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Cronache

C’è un eroe che ha disarmato il killer Tarrant (in foto) a mani nude

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La strage piu’ cruenta in Nuova Zelanda per mano di un terrorista suprematista che ha fatto fuoco in due moschee uccidendo 49 persone con una voluta spettacolarita’ che l’isola finora non aveva mai vissuto poteva avere un bilancio ancora piu’ grave. Se non fosse stato per un ragazzo che la moschea di Linwood, uno dei due luoghi di culto colpiti a Christchurch, la conosceva bene, perche’ di solito se ne prende cura. Forse per questo l’istinto a difenderla e a difenderne i fedeli che gli ha fatto fermare l’attentatore disarmandolo a mani nude. E probabilmente mettendolo in fuga prima che potesse uccidere ancora. Non si conosce il suo nome: il giovane e’ riuscito a strappare il mitra dalle mani di Brenton Tarrant (nella foto), lo ha anche inseguito ed ha cercato di sparargli con la sua stessa arma, non riuscendo pero’ a trovare il grilletto e dandogli cosi’ il tempo di scappare, aiutato dai complici che lo attendevano in auto fuori dalla moschea. A raccontarne le gesta è stato uno dei sopravvissuti, Syed Mazharuddin, che ha parlato con il New Zealand Herald, dicendo anche che una volta messosi al riparo dopo aver udito gli spari ha visto davanti a se’ “il male”, l’attentatore intento a potare a termine il suo progetto d’odio. Al contempo e’ stato testimone del coraggioso intervento del giovane, l’altro lato della medaglia. Nella moschea di Linwood sono state uccise sette persone, 41 in quella di Deans Avenue, attaccata per prima, mentre una persona e’ morta in ospedale per le ferite riportate.

Quella dell’eroe senza nome e’ soltanto una delle storie che si intrecciano nelle concitate ore di terrore che restano a memento della follia estremista. Tra queste la vicenda dei giocatori della nazionale di cricket del Bangladesh, scampati alla furia omicida: atleti e membri dello staff della squadra si trovavano infatti a bordo di un autobus ormai negli immediati pressi della moschea Masjid Al Noor quando e’ scoppiata la sparatoria. Reduci da una conferenza stampa prima del test match che era in programma per domani contro la Nuova Zelanda (adesso cancellato), erano diretti proprio in moschea. La paura, il panico, ma anche la prontezza nel mettersi al riparo e fare marcia indietro li ha salvati. E poi le storie dei sopravvissuti, una ad una, raccontate con l’angoscia di chi sa che non potra’ mai dimenticare. Come i quattro ragazzi, tutti coinquilini in un appartamento non lontano dalla moschea di Masjid Al Noor, che dopo aver udito distintamente fra i 20 e i 40 spari, si sono ritrovati a soccorrere un uomo ferito che era riuscito a bussare alla loro porta: “Ho dovuto agire molto velocemente, anche se mi ero appena svegliato”, ha detto uno dei ragazzi al New Zealand Herald, “abbiamo chiamato un’ambulanza e la polizia, mentre facevo pressione sulla sua ferita. E’ la natura umana aiutare in quella situazione”.

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Cronache

Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Cronache

Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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