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Cronache

La moglie del calciatore Pazzini denuncia Ambra Angiolini: ho fittato la casa ad Allegri, ora lei non se ne va più

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Dieci mesi. Tanto doveva durare l’affitto della casa presa per viverci con la figlia Jolanda e con il compagno, nel frattempo diventato ex, Massimiliano Allegri. Ma in quell’appartamento nel centro di Milano Ambra Angiolini ci abita ancora e la proprietaria, la wedding planner Silvia Slitti, non ci sta. In un lungo video postato su Instagram, la moglie dell’ex calciatore Giampaolo Pazzini si dice “dispiaciuta, amareggiata e triste” e, nell’annunciare di essersi rivolta a un legale, chiede “semplicemente di riavere qualcosa che e’ mio”. “E’ una brutta storia, ci sono di mezzo i legali, non sono abituata a fare casino sui social”, replica la giudice di X Factor a Selvaggia Lucarelli, in una intervista pubblicata dal quotidiano Domani. Nel lungo post su Instagram Silvia Slitti implora Ambra di poter rimettere piede nella sua abitazione, affittata quando col marito aveva deciso di trascorrere al mare il periodo dei lockdown e della pandemia. “E’ una situazione spiacevole dal punto di vista personale e umano, non solo legale – spiega – Siamo andati per vie legali perche’ c’era un contratto”. Dieci mesi, appunto, alla scadenza dei quali la casa e’ rimasta occupata. “Ho cercato prima di tutto il dialogo, ci siamo parlate e le ho anche concesso una proroga, fino al 15 settembre – racconta la signora Pazzini nel lungo sfogo, ripreso da diversi quotidiani – Ero convinta fosse tutto a posto, ma un giorno mi ha chiamato l’assistente della Angiolini: mi ha detto che la signora era molto impegnata, che non dovevo piu’ importunarla e che non ha tempo per affrontare un trasloco se non tra svariati mesi, ma non entro l’anno. E sono precipitata nel panico. Allegri? Lui e’ super disponibile, ha sempre pagato, per tutta la durata del contratto, solo che il contratto era fino al 30 giugno. Siamo a settembre e io devo stare in hotel. Io in hotel e lei a casa mia, assurdo”, conclude la signora Slitti-Pazzini, che auspica “vengano adottate in Italia soluzioni diverse per questi casi. E io so, leggendo le tante risposte sui social, che ce ne sono tanti”. Parlano di “notizie riportate in modo distorto e inappropriato” i legali di Ambra Angiolini, interpellati dal quotidiano la Repubblica. “E’ evidente – sostengono – la lesione della privacy e dell’onorabilita’ di Ambra Angiolini, che impone fin da subito la cessazione di ogni ulteriore divulgazione di illazioni e commenti”.

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Ucciso a colpi di pistola in auto mentre fa benzina

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Omicidio questa mattina in una stazione di benzina di Mondragone, comune del litorale casertano. Un commerciante, L.M., è stato ucciso a colpi di pistola da un uomo, un imprenditore, che ha fatto fuoco mentre la vittima era in auto, per poi allontanarsi sotto gli sguardi terrorizzati del gestore del distributore, situato sulla statale Domiziana, e di altri avventori. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini.

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Ucciso con una fiocina, l’omicidio in assenza di una minaccia

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In assenza di una minaccia diretta, per sé e per la propria compagna, uccise un 23enne con un colpo di fiocina sparata da un fucile subacqueo in via Cilea a Sirolo (Ancona) il 27 agosto del 2023: un omicidio che non sarebbe scaturito dall’iniziale “diverbio stradale” ma dal successivo intervento dei fratelli della vittima, uno dei quali lo colpì con un pugno per il quale l’omicida intese “vendicarsi”.

Lo scrive la Corte d’Assise di Ancona nella motivazione della sentenza con la quale, il 21 gennaio scorso, ha condannato a 18 anni di carcere Melloul Fatah, 28 anni, per l’omicidio volontario, senza l’aggravante dei futili motivi, di Klajdi Bitri, albanese 23enne. Il delitto avvenne di primo pomeriggio a seguito di un litigio per motivi stradali, all’altezza di una rotatoria. Si era creato un ingorgo di auto e dopo vari insulti, che avevano coinvolto anche parenti e amici della vittima, Fatah era tornato al proprio veicolo per prendere la fiocina e puntarla al petto del giovane poi deceduto. Subito dopo era risalito a bordo dell’auto, dove si trovava anche la fidanzata, e se ne era andato.

Era stato arrestato prima di cena, a Falconara, dai carabinieri. L’imputato, difeso dall’avvocato Davide Mengarelli, ha sostenuto di non essersi accorto del colpo mortale e di aver preso il fucile solo per spaventare il gruppetto che gli dava addosso. Secondo i giudici, però, la sua versione non è plausibile. “Ha scelto in totale autonomia di inseguire, in assenza di qualsivoglia minaccia, per sé e per la propria compagna, – scrive la Corte a proposito dell’imputato – di prelevare il fucile elastico con fiocina a tre punte, che utilizzava per la pesca subacquea, di imbracciarlo e di puntarlo alla vittima che in piedi, dietro la Mercedes, dopo pochi attimi decedeva nell’impotenza e nello sconforto generale”. Secondo la Corte, il 28enne agì per vendicare il pugno che aveva subito nella lite: “compreso di non poter prevalere e attesa l’inferiorità numerica – osserva nella sentenza il presidente della Corte Roberto Evangelisti – non reagiva e si dirigeva verso la propria auto dando l’impressione di desistere e di voler riprendere la marcia, apparenza però ingannevole poiché il fine che muoveva Melloul era antitetico”. La fidanzata “non aveva eccepito alcun pericolo, per nulla allarmata si chinava a recuperare gli occhiali caduti in precedenza al fidanzato nel corso dello scontro con la vittima e i suoi amici”.

La Corte ripercorre i drammatici attimi dell’omicidio: Fatah “ha premuto a distanza di circa due metri e mezzo il grilletto del suo fucile subacqueo munito di tridente contro Klajdi, facile bersaglio in quanto in posizione eretta, disarmato e impossibilitato a opporre qualsivoglia difesa se non tentare di disporsi in posizione di chiusura alzando il ginocchio sinistro in funzione di scudo”. I familiari della vittima erano parte civile nel processo con gli avvocati Marina Magistrelli e Giulia Percivalle.

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Cronache

Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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