Per le tv e le radio commerciali locali è una bella boccata di ossigeno. Sono stati sbloccati dal Governo i 78,7 milioni di euro di contributi pubblici 2016 per le Tv locali e i 10,8 milioni di euro per le radio locali.
Il ministero dello sviluppo economico, infatti, ha recepito le graduatorie stilate con i nuovi criteri per la distribuzione delle risorse. Chi ha più dipendenti certificati da terze parti, con più giornalisti, più informazione e meno televendite avrà più risorse. Almeno così dovrebbe essere seguendo le regole. Certo poi occorrerebbe random verificare se le dichiarazioni sono vere o veritiere, ma questa è un’altra cosa. Se le radio commerciali locali riceveranno il 100% dei contributi 2016 entro la fine dell’anno, le tv commerciali locali, invece, si dovranno accontentare solo del 50% delle risorse spettanti. Una riserva dettata da ricorsi al Tar da parte di piccole emittenti che, con le nuove regole di graduatoria, si sentono penalizzate. Una mano alla emittenza locale, in questo senso, era già arrivata dal governo Conte, che in estate aveva deciso di inserire nel decreto Milleproroghe il Dpr che introduceva le nuove regole per avere punti in graduatoria. Una volta trasformato in legge il Milleproroghe, anche le norme sulla graduatoria hanno avuto forza di legge, e si sono quindi sottratte da possibili ricorsi al Tar.
elenco contributi per tv commerciali annualità 2016
Se, quindi, non sono più ammessi ricorsi contro i criteri di formazione della graduatoria, sono però ammessi quelli contro la graduatoria stessa. E il 15 ottobre ne sono stati presentati alcuni al Tar (tra le più combattive c’ è Telemolise), a contestare vizi di forma della classifica. Ciò pone ancora sub iudice la graduatoria (il Tar si esprimerà non prima dell’ aprile 2019), ma il ministero dello sviluppo economico, conscio della situazione drammatica che sta vivendo il comparto delle tv locali, ha comunque deciso per lo sblocco dei fondi. Come detto, il 50% dei 78,7 milioni di euro verrà distribuito nelle prossime settimane: il ministero dovrà chiedere i certificati di correttezza contributiva all’Inpgi, verificare che le emittenti non abbiano pendenze con Equitalia, passare il tutto alla Ragioneria generale che avrà altri 30 giorni di tempo per liquidare il pagamento, che avverrà presumibilmente entro la fine dell’anno. Il rimanente 50% del 2016 verrà versato a conclusione dell’iter dei ricorsi. Il ministero dello sviluppo economico si è pure impegnato, ma solo verbalmente, ad approvare al più presto anche le graduatorie relative ai fondi pubblici 2017. E il 50% di queste risorse per le tv commerciali locali dovrebbe essere distribuito nel primo trimestre del 2019.
Elenco contributi radio commerciali annualità 2016
Fondi necessari alla sopravvivenza delle imprese televisive. Che, con questi ritardi, vivono momenti di grossa difficoltà e si indebitano parecchio. La top ten della graduatoria delle tv commerciali locali è guidata dalla pugliese Telenorba 7, l’emittente che ha ottenuto più punti in classifica, seguita dalla sarda Videolina e da Telelombardia. E il gruppo di Sandro Parenzo piazza in top ten pure Antennatre (settima) e Top Calcio 24 (decima), mentre il polo televisivo di Luca Montrone ha anche Telenorba 8 al sesto posto.
Quanto, invece, ai contributi dovuti per il 2016, Telenorba 7 attende 2,9 milioni di euro, Videolina 2 milioni e Telelombardia 1,3 milioni. Al di fuori delle prime dieci posizioni della graduatoria, ci sono comunque anche altre emittenti che riceveranno oltre un milione di euro per il solo 2016: a Canale Italia 83 e Tva Vicenza, entrambe venete, spettano 1,27 milioni di euro a testa, a Videoregione (Sicilia), Trc Telemodena, Tg Norba 24 e Rete Veneta 1,1 milioni a testa, a Telenova (Lombardia) e Telecity Piemonte 1,03 milioni di euro a testa. Sin qui le notizie di erogazioni di contributi. L’altra novità sono i controlli. La Guardia di Finanza, in base ad un accordo raggiunto col ministero dello Sviluppo Economico, nei prossimi mesi, più o meno a fine erogazione dei contributi, verificheranno la corrispondenza della documentazione presentata e le certificazioni che hanno attestato regolarità retributiva e contributiva ed altri documenti utili per essere ammessi alla graduatoria e dunque alla erogazione delle somme messe a contributo. Anche perchè, è quasi certo, che ci saranno ricorsi e denunce come capita ogni anno.
elenco contributi tv comunitarie annualità 2016
elenco contributi radio comunitarie annualità 2016
In attesa di sviluppi nei negoziati con gli Usa sui dazi, le previsioni della Banca d’Italia sulla crescita italiana restano invariate rispetto ad aprile: +0,6% nel 2025, +0,8% nel 2026 e +0,7% nel 2027. Si punta tutto sui consumi interni per sostenere l’economia, perché l’export comincia mandare segnali d’allarme: ad aprile, secondo l’Istat, il commercio verso i Paesi extra Ue è crollato del 7%, facendo arretrare le esportazioni complessive del 2,8% su base mensile. Nel quadro delineato da Bankitalia, le tensioni commerciali con gli Stati Uniti assumono un ruolo centrale. Le previsioni dell’istituto presuppongono un aumento dei dazi Usa al 10% sui prodotti europei.
Uno scenario che, insieme all’incertezza globale, rischia di penalizzare investimenti ed export, sottraendo complessivamente circa mezzo punto di Pil tra il 2025 e il 2027. E se le tariffe tornassero ai livelli annunciati da Trump lo scorso 2 aprile, l’impatto sulla crescita sarebbe ancora più marcato: lo scenario di base si ridurrebbe di altri due decimi di punto nel 2025 e di mezzo punto all’anno nel 2026 e 2027. Per ora, ad aprile, l’export verso gli Usa è calato dell’1,9% su base annuale, mentre il vero crollo c’è stato verso Regno Unito (-18,8%), Turchia (-18,2%) e Paesi Bassi (-8,7%), soprattutto per la riduzione delle esportazioni di mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli. Mentre la farmaceutica continua a sostenere le vendite all’estero (+30,1%).
Nel breve termine, la crescita dell’economia italiana si preannuncia debole: nel trimestre in corso e in quello estivo, il Pil aumenterà solo marginalmente. Dalla seconda metà del 2025 è attesa una ripresa più solida, spinta principalmente dai consumi delle famiglie, sostenuti dal calo dei tassi di interesse e dal rafforzamento del potere d’acquisto. Gli investimenti, al contrario, risentiranno della fine degli incentivi all’edilizia e dell’incertezza economica, anche se troveranno sostegno nei fondi del Pnrr e nella graduale riduzione del costo del credito. Le esportazioni torneranno a crescere dal 2026, ma con un’intensità inferiore rispetto alla domanda estera, anche a causa della perdita di competitività legata all’apprezzamento dell’euro. L’occupazione proseguirà il suo percorso di crescita, pur a ritmi più contenuti rispetto al Pil. Questo dovrebbe tradursi in un lieve recupero della produttività del lavoro e in una disoccupazione in calo fino al 6% nel 2027. L’inflazione, infine, rimarrà contenuta: secondo le stime, si attesterà all’1,5% in media nel 2025 e nel 2026.
La valorizzazione di Banca Popolare di Sondrio da parte di Bper “non riconosce pienamente il reale valore della banca”. Lo afferma la popolare di Sondrio al termine del Cda che ha approvato il comunicato dell’ops promossa da Bper Banca, in vista dell’avvio il 16 giugno. L’annuncio dell’offerta è avvenuto prima della “presentazione del nuovo piano industriale 2025-2027 di Banca Popolare Sondrio, per cui l’analisi valutativa condotta da Bper ai fini della determinazione del corrispettivo non tiene conto di questi importanti elementi informativi”, spiega la Popolare di Sondrio. Il premio proposto da Bper è “molto contenuto”.
Il premio che Bper dichiara di riconoscere agli azionisti di Popolare Sondrio alla data di “annuncio dell’offerta risulta molto contenuto, una fattispecie con rari precedenti per operazioni di questo tipo”, prosegue la nota della Popolare di Sondrio. “Dalla data – prosegue – di annuncio dell’offerta, il corrispettivo è rimasto sempre a sconto rispetto al prezzo di mercato di Sondrio. Il corrispettivo non valorizza adeguatamente le sinergie realizzabili tramite l’aggregazione dichiarate da Bper. Alla luce della marcata differenza nel cash dividend pay-out ratio tra Sondrio e Bper, il corrispettivo risulta essere diluitivo per gli azionisti di Sondrio in termini di dividendo per azione atteso per il 2025 e di dividendi cumulati attesi per il triennio 2025-2027”.
L’occupazione continua a viaggiare con il segno positivo e tocca un nuovo record nel primo trimestre dell’anno, trainata dall’aumento dei dipendenti stabili. I dati trimestrali dell’Istat confermano un mercato del lavoro in crescita, che però fa ancora fatica a cambiare le dinamiche di ingresso. Nella ricerca di un posto continua a prevalere l’uso del cosiddetto canale informale: ovvero rivolgersi a parenti, amici e conoscenti, che rimane la pratica più diffusa. Nei primi tre mesi dell’anno, il numero di occupati aumenta di 141mila unità (+0,6%) rispetto al quarto trimestre 2024 e il tasso di occupazione sale al 62,7% (+0,4 punti), il livello più alto mai registrato nelle serie storiche trimestrali avviate dall’Istat nel 2004.
Nel confronto annuo la crescita è più marcata ed è di 432mila unità (+1,8%). In entrambi i casi la spinta arriva dall’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+634mila in un anno), che si contrappone al calo dei dipendenti a termine (-182mila). Dati che per l’esecutivo e la maggioranza sono incontrovertibili rispetto alle politiche messe in campo. “Certificano un risultato senza precedenti, frutto di una visione chiara da parte del governo Meloni, di scelte coraggiose e di politiche che finalmente stanno dando risultati concreti”, commenta il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti.
“Sono la migliore risposta a chi come il segretario della Cgil Landini ha fatto credere ai cittadini in maniera puramente demagogica che serviva un referendum”, rincara il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. L’occupazione dunque cresce, sia per gli uomini che per le donne, anche se il gap resta ampio. E si accentuano anche i divari nella partecipazione al mercato del lavoro per livello di istruzione. Tanto che il tasso di occupazione corre per i laureati (aumentando di 1,9 punti rispetto al primo trimestre 2024), segna +0,7 punti per i diplomati e solo +0,3 punti per coloro che hanno al massimo la licenza media. E i canali per entrare resta spesso ancorati alla rete di parentele e conoscenze. Recupera comunque terreno l’invio di domande e curricula e la consultazione di offerte di lavoro, così come la quota di chi si rivolge al centro pubblico per l’impiego e di chi risponde o mette inserzioni, mentre è in calo quella di chi contatta le agenzie private di intermediazione o somministrazione.
Ad aumentare è anche il costo del lavoro. Nel primo trimestre dell’anno sale addirittura del 4,6%, come effetto del forte aumento delle retribuzioni (+4,1%) e ancor di più dei contributi sociali (+6,3%). Risultato dei miglioramenti retributivi guidati dai rinnovi contrattuali e, dall’altro, dall’esaurimento degli effetti di alcune agevolazioni contributive. Ed è proprio ai rinnovi che guarda un altro dato diffuso dall’Istat, quello dell’inflazione misurata dall’indice Ipca al netto degli energetici importati – indice di riferimento per i contratti – che per il 2024 risulta pari a +1,3%. Sulla base di questo, calcono i sindacati dei metalmeccanici, alle tute blu si riconosce un incremento salariale medio di 27,70 euro mensili, a partire proprio da giugno. Che però “non basta”. I contratti nazionali scaduti, grazie alla clausola di “ultrattività”, garantiscono ai metalmeccanici gli aumenti fino alla sottoscrizione di un nuovo contratto, insieme al diritto ai 200 euro di welfare contrattuale. Per questo Fim, Fiom e Uilm rilanciano la battaglia per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici: in calendario c’è già il nuovo sciopero il 20 giugno per chiedere a Federmeccanica-Assistal di riprendere il negoziato e arrivare nel più breve tempo possibile ad una soluzione.