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Esteri

L’assassino di Bob Kennedy resta in carcere dopo 55 anni

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Sirhan Sirhan resta in carcere. L’assassino di Robert Kennedy si è visto negare per l’ennesima volta la richiesta di libertà vigilata perché ritenuto ancora troppo pericoloso. L’immigrato palestinese è in carcere da quando, il 5 giugno 1968, sparò e uccise il candidato democratico fratello di John Fitzgerald Kennedy all’hotel Ambassador di Los Angeles, poco dopo la sua vittoria alle primarie della California. Sirhan raccontò di essere arrabbiato con l’allora senatore per la sua proposta di inviare aerei militari a sostegno di Israele ma, negli anni, ha più volte insistito di non ricordare l’incidente.

L’assassinio di Bob Kennedy scosse un’America già alle prese con la guerra in Vietnam e il movimento per i diritti civili, innescando un profondo esame di coscienza anche nella politica. Inizialmente condannato alla camera a gas, Sirhan si è visto tramutare la sentenza in ergastolo negli anni ’70 in seguito alla decisione della Corte Suprema della California di sospendere temporaneamente la pena capitale. Assistito dai suoi legali, Sirhan nel corso degli anni ha chiesto per ben 16 volte di essere rilasciato, ma senza successo. Nel 2021 c’era andato vicino: un Parole Board della California – l’organismo chiamato a pronunciarsi su questi casi – si era espresso favorevolmente a una sua uscita dal carcere. Ma il governatore Gavin Newsom agli inizi del 2022 si oppose, spiegando come a Sirhan, nonostante i 54 anni di carcere, mancava ancora quella consapevolezza e quella saggezza che gli sarebbero servite per evitare di ripetere gli stessi errori del passato.

“Dopo decenni di carcere non ha ancora affrontato” i problemi che “lo hanno spinto ad assassinare il senatore Kennedy”, disse Newsom. L’ipotesi di un rilascio di Sirhan spacca da anni anche la famiglia Kennedy, divisa fra coloro che vogliono vederlo in libertà perché ha pagato il prezzo dovuto e altri che lo vogliono invece ancora in carcere perché rappresenta un rischio per la società. Proprio la bocciatura di Newsom sarebbe, secondo il suo legale Angela Berry, alla base dell’ultimo rifiuto del Parole Board a concedergli la libertà. “Era idoneo ad essere rilasciato l’ultima volta e da allora nulla è cambiato”, ha detto Berry, indicando come a suo avviso il Parole Board è stato influenzato dalla volontà politica del governatore. “Sta cercando di fare la cosa giusta. Vuole aiutare suo fratello più giovane che è quasi cieco. Vogliono vivere insieme negli anni che restano loro”, ha aggiunto Berry. Parole che però non hanno sortito alcun effetto davanti alla commissione chiamata a decidere il destino del suo assistito.

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Russia, respinto attacco di droni ucraini contro Mosca

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La Russia ha dichiarato stanotte di aver sventato un attacco di droni ucraini contro Mosca, pochi giorni prima delle celebrazioni del 9 maggio per la vittoria sulla Germania nazista nel 1945. Non è la prima volta che la capitale russa è bersaglio di simili operazioni di Kiev, sebbene rimangano rare. Il sindaco Sergei Sobyaninen ha dichiarato su Telegram che le difese aeree hanno “respinto un attacco di quattro droni diretti verso Mosca” senza causare “danni o vittime”.

L’attacco dei droni ucraini avviene pochi giorni prima della parata militare del 9 maggio nella Piazza Rossa, alla quale si prevede parteciperanno il presidente cinese Xi Jinping, il suo omologo brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e altri partner e alleati di Mosca. La commemorazione della vittoria sulla Germania nazista, avvenuta esattamente 80 anni fa il 9 maggio, è fondamentale per la narrativa patriottica del Cremlino, che insiste sul fatto che il conflitto armato contro l’Ucraina è una continuazione di quello contro Berlino durante la Seconda guerra mondiale.

In occasione delle celebrazioni del 9 maggio, il presidente russo Vladimir Putin ha proposto all’Ucraina una tregua di tre giorni, dall’8 al 10 maggio, allo scopo, a suo dire, di testare la volontà di Kiev di raggiungere la pace. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato domenica di “non credere” che la Russia rispetterà la tregua. I colloqui separati tra Mosca e Kiev, guidati da Washington, sono in corso da oltre due mesi e finora faticano a produrre risultati nella ricerca di una soluzione al conflitto scatenato dall’attacco russo all’Ucraina nel febbraio 2022.

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Trump riapre Alcatraz: “Ospiterà i criminali più spietati d’America”

Donald Trump ordina la ricostruzione e riapertura del carcere di Alcatraz. “Ospiterà i criminali più violenti d’America”, ha dichiarato su Truth.

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Il presidente americano annuncia su Truth il ritorno della famigerata prigione federale: sarà ampliata e usata per i detenuti più pericolosi

Donald Trump ha annunciato ufficialmente di aver ordinato la ricostruzione e la riapertura del carcere federale di Alcatraz, l’ex penitenziario simbolo della durezza del sistema carcerario americano, situato su un isolotto nella baia di San Francisco e chiuso dal 1963.

Con un post pubblicato su Truth Social, Trump ha dichiarato che la nuova Alcatraz ospiterà “i criminali più spietati e violenti d’America“. Il presidente ha inoltre anticipato che il complesso sarà “sostanzialmente ampliato” rispetto alla struttura originale, rimasta celebre per aver ospitato gangster del calibro di Al Capone e per la sua reputazione di carcere inespugnabile.

La scelta ha già provocato reazioni contrastanti negli Stati Uniti: un’operazione simbolica dal sapore fortemente propagandistico, che richiama l’idea di legge e ordine tanto cara alla narrazione trumpiana, soprattutto in vista delle prossime elezioni.

Non sono ancora stati diffusi dettagli tecnici né un cronoprogramma ufficiale per la ricostruzione. Ma l’annuncio rilancia l’uso di Alcatraz come deterrente mediatico, riportando nell’attualità una prigione che da sessant’anni era diventata solo un’attrazione turistica.

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Romania, il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan al ballottaggio contro George Simion

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Sarà il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan lo sfidante del candidato di estrema destra George Simion (nella foto) al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Romania, secondo i risultati quasi definitivi del voto di ieri. Con il 99% delle schede scrutinate il leader del partito nazionalista Aur e sostenitore del presidente americano Donald Trump ha ottenuto il 40,5% dei voti e se la vedrà ora nel secondo turno con Dan, balzato al secondo posto con il 20,9% delle preferenze contro il 20,3% del candidato della coalizione di governo Crin Antonescu.

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