succede sempre così. Il giorno dopo spuntano le telecamere, le forze dell’ordine e la gente, in quei vialoni dove non arriva nemmeno l’ombra degli alberi, non vuole prendere posizione, non vuole mettere nei guai qualche amico, non vuole turbare gli affari dello spaccio. Don Maurizio le sa bene queste cose, è l’unico che al parco Verde di Caivano non ha mai voltato le spalle. Ma in tanti, troppi, in questi anni lo hanno fatto. Se la prende con chi non ha fatto nulla, oggi. “Quando costruirono il Parco Verde fu realizzato anche il centro sportivo che doveva essere utilizzato proprio dai piccoli di questa zona. Che fine ha fatto? Un mese fa un ragazzo è morto dentro per un overdose, è abbandonato, è diventato una pattumiera. La struttura è del Comune. Il Comune cosa ha fatto? – racconta all’ANSA – qui non ci sono servizi sociali, non ci sono vigili urbani, non c’è una fermata del bus. Non c’è niente. Se ci fossero stati forse qualcosa si poteva evitare”. “Qui nessuno ha la bacchetta magica, nessuno – aggiunge – ma c’è una parola magica che è ‘insieme’. Se insieme, con grande umiltà, senza che gli uni gettino stracci agli altri, ci chiediamo cosa è successo, forse possiamo fare qualcosa. Altrimenti, come sempre, resteranno solo le chiacchiere”.
“Stamattina ho scritto alla premier Giorgia Meloni invitandola qui da noi”. Lo racconta ai microfoni del Tg2 don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano, dopo l’orrore per gli abusi di gruppo su due bambine. “Siamo pronti ad accoglierla – sottolinea il sacerdote – non bisogna lasciare soli i bambini di questo quartiere”.