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Politica

Le spine del Governo: reddito di cittadinanza agli italiani, decreto immigrazione e sicurezza

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“I cittadini non sono numeri ma cittadini». Il vicepremier Luigi Di Maio è in Cina ma quando parla di cittadini pensa alla manovra economica e alla discussione in Italia riguardo il rapporto deficit -Pil che il ministro dell’ Economia Giovanni Tria dice di non voler portare sopra l’1,6 per cento. La partita è politica per Di Maio, economica per Tria. Non c’è dubbio che un programma di Governo è una cosa seria e va attuato. E dunque Tria dovrà trovare la quadra per tutto nella manovra che sta per arrivare in Parlamento. Al vertice di Palazzo Chigi (assente Di Maio in missione in Cina), Matteo Salvini spunta un  decreto che sarà varato la settimana prossima (forse già lunedì)  su immigrazione/sicurezza. Si chiamerà decreto Salvini. I 5 Stelle ancora battagliano con le esigenze di cassa per ottenere circa 10 miliardi per il reddito di cittadinanza. Con il varo del reddito di cittadinanza la campagna elettorale per le Europee sarà meno complicata. Di Maio su questo punto è irremovibile. Così come sul fatto che sarà appannaggio esclusivo degli italiani. Tria è avvisato. Il premier Giuseppe Conte, da San Giovanni Rotondo, nel corso di una intervista in piazza, dove c’erano molti suoi concittadini ha spiegato che il Governo “terrà i conti in ordine, non siamo scalmanati”. 
Sempre dal vertice di Palazzo Chigi esce la conferma che si farà “quota 100” sulle pensioni (ovvero il sistema che prevede 62 anni di età più 38 di contributi per lasciare il lavoro). In cambio, la Lega rinuncia al taglio dell’Irap. Ci sarà la flat tax al 15% per 1,5 milioni di piccole e medie imprese. Per le grandi aziende arriverà un taglio di 9 punti dell’Ires. Ma sono tutte misure che sono allo studio del ministro Tria, che deve trovare una quadra tra i “numerini” e non ha ancora dato il placet. 

La Lega spiega che si realizzerà “la maggior parte” delle misure, “senza aumentare le tasse e l’Iva”. Sul deficit, Giancarlo Giorgetti, ripeto, dal suo punto di vista, quello che dicono i 5 Stelle da sempre ovvero che la questione non è “una virgola né un numero ma una politica credibile”. Certo il ministro Tria dovrà trovare i soldi per fare quello che il  Governo ha promesso nel contratto che tiene assieme 5 Stelle e Lega.  Qualche idea arriva anche dal M5S, che parla di “tassare banchieri e petrolieri”, ma il Carroccio dice no. Non tutto va liscio come l’olio tra gli alleati gialloverdi. E qualcosa, evidentemente, cambierà in Parlamento. Su decreto immigrazione, come dicono quelli del M5S , lo “miglioreremo il decreto in Parlamento».

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Pnrr: slitta tranche 19 miliardi? Fitto, ottimista

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“Sono sereno, sono ottimista l’unica cosa che non si può fare è il tentativo abbastanza ridicolo di attribuire a questo governo delle responsabilità”. Così il ministro Raffaele Fitto degli Affari Europei rispondendo a proposito dello slittamento della consegna della terza tranche del Pnrr dopo la decisione di rimandare di un mese la fase di verifica da parte della Commissione Europea degli obiettivi raggiunti al 31 dicembre 2022. “Non ci sono tensioni con l’Europa, le tensioni temo qualche volta si vogliano costruire in Italia – ha proseguito Fitto a margine della presentazione della relazione della Corte dei Conti sullo stato di avanzamento del Pnrr – Noi stiamo lavorando con una macchina in corsa con scelte che non sono nostre ma che noi puntiamo a realizzare e superare in questa fase per poi passare alla seconda fase di imodulazione del programma. L’obiettivo è quello di lavorare con spirito collaborativo con la Commissione”.

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13 Paesi Ue per i mini reattori nucleari, anche Roma firma

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Tredici Paesi Ue, tra i quali anche l’Italia, chiedono “un quadro industriale e finanziario favorevole per i progetti nucleari”, promuovendo “la ricerca e l’innovazione in particolare per i piccoli reattori modulari e i reattori modulari avanzati”. Lo si legge in una nota congiunta diffusa da Parigi, a capo dell’alleanza sul nucleare, al termine di una riunione con la Commissione europea. Il documento è stato sottoscritto da Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia. L’Italia, insieme a Belgio e Paesi Bassi, ha firmato in qualità di Paese osservatore.

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Politica

Per i crediti del Superbonus veicolo privato e Btp

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Un veicolo finanziario in grado acquistare e rivendere i crediti incagliati, ridando liquidità al sistema e sbloccando un’empasse che da mesi tiene in scacco imprese e cittadini. Ma anche ‘scambio’ con i Btp. E’ questa la doppia soluzione che dovrebbe contribuire a smaltire la montagna di 19 miliardi di crediti bloccati del superbonus. Il veicolo vedrebbe impegnate le grandi società pubbliche, con Enel X in testa, che offrono così la propria mano tesa al governo. Che intanto con un lavoro di moral suasion su banche e istituzioni, ha incassato la promessa a far ripartire le acquisizioni dei crediti.

“Abbiamo sensibilizzato le istituzioni e le banche. Le banche e le Poste hanno annunciato che ricominceranno, in un quadro di maggiori certezze che abbiamo dato sotto il profilo giuridico, ad acquistare questi crediti”, ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, annunciando anche l’arrivo del veicolo: “E’ in corso l’elaborazione di un sistema, una specie di piattaforma, che dovrebbe in qualche modo permettere di smaltire tutto l’arretrato”.

Escluso invece il ricorso agli F24, su cui il governo chiude: il loro utilizzo “genererebbe sostanziali e rilevantissimi problemi di cassa”, spiega il sottosegretario Federico Freni. Piuttosto a banche, intermediari finanziari e assicurazioni che hanno esaurito la propria capienza fiscale sarà offerta la possibilità di utilizzare i crediti al fine di sottoscrivere emissioni di Btp poliennali da 10 anni per smaltire fino al 10% dei crediti scontati annualmente. La misura vale per gli interventi effettuati fino al 2022 e il primo utilizzo, si precisa, può essere effettuato in relazione alle emissioni effettuate dal primo gennaio 2028. L’ipotesi del veicolo era nell’aria da giorni, ma si attendeva prima di capire come si sarebbe sviluppato il lavoro in Parlamento. Una volta visto che gli emendamenti avevano preso la strada giusta, si è potuti uscire allo scoperto. La soluzione strutturale per i crediti edilizi incagliati “esiste”, assicura Enel X: è “un veicolo finanziario” con uno schema che la società ha “già testato con alcuni partner finanziari su volumi limitati”.

“Siamo quasi pronti, è questione di poco e potremo dare un decisivo impulso allo sblocco dei decreti incagliati”, assicura il ceo Francesco Venturini. Tra le altre modifiche, la commissione Finanze ha dato il via libera alla proroga al 30 settembre del termine alle villette, che entro il 30 settembre scorso avevano effettuato almeno il 30% dei lavori, per concludere la spesa e portarla in detrazione beneficiando del 110%. Per salvare le cessioni del 2022, inoltre, arriva la possibilità per chi non ha concluso il contratto di cessione entro il 31 marzo di effettuare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate con la ‘remissione in bonis’: ovvero, entro il 30 novembre, pagando una sanzione di 250 euro.

Cessione e sconto in fattura restano per l’eliminazione delle barriere architettoniche e anche per gli istituti per le case popolari (Iacp), le onlus e il terzo settore, e per i lavori su immobili colpiti da eventi sismici e anche per l’alluvione delle Marche. Si allarga poi ulteriormente, anche a tutti i cessionari che acquistano crediti da una banca, lo scudo dalla responsabilità in solido per chi acquista i crediti del superbonus. Per banche e imprese che hanno acquistato crediti c’è poi l’estensione della fruizione da 4 a 10 anni. Ma dopo la polemica per lo “stralcio” di una misura analoga, pensata soprattutto per aiutare i redditi più bassi, è stata concessa la possibilità di spalmare in 10 anni la detrazione anche per i contribuenti che non hanno sufficiente capacità fiscale. “Penso sia una cosa giusta per i cittadini e che non comporti problemi per la finanza pubblica. Quindi – ha spiegato Giorgetti – perché no? Anzi assolutamente sì”.

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