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Lega di serie A, Dal Pino rieletto ma si riserva di accettare: ecco la distribuzione degli incarichi

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Doveva essere una formalita’, si e’ trasformata quasi in una imboscata. La rielezione di Paolo Dal Pino come presidente della Lega Serie A e’ stata decisamente piu’ complicata del previsto, e non e’ nemmeno cosi’ certa, in una giornata che ha preso quasi fin da subito una piega inaspettata in una assemblea durata complessivamente circa sei ore. Le indiscrezioni della vigilia davano infatti praticamente completata la “spartizione” delle cariche tra Lega, Consiglio Figc e CdA della Media Company, cosi’ come di fatto certe erano la rielezione di Dal Pino a presidente e De Siervo come ad. Nella realta’ dei fatti, pero’, la situazione non era cosi’ ben definita: tuttavia, il numero uno uscente ha forzato per arrivare ad una votazione, anche per non far uscire dall’assemblea una Lega divisa considerando le importanti decisioni all’orizzonte tra diritti tv e trattativa coi fondi. Al momento del voto a stravolgere le carte in tavola ci ha pensato anche l’ala lotitiana, quasi a voler ribadire la propria forza all’interno della Lega: nella prima votazione per il presidente sono arrivati cosi’ soltanto 10 voti a favore, contro i 14 richiesti dal quorum. Risultato che ha creato scompiglio, portando non solo ad una sospensione dei lavori per circa due ore, ma anche alla decisione di Dal Pino di togliere la propria candidatura dal tavolo e spingere per andare avanti con le successive votazioni. Tuttavia, 18 club hanno votato per riprendere l’assemblea dall’elezione del presidente, che e’ arrivata cosi’ al secondo turno con 14 voti a favore di Dal Pino e 6 schede bianche. Il manager milanese ora si prendera’ del tempo per riflettere se accettare o meno: “Gli incarichi in quanto tali non mi interessano, ho apprezzato di aver ottenuto 14 voti, ma mi prendero’ dei giorni per ragionarci”, le sue parole dopo l’assemblea.

“La mia forzatura e’ stata fatta per sgombrare il campo da tatticismi politici e giochi che non avrebbero fatto il bene della Lega”. Una presa di posizione di Dal Pino da interpretare anche in chiave trattativa con i fondi: d’altronde e’ difficile che senza la sua presenza l’affare possa continuare, considerando il suo peso nell’intera operazione. “Slittamento della trattativa coi fondi per la mia posizione? Non credo, puo’ esserci masochismo ma non fino a quel punto”, ha comunque ammesso Dal Pino. I club intanto domani dovrebbero ricevere il testo dell’accordo con i fondi, con l’assemblea per decidere che dovrebbe essere convocata per il prossimo 27 gennaio. Una volta votata la rielezione di Dal Pino, in attesa di novita’ sulla sua decisione finale, il resto delle votazioni e’ proseguito piu’ o meno come da programma. Tra i consiglieri di Lega sono stati eletti Paolo Scaroni (Milan), Luca Percassi (Atalanta), Tommaso Giulini (Cagliari) e Maurizio Setti (Hellas Verona), mentre i due consiglieri federali saranno Beppe Marotta (Inter) e Claudio Lotito (Lazio), dopo la rinuncia di Claudio Fenucci (Bologna). L’ad rossoblu, in compenso, e’ stato scelto tra i cinque membri della Lega che faranno parte del CdA della nuova Media Company insieme ad Andrea Agnelli (Juventus), Stefano Campoccia (Udinese), Aurelio De Laurentiis (Napoli) e Guido Fienga (Roma). Per il sesto posto si provvedera’ a un ballottaggio alla prossima Assemblea tra Gianluca Vidal (Sampdoria) e Giovanni Carnevali (Sassuolo).

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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