Mentre l’Istat vara il nuovo paniere che determinerà l’indice dei prezzi del 2024, a gennaio l’inflazione è tornata ad alzare la testa. Secondo le stime preliminari dell’Istat, il Nic a (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) al lordo dei tabacchi è aumentato su base mensile dello 0,3% (era 0,2% a dicembre) e dello 0,8% su base annuale ( +0,6% a dicembre). Per l’istituto di via Cesare Balbo il “lieve rimbalzo” è figlio di un “effetto statistico” dato dallo sfavorevole confronto con il gennaio 2023 dell’andamento dei prezzi dei beni energetici regolamentati, la cui flessione è perciò risultata a gennaio 2024 attenuata. D’altra parte – si osserva da chi spera in un taglio dei tassi a breve – l’inflazione di fondo (cioè quella che non tiene conto dei prezzi dei beni più volatili: energetici e alimentari) è diminuita passando dal +3,1% di dicembre al +2,8%, come pure è diminuita l’inflazione al netto dei soli beni energetici, passando da +3,4% a +3,1%. Numeri che indicano la china verso il 2% richiesta dalla Bce per allentare la sua politica monetaria.
Anche a livello di eurozona l’inflazione sta allentando la morsa. Secondo la stima flash di Eurostat l’inflazione dovrebbe attestarsi al 2,8% a gennaio, in calo rispetto al 2,9% di dicembre. E sono in significativo rallentamento anche gli indici dei prezzi di Germania (dal +3,7% di dicembre al +2,9% di gennaio) e Francia (dal 3,7% di dicembre al +3,1% di gennaio). La vigilanza delle banche centrali si conferma in ogni caso conservatrice. Oggi anche la Banca d’Inghilterra ha seguito la linea di Bce e Fmi mantenendo fermi i tassi sulla sterlina, con quello principale al 5,25%. E come le altre banche centrali ha rimandato un allentamento della stretta monetaria. Tornando all’inflazione italiana, è soprattutto la ripresa dei prezzi dei beni di maggiore necessità a preoccupare, il cosiddetto “carrello della spesa” a gennaio è salito dal +5,3% di dicembre al +5,4%. Le organizzazioni dei consumatori chiedono al Governo di intervenire sulle speculazioni. “E’ preoccupante il balzo mensile dello 0,9% dei prodotti alimentari e le bevande analcoliche, che risulta tre volte tanto il +0,3% di dicembre” osserva Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
” Sono rincari che vanno ad aggiungersi a due anni di pesante inflazione che hanno ridotto la capacità di acquisto dei cittadini e modificato fortemente i consumi delle famiglie” dice il presidente Codacons Carlo Rienzi, Federconsumatori e Assoutenti chiedono al Governo di “non abbassare la guardia” e di “attuare misure di contrasto”. Di altro segno i commenti delle organizzazioni delle imprese. Per Confcommercio l’aumento registrato a gennaio è “lieve” e la situazione è “sotto controllo”. Secondo Confesercenti “la risalita registrata a gennaio, non pregiudica il processo di rientro dei prezzi in atto”, ma per Confesercenti difficilmente si arriverà al 2% entro il 2024. Intanto Istat ha aggiornato il paniere in base al quale si calcolerà l’inflazione quest’anno. Entrano il calcetto, il tennis, il padel, la lampadina smart, il pasto all you can eat. Ma anche, come ricorda Unione dei Consumatori, i dati Ivass sulle assicurazioni. Per tenere conto delle dinamiche dei prezzi dei prodotti energetici delle famiglie in transizione dal mercato tutelato al mercato libero, l’Istat ha adeguato la modalità di calcolo dell’indice dei beni energetici. Mentre il Codacons esprime dubbi sul peso assegnato agli alimentari.