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Macron a Roma: ecco tutti i dossier da Tim alla Difesa

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C’e’ il confronto sull’acquisizione di Tim da parte del fondo usa Kkr che scalzerebbe i francesi di Vivendi’, ma anche la possibile cessione della Oto Melara ad un consorzio franco-tedesco tra i possibili temi che potrebbero entrare nei colloqui che accompagnano la due giorni del presidente francese Emmanuel Macron in Italia. Ma i fronti economici che uniscono e dividono i due Paesi sono molti.

– TIM: E’ il dossier piu’ attuale. La proposta del fondo americano Kkr, se dovesse concretizzarsi in un’Opa, scalzerebbe i francesi di Vivendi, la societa’ controllata dalla famiglia Bollore’ che attualmente ha il 23,75% della compagnia telefonica. Certo Macron e’ portato naturalmente a difendere gli interessi di un’azienda francese, ma il dossier – come hanno riportato alcune media d’oltralpe – e’ complicato dal fatto che i rapporti con Vincent Bollore’ non sono idilliaci visto che quest’ultimo viene considerato vicinissimo al suo avversario Eric Zemmour in vista delle prossime presidenziali che si tengono tra cinque mesi.

– OTO MELARA: E’ il fronte piu’ caldo per le decisioni che ne potrebbero derivare. La Oto Melara e’ in vendita da parte di Leonardo, insieme all’azienda missilistica Wass. Sul tavolo ci sarebbe la proposta del consorzio franco-tedesco Knds che avrebbe offerto 700 milioni di euro, un valore piu’ alto di quello che, si vocifera , avrebbe messo sul piatto l’italiana Fincantieri (450 milioni). L’ipotesi e’ che la Oto Melara, con garanzie di mantenerne l’italianita’, vada a Knds mentre la Wass sarebbe destinata Fincantieri. Da parte italiana l’interesse sarebbe quello di Leonardo di essere la terza parte del consorzio (con l’acquisto di una quota) entrando cosi’ anche nelle commesse che questo attiva. Wass invece andrebbe a Fincantieri.

– FINCANTIERI: Per quanto riguarda Fincantieri le spine degli anni passati sembrano superate. La joint venture 50/50 Naviris tra Fincantieri e la francese Naval Group nel settore militare va bene, e’ una intesa che funziona. Di recente Naviris ha anche aperto alla spagnola Navantia per il programma della Europea Patrol Corvette. Invece l’accordo con la ex Stx e’ naufragato nel gennaio 2021 quando i due governi di comune accordo decisero di non andare avanti nell’iter prima ancora che si pronunciasse l’Ue.

– CARREFOUR: La multinazionale francese della grande distribuzione organizzata Carrefour Italia ha formalizzato ai sindacati la procedura di licenziamento collettivo annunciata nelle scorse settimane nell’ambito del confronto attivato tra le Parti sul Piano Aziendale 2022. Sono 769 i lavoratori coinvolti dalla procedura di riduzione del personale in 9 Regioni.

– BANCHE: L’Unione bancaria e’ tra i dossier che saranno inseriti nel trattato del Quirinale. Il governatore francese, in attesa di riconferma, Francois Villeroy non ha firmato, unico tra i grandi paesi Ue, l’appello delle autorita’ di vigilanza per introdurre rapidamente i nuovi requisiti di capitale per le banche. L’Italia ha invece firmato.

– EURONEXT: Non e’ un dossier solamente francese. Ma la borsa di Parigi e’ tra quelle che guidano il gruppo che ha acquistato Borsa Italiana e nel quale e’ entrato anche Cdp. Le polemiche si sono concentrate sulla sede della societa’, che ora – ha spiegato il francese Ste’phane Boujnah che guida il gruppo come Ceo e presidente in una recente audizione parlamentare- rimane in Olanda. I nodi erano anche quelli della governance, che sempre si scaldano quando e’ necessario scegliere le persone negli snodi principali. Le nomine di Borsa italiana e di Mts – che e’ la piattaforma dove si scambiano i titoli di stato – sono state definite recentemente.

– NUCLEARE: E’ uno dei punti su cui francesi hanno spinto di piu’ in Europa, per inserire anche l’energia nucleare tra quelle da considerare per accompagnare la transizione in sostituzione del carbone. Partita sulla quale i francesi non sono riusciti a spuntarla e sulla quale certamente cercano alleati

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Economia

Agenzia delle Entrate, la precompilata è online: invio dal 15 maggio

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Le dichiarazioni precompilate 2025 sono online. Sul sito delle Entrate sono ora disponibili in modalità consultazione i modelli già predisposti con i dati in possesso dell’Agenzia o inviati da enti esterni, come datori di lavoro, farmacie e banche. Le informazioni trasmesse per la stagione dichiarativa in corso sono circa un miliardo e trecento milioni. A partire dal 15 maggio, ricorda l’Agenzia delle Entrate, sarà possibile “restituire” la dichiarazione al Fisco, con o senza modifiche.

Per visualizzare e scaricare la dichiarazione (730 o Redditi, a seconda dei requisiti) basta accedere alla propria area riservata con Spid, Cie o Cns. È sempre possibile delegare un familiare o un’altra persona di fiducia a operare online nel proprio interesse: per farlo, spiegano le Entrate, basta utilizzare la funzionalità disponibile nella propria area riservata. In alternativa, si può inviare una pec o ancora presentare la richiesta a un qualunque ufficio dell’Agenzia. Tutte le informazioni utili sono raccolte all’interno del sito dedicato “Info e assistenza” e nella nuova guida della collana “L’Agenzia informa”. A partire dal 15 maggio sarà possibile “restituire” la dichiarazione al Fisco, con o senza modifiche. Chi presenta il 730 potrà optare anche quest’anno per la versione semplificata – che non richiede la conoscenza di quadri, righi e codici -, scelta nel 2024 da oltre metà della platea. Le scadenze per l’invio sono fissate al 30 settembre per il 730 e al 31 ottobre 2025 per il modello Redditi. Le regole erano state definite in un provvedimento firmato lo scorso 23 aprile dal direttore dell’Agenzia, Vincenzo Carbone.

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Esteri

Maradona, nuove rivelazioni dal processo: «Luque vietò l’ingresso ai medici chiamati dalle figlie»

Il chirurgo che seguì Diego negli ultimi giorni avrebbe impedito le valutazioni cliniche dopo l’intervento alla testa.

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Durante il processo per la morte di Diego Armando Maradona, il dottor Fernando Villarejo, capo del reparto di terapia intensiva della clinica Olivos, ha rilasciato dichiarazioni importanti e potenzialmente decisive. Secondo il medico, Leopoldo Luque, il neurochirurgo a capo del team che seguì Maradona negli ultimi giorni, avrebbe impedito l’accessoad altri specialisti che volevano visitare l’ex campione dopo l’intervento alla testa del 3 novembre 2020.

Medici bloccati all’ingresso: «Chiamati dalle figlie»

Villarejo ha precisato che i medici esclusi erano stati convocati dalle figlie di Maradona, tra cui il dottor Mario Schitere una psichiatra. Il loro compito era valutare la possibilità di un trasferimento del paziente in una struttura di riabilitazione, data la complessità della sua condizione clinica.

«Luque ha vietato l’ingresso ai medici che dovevano valutare Maradona», ha dichiarato Villarejo in aula, definendo il divieto «strano e intempestivo».

Cartella clinica: «Pluripatologie di difficile controllo»

Nonostante il divieto, il dottor Villarejo è riuscito comunque a consultare la cartella clinica di Maradona, dalla quale ha tratto conclusioni preoccupanti: il paziente era ancora in condizioni critiche, affetto da patologie complesse e difficili da gestire.

«Era un paziente molto complesso», ha spiegato, «e necessitava di un monitoraggio costante e di interventi mirati, che forse non gli sono stati garantiti».

Un processo che riaccende i riflettori sulla gestione medica

Le parole di Villarejo si inseriscono in un processo delicato, che mira a chiarire eventuali responsabilità e negligenzenella gestione sanitaria del più grande calciatore argentino. Il comportamento di Luque e le decisioni prese nei giorni successivi all’intervento chirurgico saranno al centro dell’analisi dei giudici.

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Esteri

La crociata di Ursula contro ‘i populisti filo-Putin’

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Lontano dalle suggestioni populiste, fermamente contro gli “estremisti di destra e di sinistra che non sono a favore della pace ma sono amici di Putin”, per usare le parole di Ursula Von der Leyen. E’ il Partito popolare europeo che si è ritrovato al Congresso di Valencia forte di una stagione di successi elettorali, a trazione sempre più tedesca, convinto di essere il motore propulsore di un’Europa che vuole rilanciarsi ed essere sempre più protagonista anche fuori dai confini dei 27. L’Europa disegnata dai popolari è un’entità politica capace di difendere i propri interessi nei confronti dell’alleato tradizionale, gli Usa, ma anche in grado di aprirsi nei confronti dei mercati emergenti, dalla Cina all’India, dall’Australia ai Paesi del Mercosur. Impegnata a voltare pagina sul fronte della difesa comune, della crescita e della lotta ai clandestini. L’asse formato da Ursula Von der Leyen, l’applauditissimo cancelliere in pectore Merz e il neo eletto presidente del partito, Manfred Weber tiene banco e dà la linea. “L’Europa è la nostra casa. E la nostra prima missione è proteggere il luogo che tutti chiamiamo casa”, ha sintetizzato Ursula Von der Leyen.

“Abbiamo vinto le ultime europee – ha detto Manfred Weber – grazie all’allargamento della famiglia del Ppe: non sono più conservatori o liberali ma stanno con noi. Il Ppe è il partito dell’Europa, dello stato di diritto. Viktor Orban se ne andrà in pensione e la nuova Ungheria sarà popolare”, ha aggiunto Weber tra gli applausi. Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha concordato sulla necessità per l’Unione europea di “voltare pagina”, a partire dalla lotta contro l’eccesiva burocratizzazione legislativa. E soprattutto chiudendo quanto prima la stagione del Green Deal, lasciandosi alle spalle “quella visione di Timmermans e di Greta Thunberg che – ha osservato il leader azzurro – aveva creato una sorta di dea natura, una forma di panteismo che non teneva conto della presenza dell’uomo, facendo perdere decine se non centinaia di migliaia di posti di lavoro”. Dalla pace in Ucraina, alla tensione con Trump sui dazi, dalla lotta contro l’immigrazione clandestina alla partita sulla crescita, il Ppe serra le file sulla responsabilità della leadership europea, consapevole che l’Unione, con i suoi valori e la sua storia, è destinata ad avere un ruolo centrale, in prima fila, nel mondo del futuro. L’Europa a guida popolare lancia poi un monito a Trump: “I mercati globali – ha ammonito Von der Leyen – sono scossi dall’imprevedibile politica tariffaria dell’amministrazione Usa. I loro dazi sul resto del mondo sono ai massimi da un secolo a questa parte. Le tariffe sono come le tasse. Fanno male sia ai consumatori che alle imprese. Non possiamo e non dobbiamo permettere che questo accada”.

Un partito popolare e una Commissione europea che oggi può incassare la discesa in campo di una sua nuova e fondamentale supporter, la Germania a guida Merz, il cui intervento è stato quello più applaudito nella sede della Fiera di Valencia. “Se altri Paesi mettono in discussione la legittimità della difesa dei confini e della sovranità – ha ammonito Merz – noi lotteremo ancora più forte a favore di questi valori”. Molto determinato anche sul dossier difesa: “Dobbiamo lavorare insieme come mai prima, con una sola voce, soprattutto sulla difesa: dobbiamo essere pragmatici nel nuovo progetto. Tutto deve avvenire nella cornice Nato ma dobbiamo essere capaci di difenderci meglio che nel passato”, ha concluso tra gli applausi.

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