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Economia

Lineapelle, il Salone mondiale di un settore d’industria che macina primati in qualità e produttività

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La produzione conciaria italiana è aumentata al ritmo del 5% in più nel primo semestre 2018, trainando il comparto a livello europeo insieme a Francia, Spagna e Germania. La pelle italiana consolida il suo primato mondiale per qualità delle produzioni e fatturati. I suoi ricavi complessivi rappresentano il 65% del totale Ue e il 19% di quello mondiale. È un settore che produce ricchezza, lavoro e anticipa spesso le innovazioni dell’industria 4.0.

È partita con questi numeri la novantacinquesima edizione di Lineapelle, il più importante salone mondiale della pelle e di tutto il settore della fornitura di materiali, componenti e accessori, promosso da Unic in programma da oggi 25 a giovedì 27 settembre a Fiera Milano Rho.

Salone Lineapelle. Il messaggio del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia

A presentare il Salone, con parole semplici è il Presidente di Unic e Lineapelle, Gianni Russo.

“Innovazione, qualità e sostenibilità sono i parametri con cui confermiamo la nostra leadership internazionale. Il nostro è un settore che ha saputo anticipare le sfide dell’Industria 4.0 per essere sempre più competitivo. Per cogliere l’obiettivo – spiega Russo – lavoriamo ogni giorno per anticipare tempi e tendenze, contribuendo a costruire anche percorsi formativi adeguati all’evoluzione tecnologica in atto, pur senza sradicarci dalla nostra grande, prestigiosa tradizione manifatturiera e artigianale”.

Il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, all’apertura del Salone, ha voluto sottolineare, fra l’altro, la strategicità del settore. “È un momento importante per un settore – ha dichiarato Boccia – che è una delle dimensioni dell’eccellenza del Made in Italy.  Quando entrano in gioco bellezza ed equilibro, entra in gioco l’Italia. Lo abbiamo celebrato anche nell’occasione di Milano XL con la suggestiva installazione alla Galleria di Arte Moderna di Via Palestro. Lineapelle rappresenta uno specchio dell’eccellenza dell’Italia nel mondo. Un mondo fatto di mercati globali, e i mercati globali sono mercati di nicchia e i mercati di nicchia sono mercati per noi italiani. Le aziende del vostro settore esportano oltre il 70% del loro fatturato. Un’immagine dell’Italia: un Paese che troppo spesso si appiattisce sul presente, si convince delle critiche e ha una percezione di sé peggiore di quella che il mondo ha di noi stessi.
Oltre ai Presidenti Russo e Boccia, alla conferenza di presentazione sono intervenuti il Direttore Generale di Lineapelle Fulvia Bacchi , il Responsabile Ufficio Economico Lineapelle Luca Boltri, il responsabile dell’Innovation Square Federico Brugnoli e il Direttore Artistico Milano XL Luca Stoppini.
“Rivelazioni – Finance for Fine Arts- ha commentato Valentina Sidoti-  è un progetto rivolto alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano attraverso il restauro di opere dei principali musei del Paese, un modo per sostenere il patrimonio di creatività e competenza alla base del successo del Made in Italy nel mondo. Consente di ottimizzare il meccanismo di raccolta fondi attraverso la proposta di più opere con costi di restauro differenti, facilitando la relazione tra mecenate e museo e semplificando le modalità di donazione. Borsa Italiana, inoltre, promuove il progetto presso il proprio network nazionale e internazionale.UNIC ha risposto con generosità al nostro invito a partecipare al progetto. Questa collaborazione è un bellissimo esempio di affinità di intenti e di valori nel promuovere il Sistema Italia e che oggi celebriamo qui in Borsa Italiana”.

“Lineapelle – ha spiegato Russo nel suo intervento- ha già segnato dei record. Dal numero degli espositori (1.306) alla dimensione dell’allestimento (oltre 48.500 metri quadrati). Oltre 20 mila i visitatori attesi, provenienti da 110 Paesi. Su scala mondiale, il settore è formato da circa 50 mila aziende, per più di un milione di occupati e un giro d’affari superiore a 150 miliardi di dollari.
Nel corso della tre giorni saranno presentate le tendenze stilistiche autunno/inverno 2019-2020, elaborate dal Comitato Moda di Lineapelle.
Grande novità di Lineapelle95 sarà un focus permanente sull’innovazione. Un hub all’interno del quale 40 relatori di altissimo profilo provenienti da tutto il mondo, istituti di R&S specializzati, aziende altamente innovative, presenteranno lavori, competenze, prodotti, dalla ricerca in laboratorio a soluzioni già completamente industrializzate. Un’opportunità straordinaria per approfondire temi di sempre più stringente attualità come il rapporto tra moda e biotech, i materiali del futuro, l’economia circolare, l’industria 4.0, le capacità e le competenze necessarie per l’impresa rivoluzionata dall’integrazione digitale nei suoi processi, nei suoi prodotti, nei suoi assetti organizzativi.”
Tra le novità di Lineapelle95, l’incontro con la città di Milano, attraverso due allestimenti aperti al pubblico. Presso la Villa Reale di Milano è possibile visitare fino a venerdì 28 settembre il Cubo a specchio dedicato all’eccellenza e alla sostenibilità della pelle italiana, promosso all’interno della seconda edizione di Milano XL. Presso lo Spazio Lineapelle di Palazzo Gorani (alle spalle di Piazza Affari) è invece aperta la mostra Leather in Everyday Life, che racconta il viscerale e quotidiano rapporto dell’uomo con la pelle.

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Allarme Upb sul Superbonus, Parlamento studia deroghe

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La “generosità” dell’agevolazione, le ripetute proroghe, un sistema di controlli che ha favorito la “diffusione di comportamenti opportunistici e fraudolenti”, la concessione di deroghe. Nasce anche da qui il ‘vulnus’ con cui il Superbonus si è trasformato in una zavorra per i conti pubblici, lasciando “una pesante eredità sul futuro”. L’Ufficio parlamentare di Bilancio lancia l’allarme e invita a far tesoro di questa esperienza per ridisegnare le future agevolazioni. Il Parlamento intanto prepara nuove modifiche all’ultima stretta impressa dal governo, comprese nuove deroghe per altre aree colpite dal terremoto o il coinvolgimento dei Comuni nei controlli. E sul Superbonus si accende un faro anche oltreoceano, con il Fondo Monetario Internazionale che sprona l’Italia a ridurre il debito. La crescita, stimata allo 0,7% nel 2024 e 2025, è destinata a ridursi al lumicino nel 2026 (rivista al ribasso allo 0,2%) con il Superbonus e il Pnrr in via di esaurimento, avverte il Fondo.

Ma intervenire si può, ed è dal debito che bisogna partire: per ridurlo, bisogna partire dagli sgravi fiscali, “molti dei quali inefficienti” come il superbonus, suggerisce il Fmi, ed eliminare quelle “scappatoie” dal fisco e “numerosi programmi di sostegno anti-inflazione”. Il Superbonus, insieme al bonus facciate e, in misura minore, gli incentivi alle imprese Transizione 4.0 “hanno inciso marcatamente sui conti pubblici degli ultimi anni”, evidenzia l’Autorità dei conti pubblici in una memoria alla commissione Finanze del Senato che sta esaminando l’ultimo decreto sull’agevolazione. Superbonus e bonus facciate, in particolare, hanno avuto un impatto “rilevante e crescente” nel tempo: l’asticella del periodo 2020-23, secondo gli ultimi dati, è salita a circa 170 miliardi. Con un gap tra i risultati e le attese “macroscopica” nel caso del Superbonus, e che “non ha precedenti”, osserva l’Upb, che indica vari elementi che hanno contribuito a far lievitare la spesa: la generosità dello sconto e le modalità di fruizione, l’ampliamento degli obiettivi, proroghe e deroghe.

A farne le spese è il debito. Quanto rilevato in termini di competenza economica nel quadriennio 2020-23 inciderà soprattutto sul 2024-26, evidenzia l’Upb, che quantifica questa “pesante eredità”: un impatto in media annua pari allo 0,5% del Pil nel triennio 2021-23, che salirà a circa l’1,8% in quello successivo. Un’esperienza, quella del Superbonus, da cui “occorre trarre insegnamento per il disegno di future agevolazioni”, osserva l’Upb, che indica la rotta: selettività e stop agli automatismi. In prospettiva, dunque, la soluzione suggerita è “un trasferimento monetario” (un contributo diretto alla spesa), modulato in base alle condizioni economiche delle famiglie e alla classe energetica dell’edificio, sottoposto ad autorizzazioni preventive e soggetto a un limite di spesa, o con prestiti agevolati. E in vista delle prossime misure di sostegno per le case green, a mettere in guardia è anche la Banca d’Italia: le “criticità” emerse con il Superbonus sembrano “sconsigliare la riproposizione in futuro della cedibilità dei crediti”, se non in “forma limitata” e “circoscritta ad alcune categorie”.

Dopo l’ultima stretta sul Superbonus intanto, si studiano nuove deroghe. A proporle, per altre aree colpite dal sisma diverse da quelle per cui già si è fatta eccezione (a partire dall’Emilia Romagna) o dalle alluvioni e per il Terzo settore, sono sia la maggioranza che l’opposizione con diversi emendamenti al decreto Superbonus. Il termine per presentare le proposte di modifica è mercoledì 24 aprile, ma sul tavolo del relatore, Giorgio Salvitti, gli emendamenti cominciano ad arrivare. Si studia anche la possibilità di coinvolgere, su base volontaria, i Comuni nei controlli ai cantieri del Superbonus, garantendo loro un ritorno economico pari al 30% dell’eventuale recupero. Nulla sarebbe invece ancora arrivato sulla possibilità di allungare da 4 a 10 anni i tempi di utilizzo dei crediti del Superbonus. Ipotesi su cui però si è già detto favorevole il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E che, secondo i calcoli dell’Upb, consentirebbe al debito di restare abbondantemente sotto quota 140%.

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Confindustria, tutti i nomi della nuova squadra del presidente Orsini

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Il consiglio generale di Confindustria, su proposta del presidente designato Emanuele Orsini, ha approvato la squadra di presidenza per il quadriennio 2024-2028 con l’84% delle preferenze. Dieci i vicepresidenti elettivi: Francesco De Santis, Maurizio Marchesini, Lucia Aleotti, Angelo Camilli, Barbara Cimmino, Vincenzo Marinese, Natale Mazzuca, Marco Nocivelli, Lara Ponti. Completeranno la squadra di presidenza i tre vicepresidenti di diritto: Giovanni Baroni presidente della Piccola Industria, Riccardo Di Stefano presidente dei Giovani Imprenditori, Annalisa Sassi presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali.

Il consiglio generale di Confindustria ha approvato la squadra di presidenza per il quadriennio 2024-2028 con l’84% delle preferenze: su 132 presenti, 110 hanno votato a favore, i contrari sono stati 9 e 13 le schede bianche. Queste le deleghe ai vicepresidenti. Francesco De Santis continuerà il suo impegno su Ricerca e Sviluppo. Maurizio Marchesini, dopo aver seguito le Filiere e le Medie Imprese, avrà la delega su Lavoro e Relazioni industriali. Stefan Pan, croseguirà il lavoro svolto in Europa negli scorsi quattro anni in veste di delegato del presidente, con la vicepresidenza per l’Unione europea e il rapporto con le Confindustrie europee. A Lucia Aleotti andrà la vicepresidenza per il centro studi, snodo cruciale nella definizione delle strategie di politica economica. Ad Angelo Camilli la delega su credito, finanza e fisco. Barbara Cimmino seguirà l’export e l’attrazione degli investimenti. A Vincenzo Marinese sarà affidata la responsabilità dell’organizzazione e dei rapporti con i territori e le categorie. Natale Mazzuca avrà la delega alle politiche strategiche e allo sviluppo del Mezzogiorno. A Marco Nocivelli la nuova delega sulle politiche industriali e made in Italy. Lara Ponti si occuperà di transizione ambientale e obiettivi Esg, temi centrali nell’agenda di Confindustria. Emanuele Orsini manterrà per sé la responsabilità su alcuni grandi capitoli strategici: transizione digitale, cultura d’impresa e certezza del diritto.

La squadra di presidenza di Emanuele Orsini, al vertice di Confindustria per il 2024-2028, su richiesta del presidente designato si avvarrà anche del contributo di tre special advisor: Antonio Gozzi con delega all’autonomia strategica europea, piano Mattei e competitività; Gianfelice Rocca per le Life Sciences e Alberto Tripi per l’intelligenza artificiale. Il nuovo board di Confindustria sarà coadiuvato da cinque delegati del presidente: Leopoldo Destro ai trasporti, alla logistica e all’industria del turismo, Riccardo Di Stefano al quale sarà affidata la delega all’education, Giorgio Marsiaj si occuperà di space economy, ad Aurelio Regina andrà la delega all’energia, mentre Mario Zanetti seguirà l’economia del mare.

 

Il presidente Orsini ha anche ringraziato l’ambasciatore Raffaele Langella per il lavoro svolto come direttore generale, annunciando che fino al suo prossimo incarico, sarà al suo fianco come consigliere diplomatico. Il nuovo direttore generale sarà Maurizio Tarquini.

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Ponte sullo Stretto, i dubbi del Ministero dell’Ambiente

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Il ministro Matteo Salvini lancia la Conferenza dei servizi sul Ponte sullo Stretto, per avviare entro l’estate i cantieri della sua opera-bandiera. Ma il primo sgambetto gli arriva proprio da un altro ministero, quello dell’Ambiente, guidato da Gilberto Pichetto di Forza Italia. Alla prima riunione della Conferenza dei servizi, che riunisce tutti i soggetti interessati per sveltire le procedure (imprese, Ministeri, enti locali), il Mase ha chiesto alla Società Stretto di Messina S.p.a. ben 239 integrazioni di documenti. Per il ministero, la documentazione presentata dalla concessionaria è superficiale, insufficiente e non aggiornata, e va approfondita su tutti i fronti.

I tecnici della Commissione Via-Vas, quelli che devono fare la valutazione di impatto ambientale dell’opera, in 42 pagine di relazione hanno chiesto nuove informazioni praticamente su ogni aspetto del progetto. Le richieste di integrazione di documenti riguardano la compatibilità coi vincoli ambientali, la valutazione dei costi e benefici, la descrizione di tutti gli interventi previsti, il sistema di cantierizzazione, la gestione delle terre e rocce di scavo. Il Mase chiede dati più approfonditi e aggiornati sul rischio di maremoti, sull’inquinamento dell’aria, sull’impatto del Ponte sull’ambiente marino e di terra e sull’agricoltura, sulle acque, sui rischi di subsidenza e dissesto, sulla flora e sulla fauna, sul rumore e i campi magnetici, sulle aree protette di rilevanza europea Natura 2000. Le associazioni ambientaliste come Wwf e Legambiente e i comitati locali anti-Ponte parlano di “passo falso” e di “farsa”, e ribadiscono “il progetto non sta in piedi”.

Ma sono soprattutto le opposizioni a cavalcare la vicenda. Per Marco Simiani del Pd, “il ministero dell’Ambiente sconfessa clamorosamente Matteo Salvini, bloccando di fatto il progetto”. Proprio il leader della Lega era assente alla Conferenza dei servizi, che si è tenuta al suo ministero delle Infrastrutture. “Dal ministero dell’Ambiente arriva un macigno sul progetto del Ponte sullo Stretto”, commenta il leader Cinquestelle Giuseppe Conte, che parla di “un progetto vecchio, risalente al 2011/2012, pieno di falle sul piano ingegneristico, ambientale, trasportistico e finanziario”. Angelo Bonelli di Avs rincara la dose: “La commissione tecnica Via del Ministero dell’Ambiente ha demolito il progetto definitivo sul ponte. Ma esiste un progetto definitivo? O quello che avete presentato è quello di 15 anni fa, che era stato bocciato nel 2012 dal ministero dell’Ambiente?”. Mentre il Codacons chiede l’intervento della Corte dei Conti, l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, non si mostra preoccupato per le osservazioni del Mase: “Sono richieste congrue, data l’entità dell’opera. In 30 giorni daremo tutti i chiarimenti richiesti”.

Il ministro Gilberto Pichetto si trova all’improvviso in una posizione scomodissima, con gli uffici del suo ministero che bastonano un progetto che è il cavallo di battaglia di un suo collega. “Con queste istanze abbiamo dato via alla procedura di valutazione di impatto ambientale”, commenta asettico. La richiesta di integrazioni “è atto tipico della prima parte di ogni procedimento di valutazione di impatto ambientale”. Per il Ponte “si è tenuto conto, come di consueto, anche di elementi tratti dai contributi di Ispra e di soggetti non pubblici aventi diritto, per legge, ad esprimersi”. “Le richieste della Commissione Via-Vas del Mase non rappresentato assolutamente una bocciatura del Ponte sullo Stretto, ma sono legittime integrazioni proporzionate ad un progetto enorme – ha commentato Matilde Siracusano, sottosegretario di FI ai Rapporti con il Parlamento – Ho sentito il ministro Pichetto e anche Pietro Ciucci, e non ci sono criticità”.

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