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Spettacoli

L’Amica geniale in Rai chiude con 7 milioni di spettatori e guarda già al futuro

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Le vicende di Lila e Lenu’ raccontate nell'”Amica geniale”, anche nella seconda stagione della fiction (“Storia del nuovo cognome”), tratta dalla quadrilogia dei bestseller (e/o) di Elena Ferrante, si confermano tra le piu’ amate dal pubblico televisivo. Gli ultimi due episodi, trasmessa lunedi’ 2 marzo su Rai1, sono stati seguiti rispettivamente da 7 milioni 110mila spettatori il primo (25.81 per cento di share) e da 6 milioni 757mila spettatori (31.05 per cento) il secondo. Nelle ultime due puntate, Fantasmi e La fata blu, le due amiche sono lontane. Gli anni all’universita’ di Pisa hanno trasformato Elena (Margherita Mazzucco) in una ragazza elegante, colta e disinibita. Tornata a casa per le vacanze trova molti cambiamenti nel rione. Lila (Gaia Girace) e’ sempre piu’ avvilita e sfiduciata e dedica tutta la sua energia nel suo ruolo di madre del piccolo Rinuccio. Rientrata a Pisa, Lenu’ si concentra sullo studio, ma e’ distratta da ricordi e dalle pagine scritte dalla sua amica. Con questi dati di ascolto la serie di Saverio Costanzo, per due episodi (quelli girati ad Ischia) firmata anche da Alice Rohrwacher (Lazzaro felice), sorella della nota attrice Alba che qui aveva il ruolo di voce narrante, si proietta direttamente nel futuro.

Set TV series a genial friend (Amica Geniale), based on a novel by Elena Ferrante, scenes shot in Plebiscito square, in downtown Naples. Italian and American production with HBO, Wild Side and Rai, directed by Italian director Saverio Costanzo, the young actress Margherita Mazzucco (R) alias Elena.

La domanda che molti si pongono adesso e’: vedremo una terza stagione? E quando? A sciogliere il dubbio e il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta che conferma che la terza stagione e’ in fase di scrittura. “L’eccellente conclusione di Storia del nuovo cognome – sottolinea – conferma la grande accoglienza e la continuita’ dell’ascolto da parte del pubblico in tutte le sue fasce e con dati importanti nei segmenti femminili, nei laureati (oltre il 35%) e in tutte le classi socio-economiche. Ha vinto la bella televisione, quella del racconto di sentimenti profondi come l’intensita’ anche dolorosa di un’amicizia e la forza aspra e generosa della vita. Un lavoro di questa qualita’ non puo’ che nascere da una comunione di intenti e dal piu’ alto livello creativo, professionale e produttivo. La potenza dei romanzi di Elena Ferrante e la regia innovativa e sfidante di un autore come Saverio Costanzo. E poi, con loro nella scrittura, Francesco Piccolo e Laura Paolucci, e la squadra dei produttori – con Rai Fiction, Fandango, The Apartment, Wildside e HBO – che hanno permesso a una storia italiana di competere con il meglio della fiction internazionale. E infine grazie a loro, a Lenu’ e Lila, a Margherita Mazzucco e Gaia Girace, due indimenticabili e vitalissime compagne di viaggio nel nostro immaginario. Intanto, il nostro lavoro continua con la terza stagione che e’ in scrittura”. Il terzo capitolo della saga, intitolato “Storia di chi fugge e di chi resta”, si svolge negli anni ’70. Elena-Lenu’ sta per sposarsi con Pietro quando torna a Napoli e scopre che Lila sta male a causa del massacrante lavoro in fabbrica.

Le loro vite poi si separano. Elena torna a Firenze, si sposa e ha due figlie, Adele ed Elsa, ma il matrimonio non funziona. A Napoli, Lila si fidanza con Enzo e lo aiuta a studiare informatica: diventano due programmatori. Nel rione, pero’, il clima sociale rimane molto teso e Lila chiede a Elena di ospitare suo figlio Gennaro per l’estate. Nino Sarratore, intanto, ritorna nella vita di Elena, diventandone l’amante e spingendola a separarsi da Pietro. Le giovani interpreti avevano dichiarato di essere sotto contratto durante la conferenza stampa di presentazione, lasciandosi sfuggire che, se fosse stato confermato il terzo capitolo, sarebbero state presenti solo nelle prime due puntate e poi sostituite con attrici piu’ adulte. Su chi dovrebbe prendere il loro posto si fa largo il nome della stessa Alba Rohrwacher nel ruolo di Lenu’, ma e’ un ipotesi, la sua versione anziana dovrebbe essere invece Elisabetta De Palo, comparsa in un flash forward nella scena d’apertura del primissimo episodio. Niente invece sul ruolo della Girace. Intanto, la serie arriva negli Stati Uniti: My Brilliant Friend (questo il titolo internazionale) e’ trasmessa da Hbo e la seconda stagione, The Story of a New Name, va in onda negli Usa dal 16 marzo.

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Cinema

Cristina Comencini: il cinema delle donne è una nuova ricchezza. Io dalla parte delle donne sempre

Cristina Comencini racconta al Corriere della Sera il successo de “Il treno dei bambini”, la sua visione sul cinema delle donne, la politica e il suo nuovo amore.

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Cristina Comencini (le foto sono di Imagoeconomica), con il suo ultimo film “Il treno dei bambini” tratto dal romanzo di Viola Ardone e disponibile su Netflix, ha raggiunto quasi trenta milioni di visualizzazioni. «Mi sembra incredibile», racconta, «ma credo che il tema profondo del dopoguerra, del trauma che la guerra lascia sui sentimenti, abbia colpito il pubblico di tutto il mondo».

Il cinema tra piattaforme e sale

«Portare la gente in sala è bellissimo, ma difficile. Le piattaforme e il cinema possono coesistere. L’importante è, come diceva mio padre Luigi Comencini, mantenere sempre la massima verità e bellezza in quello che si crea», afferma Cristina, riflettendo sulla trasformazione del mondo cinematografico.

Il successo e la nuova generazione di registe

Comencini riconosce l’importanza del successo ma non lo vive come un punto di arrivo: «È un mestiere da montagne russe». È felice dell’affermazione di tante donne nel cinema italiano, come Paola Cortellesi, sottolineando: «Il cinema si è finalmente aperto alle storie delle donne, arricchendosi di nuove prospettive».

Il rapporto con la famiglia e il film di Francesca Comencini

Cristina racconta il forte legame con le sorelle e commenta il film di Francesca Comencini su loro padre Luigi: «Una scelta giusta. Ognuno vive un padre a modo suo». Nessuna gelosia, ma un affetto profondo che ha sempre unito la famiglia.

CRISTINA COMENCINI REGISTA

Politica, femminismo e il ruolo di Giorgia Meloni

Comencini ribadisce la sua radice di sinistra e il suo impegno per il femminismo: «Il sostegno reciproco tra donne non deve mai venir meno». Sul premier Giorgia Meloni, pur nella distanza politica, riconosce: «Per la sua parte politica sta facendo bene».

I cambiamenti nell’estetica e il coraggio delle attrici

Parlando di Giovanna Mezzogiorno, Cristina denuncia il problema della discriminazione estetica nel cinema: «Finalmente si inizia a dare meno peso all’apparenza e più al talento».

La maternità precoce e l’amore ritrovato

Diventata madre a 18 anni, Cristina confida di non aver rimpianti: «Mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto». Oggi vive una nuova fase felice della sua vita con il documentarista francese François Caillat, tra Roma e Parigi.

Il futuro: un nuovo romanzo in arrivo

Cristina annuncia anche il suo prossimo romanzo, “L’epoca felice”, che uscirà a ottobre per Feltrinelli: «Parlerà dell’adolescenza e della capacità della vita di sorprenderci anche quando meno ce lo aspettiamo».

 

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Spettacoli

Gwyneth Paltrow è stanca della dieta, ‘ora mangio pane e pasta’

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Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.

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Musica

Rocco Hunt, il ragazzo di giù diventa grande: “Ho 30 anni e ancora la rabbia del Sud”

Esce l’album Ragazzo di giù: tra neomelodico, rap e introspezione, la maturità artistica di un figlio del Sud.

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A 30 anni, Rocco Hunt ha già alle spalle 15 anni di carriera, una vittoria a Sanremo, hit estive, strofe militanti e un’identità artistica sempre più nitida. Ma oggi, con il nuovo album Ragazzo di giù, in uscita venerdì, Rocco — per molti ancora affettuosamente “Rocchino” — completa un percorso che lo conferma maturo, consapevole e profondamente legato alle sue radici.

“Sono fortunato, canto chi non lo è stato”

Il brano che dà il titolo al disco è un manifesto identitario.
“Io sono il ragazzo di giù fortunato”, spiega Rocco, “quelli che canto sono stati meno fortunati, magari non hanno dovuto lasciare casa, ma hanno pagato altri prezzi”. La nostalgia per la sua terra non è solo geografica, è memoria viva di un mondo che spesso si perde tra le distanze culturali.

Tra disagio e riscatto: “A Nord si perdono i valori”

“Oggi Napoli fa figo, ma vivere al Nord è diverso”, dice. Il successo, per lui, ha un prezzo. “Contano i numeri, non i valori”, afferma, parlando anche del figlio Giovanni, 8 anni, cresciuto tra Milano e Napoli: “Ha un accento diverso, ma deve sapere da dove viene, imparare l’inglese e la cazzimma partenopea”.

Il dialetto come identità: “È mamma, papà e biberòn”

Per Rocco il dialetto non è solo stile, ma lingua del cuore:
“È la strada dove sei cresciuto, la voce dei tuoi nonni, il suono dell’anima”. E anche se ha girato l’Italia e il mondo, resta anima di Scampia, del Sud e dei suoi contrasti.

Il rap, il neomelò, e il coraggio delle parole

Ragazzo di giù è un album eterogeneo, che passa da Gigi D’Alessio a Massimo Pericolo, da Irama a Baby Gang, mischiando il rap con la melodia napoletana e l’attualità più bruciante. In Demone santo, per esempio, denuncia con rabbia il crollo del ballatoio della Vela di Scampia:
“Quelle creature sono vittime dello Stato. A che serve il tricolore sulle bare bianche, se Cristo in quelle case non ci entra?”

Sanremo, De Filippo e il mare della costiera

Nel disco anche introspezione e memoria, con brani come ‘A notte, ispirato a Eduardo De Filippo, e Domani chissà, dove Rocco rievoca lo scugnizzo che si tuffava a bomba nel mare della costiera. E non manca un pensiero al futuro:
“Vorrei un secondo figlio”, dice, ma con il timore delle malattie, dei sacrifici, della fragilità.

Il tour: dal Molise a Milano, passando per la Reggia

Il tour estivo partirà il 20 giugno da Campobasso, con gran finale l’11 settembre alla Reggia di Caserta e il 6 ottobre all’Unipol Forum di Milano.
“Senza le mie radici non sarei quello che sono”, conclude Rocco.
E quando gli chiedono se oggi è ancora “‘nu juorno buono”, risponde senza esitazioni:
“Sì. Ma è sempre più difficile non vedere le nuvole all’orizzonte”.

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