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Cronache

Le sue proprietà all’asta, uccide il commercialista

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Il commercialista milanese Antonio Novati, 75 anni, è stato ucciso a coltellate giovedì scorso da un agricoltore a cui aveva spiegato che avrebbe dovuto lasciare la casa, in una cascina alle porte di Lodi, che era stata messa all’asta e venduta. Questa l’ipotesi dei carabinieri. Il professionista era andato a dare la notizia al suo assassino, sostituendo il figlio Marco, anche lui commercialista, il quale era il delegato dal Tribunale del capoluogo alla cura della pratica. E quindi probabilmente il padre ha indirettamente salvato la vita al figlio. Il 20 aprile l’ultimo appuntamento del professionista è stato nella cascina dove si trovano tre unità immobiliari oltre alle aree di pertinenza esterne che, lo scorso 17 febbraio, erano state aggiudicate all’asta togliendole a chi ci aveva abitato da sempre anche con i propri genitori ormai defunti.

Cioè a Francesco Vailati, 60 anni, che oggi è stato fermato dai militari. L’accusa è di aver ucciso volontariamente l’anziano Novati. L’uomo nel corso dell’interrogatorio avrebbe fatto diverse ammissioni. In base alle indagini, il 20 aprile di pomeriggio Antonio Novati ha bussato alla porta di Vailati. Aveva preso con lui l’ennesimo appuntamento, ma stavolta gli doveva comunicare la data in cui, stante l’asta conclusa con esito positivo, avrebbe dovuto lasciare quella casa che, ormai, era tutta la sua vita. Sarebbe qui che Vailati avrebbe dato in escandescenze.

Nella ricostruzione degli investigatori, l’uomo avrebbe preso il primo coltello sotto mano e iniziato a colpire il commercialista del tutto inerme. Quindi avrebbe caricato il suo cadavere sull’auto della famiglia Novati appoggiandone la testa sul seggiolino del nipotino che era a casa, per poi guidare per qualche chilometro fino alla cascina Scappadina di Massalengo. Qui avrebbe lasciato la macchina tornando a casa a piedi, con molte tracce di sangue sui vestiti e sul corpo. Antonio Novati avrebbe potuto essere in pensione. Ma amava troppo il suo lavoro e quindi ha continuato a collaborare con il figlio. Rimane da ritrovare l’arma del delitto. I carabinieri l’hanno cercata senza esito. Non sono stati trovati per ora nemmeno la valigetta e il telefonino della vittima. L’autopsia è slittata a lunedì e si terrà all’Istituto di Medicina legale di Pavia.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Cronache

Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Cronache

Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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