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World Radio Day, la Rai in festa per i cento anni della radio

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Cento anni della radio attraverso un percorso tra programmi e voci iconiche della Rai che ne hanno fatto la storia. Il servizio pubblico festeggia così il “World Radio Day” del 13 febbraio con una programmazione dedicata sui propri canali tv e radio e le piattaforme online. Rai Radio 1 è media partner dell’evento ‘World Radio Day’ che si tiene a Milano e dedicherà alla giornata uno Speciale Gr1 del mattino, approfondimenti e servizi nelle varie edizioni del giornale radio, i programmi “Cento un secolo di radio” (alle 17.05) – con tra l’altro un ricordo di una delle voci storiche della radio, Sergio Zavoli – e “La nota del giorno”(alle 15.05). Sarà “Caterpillar” (ore 18) su Rai Radio 2 a dedicare una puntata speciale all’evento dal Parlamento europeo nella sede di Bruxelles, mentre Rai Radio 3 prevede un’iniziativa letteraria: per tutto il giorno in apertura delle trasmissioni di “Qui comincia” (ore 6.00), “Tutta la città ne parla”(ore 10), “Radio3 Scienza”(ore 11.30), “Fahrenheit”( alle 15), “Hollywood Party”(alle 19) e “Radio3 Suite”(ore 20.05) sarà possibile ascoltare brani letterari di grandi scrittori che, nelle loro opere, si sono ispirati proprio al mezzo radiofonico. Per Wikiradio (alle 14) Rodolfo Sacchettini ha ideato una puntata a partire da una foto che raffigura Radio Firenze nel giorno della liberazione della città. Infine, “L’idealista” (14.30) dedicherà la puntata alla radio con cinque ascolti dedicati.

Un percorso speciale sarà quello di RaiPlay Sound che proporrà sulla piattaforma contenuti che vanno dall’intrattenimento alla musica alla cultura con le voci storiche della Rai: da “Vi parla Alberto Sordi” a “Bandiera gialla” e “La Corrida – Dilettanti allo sbaraglio” ad “Alto gradimento” e molti altri. Grande evidenza sarà data ai pionieri dell’audiodocumentario attraverso una selezione di titoli tra i quali “Inchiesta in Occidente “(1951) di Sergio Zavoli, Antonello Marescalchi, Luca Di Schiena, la più antica serie radiofonica che sia arrivata completa ai nostri giorni, dai tempi della fondazione dell’URI nel 1924 e i documentari di Pia Moretti, la prima donna radiocronista in Italia. Spazio anche alla fiction con i radiosceneggiati degli anni ’50 e ’60, come “Delitto e castigo”, “Piccole donne”, per arrivare al recente original di RaiPlay Sound “La ragazza delle onde”, un podcast fantasy liberamente ispirato alla vita di Guglielmo Marconi. Il ruolo cruciale della radio nei momenti di criticità sarà raccontato da alcune collezioni del catalogo di RaiPlay Sound tra cui si segnalano: “Una voce nella notte. Storia di una radio partigiana”, documentario Tre soldi di Rai Radio 3 dedicato a Radio Libertà che, in tutta la Resistenza, fu l’unica radio partigiana destinata alla popolazione, trasmettendo clandestinamente dalle colline del biellese, tra l’autunno 1944 e la primavera 1945; “Radio Terremoto”, un podcast di Rai Radio 1 che racconta la storia di Radio Alfa, radio libera di Avellino che segui in diretta il terribile terremoto che devastò l’Irpinia il 23 novembre 1980, diventando un punto di riferimento e sostegno per le popolazioni colpite; “Un’onda pazza. La voce libera di Peppino Impastato” che ricorda il giornalista e le sue attività di denuncia, attraverso la radio libera che fondò nel 1977, Radio Aut.

Per i più giovani su Radio Kids una puntata speciale del “Il buongiorno di Radio Kids”, con Marco di Buono e Arianna Ciampoli, in diretta dal Metastudio di Via Asiago ma anche il “Kids Magazine” e alcuni contributi video che andranno sui canali social da tutti gli artisti di Rai Radio Kids. Non mancherà la programmazione dedicata anche nei canali generalisti televisi, con servizi e approfondimenti in tutte le edizioni dei Tg nazionali e della Tgr (tra queste la Tgr Puglia che realizzerà un servizio sull’attività di Radio Bari durante le fasi di liberazione dal secondo conflitto mondiale). Dopo la puntata speciale andata in onda su Rai 1 il cinque febbraio scorso di “XXI Secolo – Quando il passato diventa futuro” con Francesco Giorgino, la parola passerà a Rai 2 e al programma “Bella Mà” (in onda alle 15.25) con Pierluigi Diaco che per il 13 febbraio ospiterà l’autore e conduttore radiofonico Steve Della Casa. Su Rai 3 che nei giorni scorsi ha celebrato la radio nel programma “Agorà”, il 13 febbraio invece, se ne parlerà nel programma “Elisir” (ore 10.35). Un percorso cronologico attraverso le passate celebrazioni Rai viene proposto da Rai Storia con “Rai 54: la tv della storia, la storia della tv – 90 anni della radio italiana” (ore 13). Sarà così possibile rivedere, ad esempio, la puntata di “Milleluci – Radio” di Antonello Falqui, andata in onda il 16 marzo del 1974 al Teatro delle Vittorie in Roma, dedicata alla celebrazione del mezzo secolo della Radio Italiana. E poi lo speciale su “Guglielmo Marconi, il mago del wireless” per l’appuntamento con la trasmissione di Paolo Mieli “Italiani” in onda alle 17. Sul Portale Rai Scuola lo speciale “Oggi è 13 febbraio. Giornata mondiale della Radio”: la storia della radio viene ripercorsa con Andrea Borgnino e con contributi dalle Teche Rai e si raccontano i programmi radiofonici di oggi attraverso interviste a vari conduttori raccolte a via Asiago 10, sede storica della radiofonia al link https://www.raiplay.it/video/2023/02/Oggi-e-13-febbraio-Giornata -mondiale-della-radio-pt2-e810f660-e7b3-4b3f-9058-0fe18552f4ef.h tml. Anche Rai Play e Rai Cultura, infine, renderanno disponibili on line contenuti dedicati.

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Peppino di Capri, compie 85 anni lo chansonnier napoletano

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Champagne per Peppino di Capri: compie 85 anni sabato 27 luglio uno dei grandi interpreti italiani più amati nel mondo, il primo ‘rivoluzionario’ della canzone napoletana, oltre 65 anni di carriera che si ha sempre voglia di festeggiare. Un compleanno che Peppino, già entrato da tempo nella storia della musica con i suoi quindici Sanremo coronati da due vittorie e il premio alla carriera del 2023, trascorrerà con gli affetti e gli amici più cari sull’amata isola pregustando un ‘regalo’ davvero speciale. La sua straordinaria vita artistica sarà raccontata nella attesa fiction Rai, il cui titolo non poteva che essere che ‘Champagne’, brano evergreen per antonomasia da oltre mezzo secolo.

Le riprese del film tv dureranno cinque settimane con set tra l’isola azzurra e Napoli e partiranno già a settembre. E proprio in questi giorni, fino al 4 agosto, è stato aperto il casting per cercare un ‘enfant prodige’ del pianoforte tra i cinque e gli otto anni, per impersonare il piccolissimo Giuseppe Faiella, questo il vero nome del cantante, che già nel 1943 si esibiva per le truppe americane di stanza a Capri durante la seconda guerra mondiale. La fiction, produzione Rai con O’ Groove, sarà diretta da Cinzia TH Torrini, regista che ha già firmato con successo il film dedicato a Gianna Nannini ‘Sei nell’anima’. E proprio per l’ultimo album della Nannini, che adora Peppino e il suo swing, di Capri ha firmato il brano ‘Stupida emozione’.

Un’onda di affetto, stima e popolarità che si rinnova ad ogni apparizione quella verso l’interprete di decine di successi: dalla fine degli anni ’50, lanciando nuovi classici come ‘Malatia’ all’esperienza con i Beatles nello storico concerto di Milano nel 1965, dalle vittorie sanremesi alle tante hit firmate da Mimmo di Francia, non solo ‘Champagne’ ma anche ‘Tu’ a ‘Me chiamm ammore’, ‘Magari’. Le sue canzoni, dall’immortale ‘Roberta’ a ‘Let’s twist again’ (il disco più venduto) ma soprattutto la voce dal timbro unico, hanno segnato un’epoca che non passa di moda, oltre a ricordi, e amori, di almeno tre generazioni. Come è accaduto lo scorso giugno quando l’artista è stato abbracciato dal pubblico di piazza Plebiscito, ospite del concerto di Renato Zero. Insieme hanno cantato ‘Luna caprese’, inedita delizia che gli assenti possono gustare grazie ai social ufficiali di Peppino. Tra gli omaggi per gli 85 anni in arrivo anche quello di ‘Felicità – La stagione della famiglia’, il magazine su Rai2 di Pascal Vicedomini in onda il sabato alle 12.

Ma la festa per lo splendido 85enne continuerà. Marisa Laurito, direttrice artistica del Trianon Viviani, ha deciso di aprire la prossima stagione del suo teatro della Canzone napoletana nel cuore di Forcella, venerdì 25 ottobre con una serata speciale dedicata a Peppino di Capri che riunirà numerosi artisti. Tra le prime adesioni che sono pervenute a Laurito che sta organizzando l’appuntamento speciale ci sono infatti Peppe Barra, Eugenio Bennato, Rosa Chiodo, Tullio De Piscopo, Christian De Sica, Enzo Gragnaniello, Lorenzo Hengeller, Pietra Montecorvino e Lina Sastri.

 

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John Mayall, leggenda del blues britannico, è morto a 90 anni

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John Mayall, il pioniere del blues britannico il cui collettivo musicale degli anni ’60, i Bluesbreakers, contribuì a inaugurare un periodo fertile per il rock e portò alla ribalta chitarristi come Eric Clapton, è morto all’età di 90 anni. Lo ha annunciato la sua famiglia. Mayall, cantante e polistrumentista soprannominato “il padrino del blues britannico” e arrangiatore di alcuni dei più grandi del genere dell’epoca, “è morto pacificamente nella sua casa in California”, ha pubblicato la famiglia su Facebook, senza specificare la causa della morte.

“I problemi di salute che hanno costretto John a porre fine alla sua epica carriera in tournée hanno finalmente portato la pace per uno dei più grandi guerrieri della strada di questo mondo”, si legge. “John Mayall ci ha regalato 90 anni di instancabili sforzi per educare, ispirare e intrattenere.” L’influenza di Mayall sul rock degli anni ’60 e oltre è enorme. I membri dei Bluesbreakers alla fine si unirono o formarono gruppi tra cui Cream, Fleetwood Mac, Rolling Stones e molti altri. All’età di 30 anni, nel 1963, Mayall si trasferì a Londra dal nord dell’Inghilterra.

Sentendo la rivoluzione nell’aria, abbandonò la sua professione di grafico per abbracciare una carriera nel blues, lo stile musicale nato nell’America nera. Ha collaborato con una serie di giovani chitarristi tra cui Clapton, Peter Green, poi dei Fleetwood Mac, e Mick Taylor che ha contribuito a formare i Rolling Stones. Mayall si trasferì in California nel 1968 e fece un lungo tour in America nel 1972. Negli anni ’60 registrò numerosi album storici tra cui “Crusade”, “A Hard Road” e “Blues From Laurel Canyon”. Ne seguirono altre decine negli anni ’70 e fino al suo ultimo, “The Sun Is Shining Down”, nel 2022. Mayall è stato insignito di un OBE, Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, nel 2005.

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Addio a Pierluigi ‘Tricò’, lo stilista delle dive

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È morto ieri mattina a Roma, al Policlinico Gemelli, Pierluigi Scazzola in arte Tricò, stilista delle dive che aveva portato Roma alla ribalta internazionale. Nel suo atelier, le sue creazioni in maglia avevano fasciato donne di bellezza divina come Jacqueline Kennedy, Audrey Hepburn, Lauren Bacall, Claudia Cardinale, Allegra Agnelli, le regine di Grecia, Belgio, Danimarca. Era nato a Roma il 21 giugno 1931, scompare il 22 luglio del 2024 a 93 anni. I funerali si terranno domani mattina alle 10.30 nella chiesa di Piazza del Popolo. La sua storia è diventata appena tre anni fa un libro firmato dal nipote Andrea Scazzola e da Francesca Romana Carpentieri, ‘Tricò. lo stilista delle regine’ (Mazzanti Libri).

Tutto parte dall’infanzia dei fratelli Scazzola, ovvero Pierluigi, che frequenta il liceo classico al Convitto nazionale e il fratello Luciano che morirà a 55 anni, matita e anima amministrativa, poi i genitori Giulio e Bianca, e la cognata Fiorenza senza la cui intraprendenza e competenza nulla sarebbe stato uguale. Tutto questo sarà Trico’, ovvero il marchio che diventa una prima autonoma boutique nel 1961 con l’apertura dell’atelier a Via Gianturco, che da quel primo salotto del Flaminio con l’arazzo vola sulla pelle delle donne più belle e famose del mondo a segnarne le curve con eleganza e personalità, coniugando trasgressiva innovazione a semplicità classica. Pierluigi, si sa, non amava la filosofia, preferiva piuttosto disegnare figurine esili di donne sui bordi del libro e dopo diversi anni di studio e di lavoro quella diventerà finalmente la sua vita, ma prima dovrà provare la strada di una laurea in giurisprudenza e un impiego all’Inpdai.

E la magia vuole che dal primo abito, semplicissimo ed unico insieme, creato per la contessa Consuelo Crespi, sia proprio la maglia ad entrare nel dna dello stilista e delle sue collezioni che conquistano il mondo. La prima sfilata alla Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma, allora diretta da Palma Bucarelli, signora dell’arte che da subito aveva creduto in quel ragazzo alto e magro come una scultura di Giacometti. Poi il salto a Parigi grazie a Irene Brin che lo porta sulla passerella di Pierre Cardin. L’apice del successo arriverà a metà degli anni Sessanta, conquistando Parigi, Mosca, New York, per tornare a scendere dalla scalinata di Trinità de’ Monti a Roma. Insomma il Made in Italy è entrato nella leggenda anche grazie a Tricò.

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