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Cronache

Lampedusa sotto pressione, 27 sbarchi in poche ore

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Di nuovo sbarchi a ripetizione a Lampedusa. Dopo una tregua di tre settimane, l’hotspot della piccola isola siciliana e’ tornato a riempirsi. La situazione non e’ allarmante come lo scorso 21 settembre, quando nel centro di Imbriacola si accalcarono 1.200 persone negli spazi destinati invece a meno di 200, ma il livello di guardia e’ alto, con 728 migranti arrivati a Lampedusa con 27 sbarchi nelle ultime 30 ore, di cui 15 dalla mezzanotte. Dopo l’ingresso nell’hotspot tutti i migranti, per lo piu’ tunisini, vengono sottoposti a tampone rinofaringeo anti-Covid. Man mano che arrivano gli esiti dei test, vengono imbarcati sulla nave quarantena Snav Adriatico, che si trova in rada di fronte l’isola, e poi divisi tra contagiati e negativi. L’obiettivo e’ di ‘testare’ e imbarcare tra le 200 e le 300 persone, mentre nelle prossime ore e’ previsto l’arrivo dell’altra nave quarantena Azzurra. Il tema dei contagi e’ comunque oggetto di polemica, specie dopo che sull’isola due insegnanti e almeno quattro alunni della scuola elementare ‘Luigi Pirandello’ sono risultati positivi. La scuola domani rimarra’ chiusa per il tempo della sanificazione (e sempre da domani a Lampedusa e Linosa sara’ possibile fare 100 tamponi rapidi al giorno, in modo gratuito e volontario). A rassicurare la popolazione e’ la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese: “Non sono i migranti a portare il Covid” in Italia, afferma, ricordando che i militari in Sicilia non stati mandati per il Coronavirus “ma perche’ gli arrivi erano tanti”. E a conferma del ragionamento fornisce gli ultimi dati provenienti dalle strutture di prima accoglienza: “delle 56 mila persone presenti solo il 2,7% e’ positivo”. I nuovi sbarchi di migranti non riguardano soltanto Lampedusa, ma anche le coste ioniche della Locride, dove ce ne sono stati sette negli ultimi otto giorni. L’ultimo arrivo prima dell’alba nel porto di Roccella Jonica, con 57 iraniani e iracheni. Sbarchi continui pure sulle coste del sud Sardegna: 27 migranti arrivati ieri e oltre 20 algerini oggi. Una situazione su cui il leader della Lega Matteo Salvini attacca: “e’ l’ennesimo fallimento – afferma – di un governo incapace che parla di umanita’ ma dimentica la morte di un minorenne che era a bordo di una nave quarantena”. Sull’altra sponda del Mediterraneo, intanto, la guardia costiera libica – scrive su Twitter l’Agenzia dell’Onu per i Rifugiati (Unhcr) – ha soccorso la notte scorsa 227 migranti che si erano imbarcati su tre gommoni a Zauyia e Zuara. Tutti sono stati riportati in Libia. La Guardia costiera tunisina ha invece bloccato, tra il 9 e il 10 ottobre scorsi nella zona marittima di Zarzis, 8 partenze illegali, fermando in tutto 79 persone, tra cui due donne e due cittadini libici e sequestrato 5 imbarcazioni. Oggi al largo di Sfax in Tunisia c’e’ stato un naufragio: almeno due i morti e 7 i sopravvissuti. Sull’imbarcazione affondata gli occupanti sarebbero stati circa una trentina.

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Ucciso a colpi di pistola in auto mentre fa benzina

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Omicidio questa mattina in una stazione di benzina di Mondragone, comune del litorale casertano. Un commerciante, L.M., è stato ucciso a colpi di pistola da un uomo, un imprenditore, che ha fatto fuoco mentre la vittima era in auto, per poi allontanarsi sotto gli sguardi terrorizzati del gestore del distributore, situato sulla statale Domiziana, e di altri avventori. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini.

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Ucciso con una fiocina, l’omicidio in assenza di una minaccia

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In assenza di una minaccia diretta, per sé e per la propria compagna, uccise un 23enne con un colpo di fiocina sparata da un fucile subacqueo in via Cilea a Sirolo (Ancona) il 27 agosto del 2023: un omicidio che non sarebbe scaturito dall’iniziale “diverbio stradale” ma dal successivo intervento dei fratelli della vittima, uno dei quali lo colpì con un pugno per il quale l’omicida intese “vendicarsi”.

Lo scrive la Corte d’Assise di Ancona nella motivazione della sentenza con la quale, il 21 gennaio scorso, ha condannato a 18 anni di carcere Melloul Fatah, 28 anni, per l’omicidio volontario, senza l’aggravante dei futili motivi, di Klajdi Bitri, albanese 23enne. Il delitto avvenne di primo pomeriggio a seguito di un litigio per motivi stradali, all’altezza di una rotatoria. Si era creato un ingorgo di auto e dopo vari insulti, che avevano coinvolto anche parenti e amici della vittima, Fatah era tornato al proprio veicolo per prendere la fiocina e puntarla al petto del giovane poi deceduto. Subito dopo era risalito a bordo dell’auto, dove si trovava anche la fidanzata, e se ne era andato.

Era stato arrestato prima di cena, a Falconara, dai carabinieri. L’imputato, difeso dall’avvocato Davide Mengarelli, ha sostenuto di non essersi accorto del colpo mortale e di aver preso il fucile solo per spaventare il gruppetto che gli dava addosso. Secondo i giudici, però, la sua versione non è plausibile. “Ha scelto in totale autonomia di inseguire, in assenza di qualsivoglia minaccia, per sé e per la propria compagna, – scrive la Corte a proposito dell’imputato – di prelevare il fucile elastico con fiocina a tre punte, che utilizzava per la pesca subacquea, di imbracciarlo e di puntarlo alla vittima che in piedi, dietro la Mercedes, dopo pochi attimi decedeva nell’impotenza e nello sconforto generale”. Secondo la Corte, il 28enne agì per vendicare il pugno che aveva subito nella lite: “compreso di non poter prevalere e attesa l’inferiorità numerica – osserva nella sentenza il presidente della Corte Roberto Evangelisti – non reagiva e si dirigeva verso la propria auto dando l’impressione di desistere e di voler riprendere la marcia, apparenza però ingannevole poiché il fine che muoveva Melloul era antitetico”. La fidanzata “non aveva eccepito alcun pericolo, per nulla allarmata si chinava a recuperare gli occhiali caduti in precedenza al fidanzato nel corso dello scontro con la vittima e i suoi amici”.

La Corte ripercorre i drammatici attimi dell’omicidio: Fatah “ha premuto a distanza di circa due metri e mezzo il grilletto del suo fucile subacqueo munito di tridente contro Klajdi, facile bersaglio in quanto in posizione eretta, disarmato e impossibilitato a opporre qualsivoglia difesa se non tentare di disporsi in posizione di chiusura alzando il ginocchio sinistro in funzione di scudo”. I familiari della vittima erano parte civile nel processo con gli avvocati Marina Magistrelli e Giulia Percivalle.

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Cronache

Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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