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La nave Mare Jonio sequestrata dalla Guardia di Finanza, provocazione di Salvini e spiegazione del premier Conte

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La Guardia di Finanza sta procedendo ad un “sequestro d’iniziativa” della Mare Jonio, la nave di Mediterranea Saving Human. I militari, si apprende da fonti del Viminale, dopo esser saliti a bordo avrebbero rilevato alcune irregolarità e proprio per procedere il sequestro è stato consentito alla nave di entrare nel porto di Lampedusa. L’accusa ipotizzata nei confronti dell’equipaggio è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Immediate le dichiarazioni-provocazioni di Matteo Salvini. “Ultimo viaggio per la nave dei centri sociali Mare Jonio: bloccata e sequestrata. Ciao ciao”. Così  il vicepremier ha commentato su twitter il sequestro della nave. Il titolare del Viminale ha postato poi una foto della nave e di Luca Casarini, ex leader dei centri sociali del nord est e ora attivista e capo missione di Mediterranea, con la scritta “sequestrata”.

I termini della questione, invece, sono stati chiariti con serietà dal premier Giuseppe Conte. “Circa la vicenda della nave Mare Jonio ci siamo sentiti con Salvini e siamo d’accordo sul sequestro, la nave era stata già diffidata, ora si faranno le verifiche” ha affermato Conte

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Economia sommersa sopra i 100 miliardi: evasione e lavoro nero tornano ai livelli pre-Covid

L’economia sommersa torna ai livelli pre-pandemia: secondo il MEF, evasione fiscale e contributiva sopra i 100 miliardi e lavoro nero in aumento, soprattutto nel Mezzogiorno.

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Dopo anni di calo, l’economia sommersa e l’evasione fiscale in Italia tornano ai livelli pre-pandemia, superando nuovamente la soglia psicologica dei 100 miliardi di euro.
È quanto emerge dall’ultima Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva pubblicata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Nel 2022, ultimo anno analizzato, il gap complessivo — tra tasse e contributi non versati — è stato stimato tra 98,1 e 102,5 miliardi, con un incremento di circa 3,5 miliardi rispetto al 2021.
L’evasione contributiva ammonta a 8,4-11,6 miliardi, mentre quella tributaria si attesta a 89,7-90,9 miliardi.


Aumentano Irpef, Iva e affitti in nero

La relazione evidenzia un aumento dell’evasione per Irpef, Irap, Iva e Ires, oltre a una crescita significativa del nero nel mercato degli affitti, che nel 2022 ha raggiunto 875 milioni di euro (contro i 625 milioni del 2021).

In controtendenza, invece, gli evasori del canone Rai sono diminuiti a 1,56 milioni, grazie all’introduzione del “canone in bolletta”, che ha ridotto drasticamente il fenomeno rispetto ai 7 milioni di evasori del periodo 2011-2015.


Lavoro irregolare e sotto-dichiarazioni in crescita

Il valore aggiunto generato dall’economia sommersa nel 2022 è stato di 182,6 miliardi di euro, in aumento del 10,4% rispetto al 2021.
L’incidenza sul Pil resta pressoché stabile, al 9,1%, ma cresce il peso delle sotto-dichiarazioni (55,6% del totale), mentre il lavoro irregolare scende leggermente al 38% del sommerso.

Le unità di lavoro non regolari sono stimate in 2,9 milioni, con una prevalenza di dipendenti. I settori più colpiti sono i servizi alla persona, l’agricoltura, il commercio, la ristorazione e le costruzioni.


Il Mezzogiorno resta l’epicentro del sommerso

L’incidenza dell’economia non osservata resta molto alta nel Mezzogiorno, dove raggiunge il 16,5% del valore aggiunto regionale, contro l’8,9% del Nord-Ovest e il 9,4% del Nord-Est.
La Calabria detiene il record nazionale con un’incidenza del 19,1%, mentre la Provincia di Bolzano chiude la classifica con il 7,7%.

In termini assoluti, però, è la Campania a contribuire di più al totale nazionale, seguita dal Lazio e dalla Lombardia, regioni dove — pur con propensioni differenti — il peso economico rende l’impatto del sommerso particolarmente elevato.


Un fenomeno strutturale

Il rapporto del MEF sottolinea che il ricorso al lavoro irregolare da parte di imprese e famiglie rimane una caratteristica strutturale del mercato del lavoro italiano, difficile da sradicare senza una riforma profonda.
Un quadro che mostra un’Italia ancora divisa, dove l’economia “invisibile” continua a sottrarre risorse e a frenare la crescita reale del Paese.

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Stadio al Caramanico, doppia convocazione della Zes e veleni politici: il Comune valuta il rinvio

Doppia convocazione della Conferenza decisoria Zes sullo stadio al Caramanico voluto da De Laurentiis: il Comune si irrita e valuta il rinvio. Sullo sfondo, i veleni della campagna elettorale tra Fico e Cirielli.

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Il progetto del nuovo stadio al Caramanico firmato Aurelio De Laurentiis torna al centro della tensione politica napoletana. La doppia convocazione della Conferenza dei servizi decisoria della Zes Campania ha infatti acceso un caso che rischia di trasformarsi in un episodio da campagna elettorale.

In poche ore, la data della Conferenza è cambiata due volte: la prima convocazione, datata 24 ottobre, fissava l’incontro per il 26 novembre. Tre giorni dopo, un’“errata corrige” anticipava tutto al 18 novembre, con modalità telematica.
Una decisione che ha spiazzato Palazzo San Giacomo, dove il sindaco Gaetano Manfredi ha già fatto sapere di valutare una richiesta di rinvio.


L’accordo saltato tra Manfredi, Romano e De Laurentiis

Secondo fonti del Comune, tra le parti — Manfredi, il presidente della Zes Giosy Romano e lo stesso De Laurentiis — esisteva un tacito accordo: la Conferenza decisoria sarebbe dovuta avvenire dopo le elezioni regionali, per evitare che il tema diventasse arma di propaganda tra i candidati Roberto Fico (centrosinistra) ed Edmundo Cirielli (centrodestra).

Un sì alla costruzione del nuovo impianto avrebbe dato al governo il merito politico dell’operazione; un no, invece, avrebbe scaricato la responsabilità su Palazzo San Giacomo, che ha inviato correttivi tecnici al progetto di De Laurentiis.


Le tappe di un procedimento travagliato

Il percorso amministrativo del nuovo stadio è stato finora accidentato.
Dopo l’invio, il 29 settembre, delle controdeduzioni di De Laurentiis alle criticità sollevate dal Comune, la Zes aveva sospeso il procedimento e rinviato la prima convocazione prevista per il 18 settembre.
Era seguita una nuova data, 18 ottobre, poi congelata per favorire un dialogo tra le parti.

Ora, la doppia convocazione nel giro di tre giorni ha riacceso i sospetti del Comune, che vede nell’anticipo della riunione una possibile mossa legata alla campagna elettorale.


Il Comune rilancia sul Maradona

In parallelo, Manfredi ha rilanciato il tema del restyling dello stadio Maradona, presentando al candidato Fico — lo scorso 17 ottobre — un piano di investimenti da 200 milioni di euro, tra i progetti che il Comune chiede di finanziare alla Regione.
Fico, tifoso del Napoli, aveva replicato:

“Faremo la nostra parte per il Maradona, anche in vista di Euro 2032.”

Una dichiarazione che, letta oggi, appare come un contrappunto politico al progetto del Caramanico voluto da De Laurentiis.


I nodi ancora irrisolti

La posizione del Comune, in vista della riunione del 18 novembre, ruoterà attorno a due questioni tecniche centrali:

  1. Il destino dei mercatali del Caramanico, circa 300 famiglie che oggi lavorano nel mercato comunale dell’area. De Laurentiis ha definito il tema “competenza dell’Amministrazione”.

  2. Gli impianti fognari e la bonifica del sito, un aspetto su cui il Comune chiede ulteriori chiarimenti e garanzie.

Due punti non risolti che rischiano di rallentare ancora l’iter di un progetto che, prima ancora di nascere, è già diventato uno dei casi politici più caldi di Napoli.


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Sport

Inter travolgente sotto la pioggia: 3-0 alla Fiorentina e aggancio al Milan

L’Inter si rialza dopo il ko con il Napoli e travolge la Fiorentina 3-0 a San Siro. Doppietta di Calhanoglu e prima rete di Sucic. Viola in crisi profonda, penultimi in classifica.

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Dopo la sconfitta con il Napoli, l’Inter di Cristian Chivu reagisce con forza e batte 3-0 la Fiorentina a San Siro, in una partita decisa nella ripresa da una doppietta di Calhanoglu e dal primo gol in maglia nerazzurra di Sucic.
Un successo netto, che consente ai nerazzurri di raggiungere il Milan e restare a soli tre punti da Napoli e Roma, appaiate in vetta.

Per la Fiorentina di Stefano Pioli, invece, è notte fonda: nessuna vittoria dopo nove giornate, solo quattro pareggi e cinque sconfitte e una difesa che con 15 gol subiti è la peggiore del campionato insieme a quella dell’Udinese.


Primo tempo bloccato, De Gea tiene a galla i viola

Sotto una pioggia battente e spinti da una Curva Nord tornata a cantare, i nerazzurri partono forte, ma faticano a trovare spazi nella retroguardia toscana.
Lautaro impreciso di testa in due occasioni, poi la chance più grande capita a Bastoni, che spreca calciando addosso a De Gea dopo un errore in uscita della Fiorentina.

Il portiere spagnolo è decisivo anche su un sinistro al volo di Dimarco, mentre allo scadere è Sommer a dire no a Kean, tenendo lo 0-0 all’intervallo.


Calhanoglu e Sucic accendono San Siro

Nella ripresa l’Inter aumenta ritmo e intensità. De Gea compie due prodezze su Dumfries e Bisseck, ma al 58’ deve arrendersi a un destro chirurgico dal limite di Calhanoglu, che sblocca il risultato.

Pochi minuti dopo arriva anche il raddoppio firmato Sucic, autore di una grande giocata: resiste alla trattenuta di Mandragora, supera Comuzzo con una finta e batte De Gea col destro per il 2-0.


Rigore di Calhanoglu e coro ironico per Pioli

Pioli prova a cambiare volto alla squadra inserendo l’ex Dzeko, ma la Fiorentina non punge. Kean sciupa l’unica vera occasione per riaprire il match e, subito dopo, l’Inter chiude i conti: Lautaro lancia Bonny, steso in area da Viti, che viene espulso per doppia ammonizione.

Dal dischetto Calhanoglu è impeccabile e fa 3-0. San Siro esplode e la Curva Nord intona un beffardo “Pioli is on fire”, il coro che accompagnava il tecnico ai tempi del Milan.


Inter in ripresa, Fiorentina in crisi

L’Inter ritrova vittoria, entusiasmo e solidità, rilanciandosi nella corsa scudetto.
Per la Fiorentina, invece, si allunga la striscia negativa e si apre una fase delicatissima: la squadra di Pioli è penultima e ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale.


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